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Salvini e la cena con Andrea Manzoni, il commercialista arrestato

neXtQuotidiano 12/09/2020

Cosa ci faceva Salvini a cena con Andrea Manzoni, uno dei tre commercialisti vicini alla Lega da ieri ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sull’immobile di Cormano acquistato dalla Lombardia Film Commission? A quell’incontro di maggio a Roma oltre al leader della Lega e al commercialista erano presenti anche Roberto Calderoli e il senatore bresciano Stefano Borghesi

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Cosa ci faceva Salvini a cena con Andrea Manzoni, uno dei tre commercialisti vicini alla Lega da ieri ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sull’immobile di Cormano acquistato dalla Lombardia Film Commission? A quell’incontro di maggio a Roma oltre al leader della Lega e al commercialista erano presenti anche Roberto Calderoli e il senatore bresciano Stefano Borghesi. E quello che è successo, secondo quanto risulta al Fatto, emerge dalle intercettazioni e dall’analisi dei tabulati degli indagati. Di cosa si parla alla cena? Di soldi, naturalmente.

Salvini e la cena con Andrea Manzoni, il commercialista arrestato

Tutto gira intorno alla filiale Ubi di Seriate. Secondo quanto racconta il Fatto, che spiega che gli indagati erano intercettati anche con il trojan, i vertici della Lega avevano convocato perfino Salvini per parlare della questione. Il nome della persona di cui si discute durante la cena è quello di Marco Ghilardi, che dopo quell’incontro, verrà licenziato ma non sarà abbandonato: i commercialisti gli cercheranno un avvocato importante. Chi è Ghilardi? É proprio il direttore della filiale Ubi a Seriate. Ed è amico di un altro dei commercialisti ora ai domiciliari, Di Rubba. Sta per essere licenziato. Gli è arrivata una lettera di contestazione dai vertici dell’istituto di credito per una serie di operazioni sospette eseguite dai due commercialisti che il funzionario non avrebbe segnalato a Bankitalia. Racconta il Fatto:

 

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La cena, stando alle indagini, si svolge tra il 24 e il 26 maggio. Al centro dell’incontro il futuro di Marco Ghilardi, amico di Di Rubba (che in passato aveva lavorato in banca e proprio alle dipendenze di Ghilardi). Ghilardi, dopo una contestazione disciplinare da parte dell’istituto bancario dove lavora, rischia il licenziamento da direttore della filiale di Ubi Banca di Seriate, Bergamo. La sua cacciata è legata al fatto di non aver segnalato alcune operazioni sospette relative a conti di società riconducibili a Di Rubba e Manzoni presso la stessa banca di Seriate. Operazioni anomale che erano state oggetto di alert da parte dell ’Uif di Bankitalia già nel 2019. Su quei conti, secondo le indagini, in sei anni sarebbero passati circa 2 milioni di euro. Sempre Ghilardi (che non è indagato), subito dopo il 2015 era stato contattato dagli stessi commercialisti per aprire nella sua filiale conti dedicati alle articolazioni regionali della nuova Lega di Salvini il cui primo indirizzo è risultato identico a quello dello studio di Michele Scillieri, altro commercialista coinvolto nell’indagine.

Qual è il giro dei soldi collegati alla Lega e finiti nella filiale di Seriate? Parte del piano, quello relativo ai conti da aprire per le associazioni regionali della Lega non andrà mai in porto, perché fermato dai vertici di Ubi. Sandro De Riccardis racconta su Repubblica:

La filiale di Seriate è uno snodo centrale nel vorticoso flusso di denaro leghista. Da un conto nella filiale bergamasca – hanno ricostruito il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi – partono nel dicembre 2017 gli 800 mila euro bonificati ad Andromeda, la società del commercialista Michele Scillieri (ai domiciliari) che aveva in pancia l’immobile di Cormano, individuato come futura sede della LFC. Ma soprattutto da quella filiale sono transitati negli anni circa due milioni di fondi leghisti finiti a Di Rubba e Manzoni. Nel suo interrogatorio lo stesso Ghilardi (non indagato) ha spiegato come i due commercialisti, soci di studio del tesoriere della Lega Giulio Centemero (non indagato), hanno pianificato di creare conti da intestare ad associazioni territoriali della Lega su cui far transitare i soldi del Carroccio. Un piano, rimasto incompiuto per l’opposizione della banca, che avrebbe blindato le casse del partito dalle pretese di risarcimento delle procure.

Intanto c’è un altro indagato nell’inchiesta della Procura di Milano su Lombardia Film Commission: l’imprenditore Francesco Barachetti, accusato di peculato e che i pm, in uno degli atti dell’indagine, definiscono “personaggio legato a Di Rubba e Manzoni“, due dei commercialisti indagati, e “più in generale al mondo della Lega”. Il nome di Barachetti era già emerso negli atti delle indagini in relazione a somme incassate dalla sua impresa per lavori di ristrutturazione sull’immobile di Cormano (Milano). Gli inquirenti stanno approfondendo la sua posizione nella vicenda anche perché sospettano che l’impresa possa aver incassato ulteriori somme, attraverso false fatture, e che parte di quei soldi sia poi andata alle società del ‘giro’ dei commercialisti bergamaschi, ossia Di Rubba e Manzoni. La Barachetti service è stata oggetto di perquisizioni ieri sera e l’attività dei finanzieri proseguirà anche all’inizio della prossima settimana. Il nome dell’imprenditore era già emerso anche un anno fa in un report dell’Uif di Bankitalia per operazioni sospette e movimenti di denaro anche verso la Russia. La Barachetti, si leggeva nella relazione citata in un’inchiesta de l’Espresso, “risulta essere controparte di numerose transazioni finanziarie con il partito della Lega Nord”

Leggi anche: Scillieri, Di Rubba e Manzoni: i tre commercialisti vicini alla Lega ai domiciliari

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