Fact checking
Quando Nicola Cecchi (M5S) sfotteva Di Maio con il tweet di Vittorio Feltri
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2018-01-30
Non stiamo parlando di cinque anni fa ma di un Tweet di dicembre 2017, retwittato dal candidato a 5 Stelle, nel quale ricordava che il Capo Politico del M5S non ha mai lavorato in vita sua. Per tacere dei retweet a Renzi che il “deluso da Renzi” ha continuato a fare fino a qualche settimana fa
Oggi Nicola Cecchi ha blindato il suo profilo Facebook. Quello su Twitter lo ha proprio cancellato, ma per i più curiosi è ancora disponibile una copia cache. Come è emerso ieri Nicola Cecchi, candidato del MoVimento 5 Stelle all’uninominale in Senato a Firenze 1, dove sfiderà Matteo Renzi, è stato iscritto al Partito Democratico fino al 2016 e ha fatto anche campagna elettorale per il referendum sulle riforme voluto dall’allora premier. Anche se Cecchi non ha mai ricoperto alcun incarico di partito o abbia avuto cariche elettive è stato – come ha ammesso lui stesso – iscritto al PD.
I retweet del candidato M5S a Renzi
Se ne è andato però, come ha scritto ieri su Facebook “dopo aver visto ciò che è diventato con Matteo Renzi”. Cecchi dice di esserne uscito “deluso e amareggiato, come molti altri iscritti ed elettori di centrosinistra”. Non si spiega in ogni caso come mai abbia sostenuto le ragioni dei Sì al referendum costituzionale del 2016. Disciplina di partito (il partito di Renzi..) oppure convinzione personale? In entrambi i casi non sembra esserci molto margine per poter stare all’interno del MoVimento 5 Stelle. Un partito che Renzi lo ha sempre criticato e che sulla riforma della Costituzione voluta fortemente da Renzi e dall’allora ministra Boschi ha sempre detto di essere contrario.
A leggere quello che rimane del profilo Twitter di Cecchi rimaniamo col dubbio. Quando è che ha lasciato il PD e ha scoperto che Renzi aveva profondamente trasformato il partito? Perché il 16 dicembre 2017 Cecchi retwittava un post del Segretario PD contro i tagli alle pensioni d’oro proposti da Di Maio.
C’è da dire che il “deluso da Renzi” non lo è sempre stato. Nel 2013 Cecchi scriveva “Renzi finalmente sta facendo quello che aveva promesso”. Incoraggiando il Segretario PD ad andare avanti così.
Due giorni dopo Cecchi retwittava il direttore di Libero, Vittorio Feltri, che sfotteva di Maio ricordando che “prima di entrare in politica nei 5 stelle non aveva mai lavorato”. Un’inesattezza, perché tutti sanno che Di Maio ha fatto lo steward allo stadio San Paolo. Un’attività della quale il Capo Politico del M5S non si vergogna. Come ha ricordato il 16 gennaio a CorriereLive “facevo lo steward in tribuna autorità, facevo accoglienza per i VIP, per le autorità quindi lo facevo anche a livello buono“.
Qualche giorno prima Cecchi scherzava sulle sfide incrociate tra Renzi e Salvini e Salvini e Di Maio parlando di “prendere tre piccioni con una fava”.
Un paio di settimane fa Cecchi continuava a retwittare il leader dei Dem, questa volta per smentire la fake news di Berlusconi sul trattato di Dublino.
Per trovare qualche cinguettio critico su Renzi bisogna tornare al 2014 quando un evidentemente deluso Nicola Cecchi, se la prendeva con il Renzino e cogitava su possibili prospettive future di Forza Italia, per l’occasione rinominata in Forza Renzi. Naturalmente a tutti è concesso di cambiare idea nella vita, anche più di una volta come ha fatto Cecchi che ora ha deciso di mettersi al servizio del Paese “con una forza coerente e trasparente come il MoVimento 5 Stelle”. Rimane qualche dubbio sulla scelta di candidare proprio Cecchi. A quanto pare la selezione delle candidature fatta personalmente da Luigi Di Maio non è stata così ferrea. Per non dire che non c’è stata perché il fatto che siano stati proposti personaggi come l’ammiraglio Veri o Cecchi fa capire bene che non c’è stato alcun controllo. Verrebbe quasi da dire che il M5S avrebbe fatto prima ad appaltare ai giornali la scrematura dei candidati, sicuramente i tanto vituperati giornalisti avrebbero fatto un lavoro migliore in meno tempo.