Le omissioni nel curriculum di Giuseppe Conte

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-23

I posti da consigliere in due società: una ebbe conflitti con il M5S in Puglia. E la storia della casa che faceva gola al fisco

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Non solo abbellimenti ma anche curiose omissioni. Nel curriculum di Giuseppe Conte, racconta oggi Franco Bechis sul Tempo (giornalista apprezzato e ascoltato dai grillini), insieme a qualche onore smentito dalle università citate, c’è anche qualcosa che manca. Il professor Conte di Volturara Appula siede infatti anche in due consigli di amministrazione. Ovvero è consigliere di sorveglianza de La Peninsulare compagnia generale di assicurazione ed è consigliere di amministrazione ancora in carica (fino alla approvazione del bilancio al 31 dicembre 2017) della GHMS Venezia SPA, una delle società operative del gruppo Marseglia, attivo nelle energie alternative.

Le omissioni nel curriculum di Giuseppe Conte

Mentre Repubblica lo accusa di potenziale conflitto di interesse per un parere pro veritate inviato alla presidenza del Consiglio, Il Tempo racconta che la carica in La Peninsulare è stata ottenuta il 20 dicembre 2016, quando la compagnia assicurativa era in liquidazione coatta amministrativa sotto gli occhi dell’organo di controllo – l’Isvass- presieduto dal direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi. Più complicata la vicenda della GHMS Venezia SPA:

I Marseglia sono una delle più grandi famiglie di imprenditori pugliesi che oltre al core business energetico-turistico si erano ritagliati una piccola fetta del mercato della produzione delle olive e dell’olio. In quel settore sono pure incappati nel 2015 in una vicenda giudiziaria che inizialmente aveva coinvolto sei loro aziende, finite in mezzo a una inchiesta sul trasporto fuori zona di rami di ulivo infettati dalla xylella e sulla commercializzazione di olio di oliva tarocco (venivano spacciate per produzione locale olive in realtà prodotte in paesi del nord Africa).

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Dalla vicenda il gruppo uscì dimostrando di avere comprato sì quei rami di ulivo infetti in violazione della legge, ma senza saperlo. Quanto all’olio tarocco veniva prodotto da altri su terreni dei Marseglia affittati a terzi. Curiosamente lo stesso gruppo Marseglia in cui è consigliere di amministrazione il professore Conte è più volte entrato nel mirino del Movimento 5 stelle in Puglia, che contestava la decisione del governatore Michele Emiliano di concedere a Monopoli il raddoppio del loro stabilimento per la produzione di biodiesel.

La legge M5S sul conflitto d’interessi

Salvatore Dama, che su Libero riporta la stessa notizia, sostiene che secondo le regole del contratto di governo il prof è in conflitto di interessi e potrebbe non essere idoneo a ricoprire l’incarico di premier. Però a Di Maio ha già assicurato che, entrato a Palazzo Chigi, lascerà gli incarichi che possano stridere con l’ufficio pubblico.

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I presunti “buchi” nel curriculum di Giuseppe Conte (La Repubblica, 23 maggio 2018)

Tutt’altro significato ha invece il giallo della casa ipotecata sollevato dall’Espresso, se non altro perché la ricostruzione e la spiegazione fornita dal commercialista del presidente del Consiglio in pectore non spiega tutto: nel 2009 Conte ha ricevuto un’ipoteca di Equitalia per oltre 52 mila euro per un “importo capitale ”di26 mila di cui ad ora non si conoscono le origini. Emiliano Fittipaldi ha sentito il commercialista di Conte, Gerardo Cimmino: “Il professore nel 2009 ha avuto una richiesta di documentazione inerente le sue dichiarazioni dei redditi. L’agenzia ha mandato le comunicazioni via posta, ma il portiere non c’è. La cartolina è stata smarrita. Quando il contribuente non si presenta, e non porta i giustificativi della dichiarazione, iscrive al ruolo tutto l’Irpef sulla dichiarazione non presentata. Quando il professore se ne è accorto, ha saldato tutto. A oggi Conte non ha alcuna pendenza con il fisco. Bastano 4-5 ritenute mancanti sulle fatture che Conte emetteva per arrivare a quella cifra. Può succedere a tutti. Non si sono aperte procedure penali, solo una questione fiscale”. Ma perché Conte, se aveva ragione, non ha fatto ricorso?

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