L'ipotesi di accordo tra Di Maio e Salvini

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-01-24

Secondo La Stampa il candidato premier del MoVimento 5 Stelle sta riflettendo sulla possibilità di un’alleanza post-voto con la Lega. Ma l’ipotesi non sembra avere i numeri e nemmeno il terreno politico su cui poggiare

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Un’alleanza con Matteo Salvini nei piani di Luigi Di Maio. Ne parla oggi Ilario Lombardo sulla Stampa al termine di un ragionamento politico che parte dal presupposto dell’irrilevanza, ai fini dei numeri necessari per arrivare a una maggioranza, dell’ipotesi caldeggiata da alcuni, tra cui il Fatto Quotidiano, di un possibile accordo tra MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali. In effetti però anche con la Lega all’interno di un ipotetico accordo di governo (su cosa?) il MoVimento 5 Stelle non avrebbe i numeri per una maggioranza, a meno di non immaginare un accordo anche con Giorgia Meloni (il Patto di Neanderthal) o una difficilmente possibile convergenza di tutti gli eletti nel maggioritario con il centrodestra.

L’ipotesi di accordo tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini

Secondo La Stampa  l’intesa con la Lega Nord sarebbe per il M5S “sul modello di Alexis Tsipras che per formare un governo in Grecia si è alleato alla destra di Anel. «Sono i numeri che ci costringono»”. Ma all’epoca a Syriza mancava poco per formare una maggioranza. In più, l’asse con la Lega non è proprio la proposta che i parlamentari del M5S si attendono, più propensi a guardare a sinistra che ai sovranisti di Matteo Salvini.

Ma Di Maio garantisce che sarebbe un patto di breve durata, «un governo di scopo per realizzare pochi punti importanti per l’Italia». A un mese e mezzo dalle elezioni, i sondaggi hanno convinto i 5 Stelle che al Nord è difficile scalfire il dominio leghista. A Sud la situazione è il contrario: «Sarà un boom, soprattutto in Sardegna e in Sicilia. Lo capisco anche da quanto ci cercano gli imprenditori»

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Sondaggi, l’effetto Rosatellum sui risultati possibili (Corriere della Sera, 20 dicembre 2017)

Secondo questo (immaginifico) scenario, la Lega potrebbe accettare di votare la fiducia a un governo del M5S perché Silvio Berlusconi non ha intenzione di dare spazio a Salvini in caso Forza Italia fosse il primo partito della coalizione di centrodestra. Il che è probabile. In più, sarebbe negli interessi del leader leghista cercare un ’intesa con il M5S, «piuttosto che con un Berlusconi che va in Europa a dare rassicurazioni sulla subalternità dell’alleato nel futuro governo».

Parole e numeri

Ora però non si capisce perché se Salvini non si sente garantito da Berlusconi, dovrebbe sentirsi garantito con Di Maio. In secondo luogo, le candidature di Claudio Borghi e Alberto Bagnai presentate ieri dal leader della Lega servono proprio a rimarcare la differenza tra il Carroccio e il MoVimento 5 Stelle, che sull’euro e sull’Europa ha cambiato idea in più occasioni partendo dall’idea più complicata per finire nei soliti annunci bellicosi che dalla nascita dell’Unione Europea non hanno mai portato a niente.

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Le simulazioni nei collegi uninominali con il Rosatellum (Corriere della Sera, 4 dicembre 2017)

Insomma, gli argomenti di Di Maio sono già oggi molto deboli, e con Berlusconi in campo e ringalluzzito dalla vittoria l’attrazione di Forza Italia sarebbe davvero insostenibile per la Lega, anche perché l’alleanza tra alti e bassi va avanti da anni ed è cementata in tanti consigli regionali, mentre quella con il M5S sarebbe un inedito. Forse Di Maio può pensare alla possibilità di un’alleanza con Salvini. Ma è difficile che Salvini ci caschi.

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