L’omaggio della curva dell’Inter a Belardinelli (grazie a Salvini)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-17

Il ministro dell’Interno si è interessato e ha consentito ai tifosi dell’Inter di salutare il capo ultras morto mentre partecipava a un agguato contro tifosi napoletani a Milano, che faceva parte di un gruppo di chiaro stampo neonazista

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Se si trovasse dall’altra parte della barricata direbbe che le priorità del paese sono altre. Invece è grazie a Matteo Salvini che la curva dell’Inter potrà stasera durante il derby rendere omaggio a Daniele Dede Belardinelli, morto mentre partecipava a un agguato a tifosi napoletani a Milano. Il ministro dell’Interno, ha scritto la Gazzetta e hanno confermato i capitifosi, si è speso in prima persona per sbloccare la trattativa, che a un certo punto si era arenata.

L’omaggio della curva dell’Inter a Belardinelli (grazie a Salvini)

Il ministro si dice soddisfatto dell’esito della trattativa, dopo aver auspicato un “dialogo costruttivo tra tifoseria organizzata e forze di Polizia per non rovinare quella che per i sostenitori di Inter e Milan rappresenta la partita più importante e sentita della stagione”. Alle 18 e 15 del 15 marzo i tifosi dell’Inter erano stati piuttosto duri nel comunicato in cui annunciavano la rottura delle trattative con il Viminale:

Attoniti prendiamo atto della decisione del GOS (Gruppo Operativo Sicurezza). Quello che con tutto il nostro Cuore abbiamo preparato per ricordare il nostro Dede (un telo con il volto di Dede e la bandiera dei ragazzi di Varese), non ha avuto il via libera.

Era per noi, probabilmente, la coreografia più importante di sempre. Proviamo solo sdegno. Ci fa un male cane. Rabbia e schifo, ma anche pena. Perché è l’ennesima occasione persa, da parte dei tutori della sicurezza, di mostrare un lato umano che, anche questa volta, non esiste.

Poi in due ore è cambiato tutto. Il ministro dell’Interno ha così consentito di omaggiare il capo del gruppo ultras Blood and Honour di Varese, gruppo legato a una corrente transnazionale di chiaro stampo neonazista e da sempre gemellato con le frange più estreme della Curva Nord dell’Inter. Contro gli ultras del Como Dede Belardinelli nel 2012 si è preso il suo secondo Daspo. Cinque anni per la guerriglia fuori dallo stadio prima dell’amichevole Como-Inter. Ancora prima, è il 2007, altri cinque anni di Daspo per scontri durante Varese-Lumezzane.

I rapporti di Salvini con i tifosi

Tra le “imprese” dei Blood & Honour c’è anche la contestazione a sfondo razziale del 2012 contro Osarimen Ebagua, attaccante nigeriano, allora al Varese. I capi storici erano fino a poco tempo fa Saverio Tibaldi e Filadelfio Vasi. Il primo, cranio rasato e svastica tatuata, è stato ucciso a coltellate in una rissa, nel 2003, a Torremolinos, località turistica nel sud della Spagna, dove si trovava per evitare l’esecuzione di una condanna a 11 anni per episodi di violenza da stadio. Lo striscione “Saverio presente” è in bella vista a ogni partita all’Ossola. Vasi è invece in carcere per reati comuni. 

Salvini invece con questa impresa supera di gran lunga la foto con Luca Lucci alla festa per i 50 anni della Curva Sud del Milan organizzata all’Arena Civica. Lucci era stato arrestato solo pochi mesi fa in un’inchiesta per traffico di droga, con telecamere degli investigatori sistemate fuori dalla sede degli ultrà rossoneri a Sesto San Giovanni: per quella vicenda, Lucci ha patteggiato una pena di un anno e mezzo di reclusione. L’ultras amico di Salvini si è scambiato pacche sulle spalle con il ministro, dimostrando grande familiarità con lui. Ma il ministro non era sembrato all’inizio molto interessato all’argomento: “Io stesso sono indagato. Sono un indagato in mezzo ad altri indagati”. Poi si è dovuto scusare.

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