Fact checking
Mauro Giulivi: l'iscritto M5S che chiede l'annullamento delle Regionarie in Sicilia
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2017-07-14
Regionarie M5S Sicilia: tutto da rifare? Un iscritto escluso dalla competizione per il posto in lista da consigliere si rivolge al tribunale civile. E chiede l’annullamento delle primarie perché non gli è stato consentito di candidarsi
La grande lotta tra Beppe Grillo e la legalità prosegue in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Stavolta tocca a Mauro Giulivi, iscritto al MoVimento 5 Stelle in Sicilia, chiedere l’annullamento delle Regionarie che di recente hanno incoronato Giancarlo Cancelleri come candidato governatore del M5S nell’isola. Ad assisterlo un avvocato che Grillo conosce molto bene: Lorenzo Borré, già protagonista dei ricorsi vinti di Napoli e Roma e delle cause sul nuovo regolamento del M5S oltre che del caso Cassimatis. Insieme a lui l’avvocato Riccardo Gentile del foro di Palermo.
Mauro Giulivi: l’iscritto M5S che chiede l’annullamento delle Regionarie in Sicilia
Per raccontare tutta la storia bisogna tornare indietro di qualche mese. Mauro Giulivi non è un semplice iscritto M5S: oltre a essere il compagno della deputata Chiara Di Benedetto, Giulivi è stato anche l’amministratore del meetup Il Grillo di Palermo: lui, insieme ad altri, aveva presentato una denuncia contro ignoti per la validazione di account di alcuni che erano stati protagonisti del servizio delle Iene sulle firme false di Palermo. Giulivi si definiva ironicamente “uno dei pochi Nutiani” (ovvero, vicini al deputato Riccardo Nuti) “rimasti al mondo”.
Giulivi ha la bella idea di candidarsi come consigliere alle Comunarie di Palermo che vedranno successivamente la sconfitta dei “monaci” e la vittoria della new wawe palermitana, con Salvatore Ugo Forello che sarà candidato sindaco dopo aver vinto il ballottaggio con il poliziotto Igor Gelarda. Arriva all’undicesimo posto sui 40 disponibili con 62 voti di preferenza e può legittimamente ambire a un posto in Consiglio comunale. Qui però accade il patatrac.
Giulivi e la candidatura negata al consiglio comunale
Giulivi, di cui il candidato sindaco Ugo Forello e tutto il M5S siciliano conoscono perfettamente i precedenti, viene infatti invitato a firmare il “Codice di comportamento per i candidati ed eletti del MoVimento 5 Stelle alle elezioni amministrative di Palermo 2017”. «In pratica – racconterà lui successivamente su Facebook – si chiedeva, con un preavviso di 2 ore e 30 minuti, di recarmi presso una fantomatica sede e firmare un documento, mai letto prima, indispensabile per confermare la mia candidatura. Dal momento che ho “sfortunatamente” un lavoro, non ho potuto né leggere, né recarmi in via Scrofani entro le ore 20».
Giulivi invia alle 23 e 07 dello stesso giorno una mail allo staff in cui spiega di non aver potuto arrivare in tempo all’appuntamento e poi – povero ingenuo o raffinato troll – pretende addirittura di poter visionare il codice di comportamento che vogliono fargli firmare.
«Dopo aver inviato la mail – racconta sempre lui – mi sono accorto che l’attuale candidato sindaco del M5S, l’Avv. Ugo Forello, mi aveva estromesso dai canali interni di comunicazione, già alle ore 21:03. In pratica, dopo appena un’ora dalla scadenza dei termini per firmare l’importantissimo codice di comportamento, ero già stato scaricato dal “candidato sindaco”. L’esclusione mi è stata anche conferma da un’agenzia di stampa, uscita nella stessa serata, con i nomi dei 40 candidati tra i quali “curiosamente” non figurava il mio».
Cronaca di un’esclusione annunciata
Giulivi a quel punto fa la fine di tanti prima di lui: non riceve più risposte dallo staff; torna a scrivergli ma nessuno se lo fila. Dopo qualche giorno prende atto del fatto che è stato escluso dalle candidature del MoVimento 5 Stelle al comune di Palermo ma decide di lasciar perdere e di non ricorrere in tribunale, forse anche per quieto vivere. A giugno però si riapre la corsa e stavolta ci sono le Regionarie, ovvero la competizione per decidere chi sarà il candidato governatore e i candidati consiglieri alla Regione Siciliana. Giulivi torna a presentare la sua candidatura ma dieci giorni dopo lo staff gli scrive per fargli sapere che non può candidarsi.
“Ciao Mauro, abbiamo notato che hai accettato la candidatura per le regionali siciliane, tuttavia uno dei requisiti per avanzare la propria candidatura è il non avere procedimenti disciplinari in corso ovvero di non aver ricevuto sanzioni disciplinari da parte degli organi del MoVimento 5 Stelle negli ultimi 6 mesi. A tuo carico risulta un procedimento in corso con il Collegio dei Probiviri. Viene quindi meno uno dei requisiti per la candidatura. Pertanto ti comunichiamo che sei stato rimosso dall’elenco dei candidati. Un saluto Lo Staff”, gli scrivono.
Il procedimento disciplinare a sua insaputa
Giulivi non ha ricevuto la comunicazione dell’apertura di un procedimento disciplinare nei suoi confronti, come prescrive il regolamento di Beppe Grillo e come accaduto, in una vicenda diversa, alla consigliera comunale romana Cristina Grancio. Il candidato contesta la decisione e spiega di non aver ricevuto alcuna sanzione disciplinare chiedendo il reintegro nella lista. Ovviamente viene bellamente ignorato e il 4 luglio le primarie si svolgono regolarmente incoronando, qualche giorno dopo, Giancarlo Cancelleri come candidato governatore.
Cosa chiede Giulivi al giudice? Giulivi impugna il provvedimento di esclusione dalla partecipazione alle Regionarie ma anche le votazioni e la proclamazione dei candidati alla carica di consigliere e di candidato presidente. Perché dall’illegittimità del provvedimento di esclusione alla partecipazione alle Regionarie discende anche l’illegittimità della votazione e della proclamazione dei candidati consiglieri e quindi del candidato presidente. Poi ci sono anche i motivi di illegittimità del regolamento oggi in vigore, già in discussione a Roma. Come finirà? Difficile che un giudice si assuma la responsabilità di annullare le Regionarie, ma il tribunale potrebbe comunque dare successivamente ragione a Giulivi come è successo a Napoli e a Roma. A quel punto tutti gli scenari sarebbero aperti. E chissà se questo è l’ultimo guaio che arriva al M5S dall’isola.