Il primo passo di Paolo Savona verso il governo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-23

L’economista lascia la presidenza del fondo Euklid in vista di “impegni pubblici in Italia”. La Lega tiene duro e ribadisce la sua preferenza. Intanto però Giorgetti…

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Paolo Savona ha lasciato la presidenza di Euklid. La notizia, anticipata oggi da Milano Finanza, è passata in sordina fino alla nota del primo fondo autorizzato dal governo britannico e dalla Financial Conduct Authority (Fca) a operare esclusivamente attraverso algoritmi, nella quale si affermava che “Savona ha chiesto di essere sollevato dall’incarico di presidente della società a Londra, di co-direttore di Euklid Fund Sarl e di manager della Euklid Feeder Fund S.A. Sicav in Lussemburgo per sopravvenuti importanti impegni pubblici in Italia”.

Paolo Savona al ministero dell’Economia?

Il fatto che Euklid abbia nel frattempo nominato già il successore (Elio Stocchi) e il riferimento agli “importanti impegni pubblici in Italia” fa pensare che la corsa a ostacoli dell’economista verso via XX Settembre sia in pieno svolgimento, nonostante non ci sia entusiasmo al Quirinale per la sua nomina. In un virgolettato a lui attribuito da Avvenire stamattina lo stesso Savona sembrava comunque possibilista: “Resto in silenzio, in attesa delle scelte. A non volermi, semmai, è l’establishment che mi accusa di dare copertura al populismo, frutto invece dei loro comportamenti”.

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L’articolo su Paolo Savona di Marco Lillo sul Fatto Quotidiano (22 maggio 2018)

Non sembra quindi che abbia avuto alcun effetto la storia delle intercettazioni tirata fuori ieri dal Fatto Quotidiano insieme al pronostico (coraggioso, diciamo) di una certa ostilità della base grillina nei suoi confronti. Di certo la Lega tiene il punto, come confermato dalle parole di Claudio Borghi oggi alla Camera: “Son sicuro che non ci saranno ostacoli per nessuno, nemmeno per Paolo Savona, che è stato ministro, ex braccio destro di Carli. Anche perché se il Colle dicesse di no a qualcuno per le sue idee, avremmo un problema: significherebbe che le elezioni sono inutili”.

Le frasi di Di Maio su Paolo Savona

Per contro, c’è da segnalare che lasciando Montecitorio ai cronisti che gli chiedevano se durante l’incontro con Salvini, che Di Maio ha confermato, si sia parlato del fatto che Giuseppe Conte premier e Paolo Savona al ministero dell’Economia siano vincolanti per il futuro governo, il leader M5S ha risposto: “Non mi pare che Salvini abbia detto questo”. Ad aggiungere confusione a confusione il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti oggi ha applaudito la scelta di Savona dicendo che ha il curriculum adatto per diventare ministro.

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Paolo Cirino Pomicino, ministro del bilancio nel 1989, in un’intervista al Mattino oggi ha ricordato quando mise Savona insieme a Mario Monti alla guida di una task force di economisti: “Era il 1989. Con lui e Monti, per esempio, presentammo un piano di crescita sul medio e lungo termine, che mise le basi per le privatizzazioni. Privatizzazioni che avrebbero dovuto intrecciare il capitalismo italiano con quello europeo e non svendere ai potentati internazionali, come è successo dopo”. “Savona – precisa – non è euroscettico, ma un europeista al quale questa Ue non piace. Come a molti. Tre anni fa facemmo un dibattito io, lui e D’Alema e Paolo ci spiegò che, con questo squilibrio nella bilancia dei pagamenti tra Stati membri, sarebbe stata l’Europa stessa a espellerci”. Per lo stesso Pomicino il Quirinale non sta ponendo un veto ma ” ha in serbo un’autorevole alternativa come può essere quella di Salvatore Rossi”.

L’ipotesi Giorgetti

Durante il pomeriggio però si rincorrono le voci che vogliono Savona fuori dai giochi: il suo posto per via XX Settembre sarebbe preso da Giancarlo Giorgetti. Mentre Salvini in diretta tv ribadisce che non c’è nessun veto sul professore e per lui sarebbe un ottimo nome, fonti parlamentari leghiste dicono che l’economista sarebbe bruciato. Secondo questa ipotesi di risiko, Lorenzo Fontana, vicepresidente della Camera ed esponente della Lega, si avvicinerebbe al ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, mentre Gian Marco Centinaio, presidente dei senatori del Carroccio, è indicato come ministro della Cultura.

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In serata però fonti della Lega smentiscono che Giancarlo Giorgetti sia candidato al ministero del Tesoro e ritengono destituite di fondamento le voci che vedrebbero il braccio destro di Salvini in pole in questo incarico al posto di Paolo Savona

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