Il veto di Mattarella su Savona e il fallimento del governo Conte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-27

Conte riconsegna il mandato. Fonti Lega-M5S sostengono che il presidente della Repubblica abbia posto un veto su Paolo Savona al ministero dell’Economia durante il colloquio. Il Quirinale risponde

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Fonti del MoVimento 5 Stelle citate dall’agenzia di stampa ANSA sostengono che Sergio Mattarella abbia posto un veto su Paolo Savona al ministero dell’Economia durante il colloquio con Giuseppe Conte cominciato alle 19 al Quirinale. Per questo il governo non avrebbe la controfirma del presidente della Repubblica e non potrebbe presentarsi alle camere. Conte potrebbe rinunciare all’incarico.

EDIT: Il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti conferma che Conte ha restituito l’incarico: “Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questo pomeriggio al palazzo del Quirinale il professor Giuseppe Conte, il quale sciogliendo la riserva formulata gli ha rimesso l’incarico di formare il governo conferitogli il 23 maggio scorso. Il presidente della Repubblica ha ringraziato il professor Conte per l’impegno posto nell’adempimento del suo mandato”. Mattarella parlerà per spiegare la sua posizione.

«Mattarella ha posto il veto su Paolo Savona»

In mattinata Paolo Savona aveva rilasciato un comunicato attraverso il sito scenarieconomici.it, rilanciato dal Tg1, nel quale sembrava fare alcuni passi indietro rispetto alle affermazioni antieuro e anti-Europa di qualche tempo fa. La mossa apriva alla soluzione della crisi, che sembrava ancora più vicina dopo la convocazione di Conte per le 19.

mattarella conte paolo savona 1

Nel tardo pomeriggio il cambio di prospettiva. Secondo quanto apprende l’ANSA da fonti parlamentari del M5S, Mattarella nel corso dei colloqui di questo pomeriggio con Matteo Salvini e Luigi Di Maio avrebbe posto un veto sulla scelta di Paolo Savona a capo del Ministero dell’Economia. Scelta che, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari leghiste, Salvini nel corso dell’incontro avrebbe invece confermato.

La Lega conferma il veto

La Lega conferma il veto di Mattarella su Savona all’agenzia di stampa AGI. Di Maio è stato visto salire al Quirinale da via della Dataria, prima dell’arrivo di Conte. Secondo alcune fonti di prima mano citate da Enrico Mentana nello speciale del Tg di La7, nel colloquio avuto con Mattarella Salvini avrebbe confermato di non voler fare nessun passo indietro su Savona e questo avrebbe provocato la chiusura della trattativa. La versione del Quirinale è invece questa: in Costituzione non esiste l’istituto del veto e semmai, in questo caso, ci si trova davanti a un irrigidimento delle forze politiche sulla squadra di governo, a fronte di rilievi di merito su un aspetto fondamentale della impostazione dell’esecutivo.

mattarella conte paolo savona 2

Il Quirinale ha pubblicato, come da tradizione, una foto del colloquio al Colle tra Mattarella e Conte. In diretta dall’Umbria Salvini parla del programma e del contratto con il M5S e del lavoro per la scelta dei ministri. Dice che Conte ha presentato una lista di persone, “ma noi abbiamo un principio prima di tutto: per gli italiani decidono solo gli italiani. Non decidono i tedeschi, i portoghesi, i francesi. Decidono gli italiani”.

Salvini in Umbria attacca l’Europa e conferma il no

Salvini spiega che un ministro inviso ai Poteri Forti è giusto, in riferimento alla vicenda di Savona. E chiede di restituire la parola agli italiani, ovvero tornare alle elezioni “per chiedere agli italiani un mandato pieno per fare quello che vogliamo fare”. I toni sono da campagna elettorale, non preludono a nulla di buono per il mandato di Conte. Il veto posto da Mattarella su Savona ha resistito alle dichiarazioni di stamattina in favore dell’Europa e ai complimenti al “predecessore” Padoan. Non si sa ancora nulla della proposta di mediazione con lo spacchettamento del ministero in due deleghe con la seconda da assegnare a Rainer Masera.

matteo salvini terni

Per questo Salvini a Terni è in piena campagna elettorale: “Per il governo che ha in mano il futuro dell’Italia decidono gli italiani, se siamo in democrazia. Se siamo in un recinto dove possiamo muoverci ma abbiamo la catena perché non si può mettere un ministro che non sta simpatico a Berlino, vuol dire che quello è ministro giusto e vuol dire che se ci sono ministri che si impegnano ad andare ai tavoli europei” a difendere gli interessi italiani “parte il governo, se il governo deve partire condizionato dalle minacce dell’Europa il governo con la Lega non parte”.

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