Economia
I minibot nella Legge di Bilancio
Alessandro D'Amato 08/06/2019
La Lega pensa di inserirli nella legge di bilancio per la riforma fiscale. L’uovo di Colombo: paghiamoci i politici e il problema è risolto
La Lega propone di inserire i minibot nella Legge di Bilancio. Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha spiegato che «tutte le soluzioni nuove sono contestate, non dico che siano la Bibbia, ma sono una proposta per accelerare i pagamenti, una delle possibilità, una delle soluzioni: ma la strada maestra è quella della crescita».
I minibot nella Legge di Bilancio
Una posizione lontana da quella del suo “amico” Mario Draghi, con il quale Giorgetti avrebbe un ottimo rapporto secondo i giornali. Proprio il presidente della Banca Centrale Europea aveva spiegato un paio di giorni fa che «o sono un’altra moneta e quindi illegali o sono altro debito». Gli ha fatto eco, non troppo a sorpresa, Matteo Salvini: «Le monete alternative le usiamo al Monopoli», ha risposto escludendo che i mini-Bot lo siano. Per il leader leghista «c’è emergenza di pagare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti di famiglie e imprenditori. Sono decine di miliardi di euro che già sono debito dello Stato, quindi in che forma restituirli è tutto da valutare».
Di certo l’argomento sta diventando sempre più pop in un periodo in cui non converrebbe scherzare più di tanto. Ieri i minibot hanno fatto il loro debutto su Rete4:
Barbara Palombelli mostra in anteprima i MiniBot.
Voi che idea vi siete fatti di questa operazione?
Ora a #StaseraItalia pic.twitter.com/w2k6YUAWtr— Stasera Italia (@StaseraItalia) 6 giugno 2019
Claudio Borghi in un’intervista alla Stampa svela l’obiettivo del Carroccio:
«Certo, sta nel contratto di governo. Lo faremo con la legge di bilancio, se riusciremo a realizzare la flat tax eliminando deduzioni e detrazioni, e riconoscendo i crediti di imposta che verranno meno attraverso i mini-bot».
A occhio dice e smentisce. I crediti d’imposta non sono debito esistente. Due anni fa in un video disse anche che quello sarebbe stato il primo passo per l’uscita dalla moneta unica. Non è così?
«E’ vero, in quel video dicevo questo. Ma rivendico il diritto di discutere dell’euro e dei suoi limiti. Ieri Draghi ha detto di non voler nemmeno pensare alla ipotesi che il suo successore non faccia qualunque cosa per mantenere l’unità della zona euro. E se invece accadesse? Io non voglio farmi trovare impreparato».
Con i minibot pagateci i politici
Purtroppo (per la Lega) c’è chi ha cominciato anche a mangiare la foglia. Marco Gay, CEO di Digital Magics, in un’intervista al Corriere ha lanciato l’idea più corretta di utilizzo dei minibot: «Se con i mini-Bot si pagano gli stipendi dei parlamentari, poi ci possono pensare i parlamentari stessi a proporre i mini-Bot alla cassa del supermercato o dal panettiere come pagamento dei loro acquisti». In effetti è l’uovo di colombo e l’idea potrebbe essere ulteriormente sviluppata: basta calcolare il totale degli stipendi percepiti da tutti gli eletti italiani nel Parlamento, come nei consigli regionali e comunali, compresi ovviamente membri del governo, sindaci e assessori, e pagarli con i minibot girando poi le risorse così risparmiate a ridurre il debito delle imprese della pubblica amministrazione.
In questo modo si potrebbe ridurre il debito ma soprattutto si lascerebbe a chi li introduce l’onere poi di mantenerne l’utilizzabilità, visto che quello dei minibot è un meccanismo pericoloso, come spiega Riccardo Puglisi perché sembra preparare il Paese ad un’uscita dall’euro e perché tenderanno a svalutarsi, ovvero a valere sempre meno rispetto all’euro. Ma se gli stipendi dei politici verranno pagati in minibot, sarà compito loro evitare qualsiasi conflittualità con l’Unione Europea e con i mercati, anche perché se cominciano i giochi chi rischia di rimanere con carta straccia in mano sarebbero loro.
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