Rainer Masera: il nome della mediazione tra Mattarella e Lega-M5S?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-27

Ipotesi spacchettamento delle deleghe per il ministero dell’Economia: in uno dei due rami potrebbe andare l’ex ad del San Paolo IMI

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Tra le ipotesi di mediazione fatte oggi per chiudere lo stallo messicano tra Lega, M5S e Mattarella riguardo Paolo Savona ministro dell’Economia sul tavolo c’è anche lo spacchettamento del ministero in due. L’altro nome che potrebbe prendere metà delle deleghe di Savona è Rainer Masera.

Rainer Masera: il nome della mediazione tra Mattarella e Lega-M5S

Rainer Masera è un banchiere che è stato anche ministro del bilancio e della programmazione economica del governo Dini, ma il suo curriculum è sontuoso: capo del servizio studi di Bankitalia, amministratore delegato del San Paolo IMI, ma anche capodelegazione della Commissione Intergovernativa per la TAV Torino-Lione oltre che preside della facoltà di economia dell’università telematica UNIMARCONI. Il nome di Masera dovrebbe funzionare da collegamento tra Quirinale e governo, seguendo – scrive l’Huffington Post – lo spacchettamento delle deleghe tra Finanze e Bilancio,

L’ipotesi di mediazione in questo momento non ha nessuna conferma da parte del Quirinale, anche se non si conoscono le opinioni della Lega e di Mattarella riguardo il tema. Oggi intanto Paolo Savona ha inviato un comunicato stampa in cui nel quale ha cercato di accreditarsi come europeista convinto. E ha fatto anche i complimenti al suo predecessore Pier Carlo Padoan definendolo “Un grande ministro”.

Rainer Masera e Banca Etruria

Rainer Masera è stato coinvolto anche in un pezzo della storia di Banca Etruria, l’istituto di credito di cui il padre di Maria Elena Boschi, Pier Luigi, è stato consigliere di amministrazione e per qualche tempo presidente. Masera è citato nella relazione di Bankitalia in cui si accusano i vertici della banca di osteggiare il risanamento voluto da via Nazionale: infatti, sottolineano gli inviati di Palazzo Koch, Masera fu cooptato nel cda il 14 settembre 2012, in sostituzione della dimissionaria Laura del Tongo, e rassegnò le dimissioni il 9 novembre dello stesso anno. Il motivo delle sue repetine dimissioni lo ha raccontato lui stesso al Giornale:

«Mi è bastato poco tempo per rendermi conto che l’aumento di capitale era necessario e infatti io ne ho favorito le condizioni, ma non era di per sé sufficiente per il risanamento della banca».

Che cosa serviva?
«Un piano industriale forte, basato su un taglio dei costi, una ricerca di revenues aggiuntive, insomma una strategia per migliorare la redditività attraverso nuove entrate. I problemi di Banca Etruria erano fondamentalmente legati alla crescita molto rilevante delle sofferenze e con l’aumento di capitale non si realizzavano le condizioni per la ripresa dell’istituto, che aveva bisogno di redditività e di credibilità sul mercato. Infatti, un aumento di capitale non risolve di per sé i problemi, anzi può anche aggravarli se non si accompagna ad altri interventi industriali adeguati».

paolo savona pier carlo padoan

Masera entrò anche nel CdA di Banca Marche e cercò di convincere gli altri amministratori a salvare la banca con i Monti Bond a cui aveva avuto accesso il Montepaschi. Senza successo.

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