Salvini dice no a un governo «Spelacchio»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-12-20

Il Patto di Neanderthal tra Lega, FdI e M5S non s’ha da fare. «Escludo l’appoggio della Lega a un governo Di Maio. Basta vedere Spelacchio a Roma, come governano le città. Dico no al ‘governo Spelacchio’», afferma il segretario della Lega, Matteo Salvini, su Radio Capital. “Va bene cambiare idea, ma M5S cambia idea continuamente. …

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Il Patto di Neanderthal tra Lega, FdI e M5S non s’ha da fare. «Escludo l’appoggio della Lega a un governo Di Maio. Basta vedere Spelacchio a Roma, come governano le città. Dico no al ‘governo Spelacchio’», afferma il segretario della Lega, Matteo Salvini, su Radio Capital. “Va bene cambiare idea, ma M5S cambia idea continuamente. Noi – aggiunge – avremo il 40% e Mattarella chiamerà uno di noi a formare il governo”. Salvini ne ha anche per l’impossibile referendum sull’euro che propongono i grillini: “La vera emergenza e’ portare il lavoro in Italia: l’Euro fa parte delle regole europee che devono cambiare. Da 15 anni ci sentiamo dire che bisogna chiudere gli ospedali per ridurre il debito che invece è aumentato. Quella del referendum è una sciocchezza. C’è la possibilità di avere altre soluzioni per pagare il debito mantenendo l’euro. La mia prospettiva – aggiunge – non è uscire dall’euro ma rientrare con nuove regole“.
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In altre occasioni Salvini aveva spiegato che “Per uscire dall’euro non serve un referendum, la finanza ci massacrerebbe. Serve un blitz veloce, dalla sera alla mattina”. E ancora: “Non serve un referendum perché sarebbe un massacro per l’economia. Io dico che, se la Lega va al governo, noi usciamo. Altrimenti se fai tre mesi di campagna sul referendum sull’euro, c’è gente come Soros che ti massacra”. In effetti un percorso di uscita di un paese dall’area monetaria europea non potrebbe avvenire attraverso un dibattito pubblico e un referendum, come è successo nel Regno Unito e come vorrebbero i 5 Stelle con la loro proposta di referendum sull’euro. Il perché è abbastanza intuibile: l’intero percorso pubblico, la campagna elettorale e il risultato finale farebbero vivere il paese in uno stato di pericolo continuo dal punto di vista finanziario, con la speculazione pronta a scommettere contro e tensioni insostenibili su obbligazioni e gravi ripercussioni sulla solidità del sistema. Questo accadrebbe sia in caso di vittoria del sì sia in caso di vittoria del no al referendum. Per questo, se una decisione del genere va presa, è meglio che si faccia “dalla sera alla mattina”, con una decisione da prendere rapidamente e mettendo in atto tutte le precauzioni necessarie per evitare un bank run.

Leggi sull’argomento: Marcello Minenna dice che uscire dall’euro si può

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