Politica

Il Fatto suggerisce l'accordo tra M5S e LeU

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-23

Il piano delle convergenze immaginato da Di Maio non è adatto. Mentre l’alleanza con Bersani, secondo il quotidiano, lo sarebbe

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Antonio Esposito sul Fatto Quotidiano di oggi riflette sul piano delle convergenze parallele approntato da Luigi Di Maio dopo le elezioni e ne mostra le molte falle logiche e politiche. Poi propone al MoVimento 5 Stelle di stringere oggi un’alleanza con Liberi e Uguali per il governo prossimo venturo:

Ammesso e non concesso che i partiti, la sera delle elezioni rispondano all’appello del Movimento e si siedano intorno a un tavolo per trovare punti di convergenza con il programma dei 5Stelle, si verificherà la paradossale situazione per cui un partito si esprimerà favorevolmente su alcuni punti del programma (per esempio quelli relativi agli immigrati e alla sicurezza) e negativamente su altri punti (per esempio riforma della giustizia e della scuola).
Un altro partito sarà favorevole (per esempio sulla politica di sviluppo economico) ma non sarà d’a cc or do sulla riforma del Jobs Act e così via. Nessuna maggioranza è in tal modo ipotizzabile. L’unico modoper cercare di evitare una sicura vittoria del centrodestra è una coalizione, un’al leanza, un accordo pre-elettorale (lo si chiami come si vuole) con la lista Liberi e Uguali che i sondaggi accreditano all’8%. In quel gruppo vi sono persone perbene la cuistoria consentela possibilità di accordi sui grandi temi della Giustizia, dell’Ambiente, dei diritti civili e sociali.

bersani m5s pd
Il ragionamento del Fatto è sicuramente più logico di quello fatto dagli esperti di strategia del MoVimento 5 Stelle, ma rimangono due problemi di fondo che vengono sottovalutati:

E ALLORA, SI IMPONE che su un accordo di tal genere si esprimano, con urgenza, i militanti del Movimento cresciuti nel mito (anche se oggi offuscato) della democrazia diretta attraverso la Rete, dimostrando che non sono ancora ridotti a ratificatori di scelte (sbagliate) del capo (oramai uomo solo al comando, sulla falsariga, negativa, di Renzi e di altri), ma soprattutto devono far sentire la loro voce i milioni di elettori che nel 2013 hanno votato il Movimento con l’obiettivo di dare finalmente vita a un sistema basato sul rispetto delle regole, sull ’abbattimento degli odiosi privilegi della casta, sulla lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, spazzando così via, democraticamente, un sistema politico-economico sostanzialmente corrotto e ingessato dalla partitocrazia con la quale nessun accordo è possibile.

Il primo è che sia LeU che M5S hanno da perdere se annunciano un’alleanza oggi perché a quel punto gli antipatizzanti degli alleati potrebbero orientarsi a votare altro. Il secondo è che non ci sono i numeri oggi per arrivare alla fiducia nelle camere in caso di alleanza con LeU.

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