Marco Ghilardi, il bancario coinvolto nella storia dei conti dei commercialisti della Lega: “Sono stato tradito”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-16

Marco Ghilardi, il bancario coinvolto nella storia dei conti dei commercialisti della Lega presso la filiae Ubi di Seriate viene intervistato da Paolo Berizzi su Repubblica

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Marco Ghilardi, il bancario coinvolto nella storia dei conti dei commercialisti della Lega presso la filiae Ubi di Seriate viene intervistato da Paolo Berizzi su Repubblica. Ghilardi spiega di essere disoccupato da quando è stato lincenziato dalla banca a maggio. Prende la Naspi, e cerca di proteggere la famiglia. Secondo la sua versione dei fatti le operazioni bancarie sospette che hanno portato al licenziamento sono state fatte solo per amicizia. Intercettato dalla Guardia di Finanza il 21 maggio scorso, giorno in cui viene lasciato a casa dalla banca bergamasca, Ghilardi si sfoga al telefono con Di Rubba. Dice: «La banca non ha perso un centesimo, io non ho preso un soldo, l’ho fatto solo per amicizia e in buona fede».

«Ho già pagato tanto e continuo a pagare per colpa di altri. Sono stato tradito, sì. Da una persona di cui mi fidavo e che ritenevo un amico» (il contabile della Lega Alberto Di Rubba, ndr). Parla Marco Ghilardi, il bancario coinvolto (come testimone) nell’affaire finanziario che si è abbattuto sul Carroccio salviniano e che parte dall’inchiesta Lombardia Film Commission, trascinando con sé un fiume di denaro (almeno 2 milioni di euro). Ghilardi, 50 anni, bergamasco (vive in un paese della Valcalepio, verso il lago d’Iseo). Una carriera tutta interna ai livelli della banca Ubi, oggi Intesa Sanpaolo. Fino a ottobre 2018 direttore della filiale di Seriate, dove, attraverso società a loro riferibili, i commercialisti della Lega aprivano conti per le movimentazioni sospette poi finite sotto la lente della procura di Milano.

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Marco Ghilardi è la persona di cui si parlava alla cena con Salvini e i commercialisti arrestati. Ha anche raccontato che quando comunicò a Di Rubba “l’impossibilità a poter procedere” con l’apertura dei conti per le articolazioni territoriali della Lega, il professionista “per tutta risposta mi scrive: ‘mi avevi detto che si poteva, allora chiudo tutto, inculet’. Praticamente mi ha mandato a quel paese”. E ancora: “Non mi hanno detto a chi si sarebbero rivolti per aprire questi conti delle nuove entità regionali del partito”. Il bancario ha parlato anche dei “movimenti registrati sui conti” di altre due società dei contabili del Carroccio, la Sdc e lo Studio Cld, e “ricordo numerosi accrediti da Lega Nord sempre con la medesima causale ‘saldo fattura’”. Anche “il conto personale” di Manzoni “beneficiava” di questi accrediti con la stessa causale. I due gli dicevano che erano per “attività di consulenza” ma “mi sembrava strano poiché nello stesso periodo capitava che fatturassero al partito con più ragioni sociali”. Altre “rogne”, ha aggiunto il teste, “a mio avviso riguardano l’espansione finanziaria della società ‘Non solo auto’ riconducibile sempre a Di Rubba (…) negli ultimi anni il principale cliente della società è sempre il partito Lega”.

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