Tutti i retroscena sul “no” di Mattarella a Paolo Savona

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-24

Visco dice che le sue idee sono suicide e antitedesche. C’è chi racconta di sue improbabili strategie sullo spread a 600 mentre circolano i nomi di possibili sostituti

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Finché Giuseppe Conte non scioglierà la riserva o l’interessato non si farà sentire, il nome di Paolo Savona sarà la pietra dello scandalo del governo Lega-M5S. Gli accenti sull’Europa e la NATO contenuti nel discorso del presidente del Consiglio incaricato – modificato al Quirinale, secondo i retroscena – costituiscono un’avvisaglia del primo problema politico che il premier dovrà risolvere.

Tutti i retroscena sul “no” di Mattarella a Paolo Savona

Oggi a uscire allo scoperto è Vincenzo Visco, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera definisce le idee di Paolo Savona come suicide e antitedesche: «La persona ha tutte le caratteristiche e la credibilità per fare il ministro del Tesoro. Ma ha due problemi non da poco. Applicare un programma di governo che lui sa bene essere inattuabile nelle condizioni attuali, confrontarsi con l’Europa avendo Lega e M5S che prospettano una soluzione pericolosissima, l’uscita dall’euro». E Visco ricorda anche un’altra particolarità nell’impostazione di Savona: «Prima delle elezioni Savona chiedeva ai partiti di impegnarsi a non toccare le tasse per i prossimi cinque anni. Né alzarle, né ridurle. Era la cosa da fare, ma nel programma c’è scritta un’altra cosa.

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Il punto è che tutti i retroscena partono dalla convinzione che Mattarella non abbia intenzione di dare il suo avallo all’approdo di Savona in via XX Settembre. Anche le dimissioni dal fondo Euklid annunciate ieri per un incarico politico in Italia sono considerate un modo irrituale in una situazione come questa.  La Lega ieri ha ribadito con Matteo Salvini il suo appoggio al professore e smentito le tanto voci che davano per fatto un accordo al ribasso che prevedesse l’arrivo di Giancarlo Giorgetti al ministero dell’Economia e un dirottamento dello stesso Savona in un altro ministero economico o con gli Affari Europei.

Paolo Savona e Giulio Tremonti 

Intanto Goffredo De Marchis su Repubblica dà conto di una “indiscrezione allarmante” che vedrebbe protagonista lo stesso Savona:  l’economista vicino a Salvini avrebbe incontrato Giulio Tremonti qualche giorno fa confidandogli il suo piano: «Portare lo spread italiano a quota 600 in modo che l’Europa capisca che si fa sul serio e si cambiano i vincoli». L’ultimo che ha avuto l’idea geniale di andare al conflitto con l’Europa con la raffinata strategia dell’Americano a Roma – “E se no vado ar Colosseo e me butto de sotto!” – alla fine si è buttato di sotto.

D’altro canto anche per Carmelo Lopapa su Savona si dibatterà una questione di principio:

Salvini e Di Maio se lo dicono chiaramente nell’incontro di metà giornata fuori da Montecitorio, secondo alcuni alla presenza del futuro premier Giuseppe Conte, nelle ore che precedono il faccia a faccia dell’incaricato allo Studio alla Vetrata. I due se lo ripeteranno in un ulteriore consulto telefonico in serata: Savona va difeso finché sarà possibile.

«Io e Salvini siamo d’accordo su tutto – racconta infatti il capo dei 5stelle lasciando la Camera alle 21.30 – Per entrambi Savona è una persona all’altezza della situazione». La barricata è eretta. Salvini ne fa una questione di bandiera, come annuncia agli ottanta tra deputati e senatori leghisti riuniti a Montecitorio nel pomeriggio. «Sui nostri uomini al governo non accettiamo veti, ne va della linea della Lega».

Le barricate del Quirinale e del Carroccio

Vista l’altezza delle barricate erette da una parte e dall’altra, è evidente che da come finirà la partita su Paolo Savona avremo un’indicazione chiara sulla linea politica di questo governo. E infatti sulla Stampa circola un’ipotesi alternativa sia al nome di Paolo Savona che al nome di Giancarlo Giorgetti:

Ieri, all’improvviso, è rispuntato il nome di Luigi Zingales, l’economista di estrazione liberista che verso i grillini ha sempre un po’ oscillato tra critiche sarcastiche e disponibilità. Da quanto si apprende, a marzo Zingales è stato sentito per un colloquio dal Movimento. Un incontro che raccontano essere andato molto bene, in cui il professore ha elogiato i 5 Stelle come forza del futuro.

Questo prima che qualcuno, all’interno del M5S, raccogliesse le tante dichiarazioni in cui si era smarcato dalle ricette economiche dei grillini. Ma Zingales non è l’unico nuovo nome che circola per via XX settembre: un altro è quello di Geminello Alvi, già membro del Consiglio degli esperti del Mef.

luigi zingales
Luigi Zingales

D’altronde nell’aprile scorso lo stesso Zingales voleva farsi promotore di “un dibattito serio sull’euro”, poi sviluppatosi sulle colonne del Sole 24 Ore.

Leggi sull’argomento: Conte & Savona, una coppia che scoppia

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