M5S, il triplo incarico di Bugani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-21

Riceve 80 mila euro ma è anche consigliere a Bologna e socio di Rousseau. E tra i grillini c’è maretta

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Ieri la pubblicazione dei compensi dei collaboratori degli staff di Conte, Salvini e Di Maio ha movimentato la giornata del MoVimento 5 Stelle. Sulla graticola non c’è certo Rocco Casalino, sul cui stipendio come capo dell’ufficio stampa di Conte nessuno tira fuori un fiato (primum vivere, deinde filosofari), bensì Max Bugani, accusato di avere un triplo incarico. Del nervosismo dei grillini parla oggi La Stampa in un articolo a firma di Nicola Lillo e Ilario Lombardo:

L’Associazione Rousseau – anello di congiunzione della Casaleggio Associati e del M5S – ha due dei suoi tre uomini del board dentro al palazzo del governo. Ci fosse anche Davide Casaleggio, ci sarebbero proprio tutti al fianco di Di Maio. Di Pietro Dettori si sapeva: assunto con l’incarico di «Responsabile della comunicazione, social ed eventi» a oltre 130 mila euro di stipendio (comprese le indennità).

L’altro casaleggino è proprio Bugani che porta a casa, tra trattamento economico e indennità, circa 80 mila euro, un po’ meno di Dario De Falco, l’amico di infanzia di Di Maio, che lo ha seguito da Pomigliano a Roma per 100 mila euro lordi l’anno (a proposito di amici, anche il non eletto Bruno Marton ha un ruolo al fianco del sottosegretario e compagno di lunga militanza Vito Crimi, per 73 mila euro).

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Virzì con l’amico Max Bugani

De Falco e Bugani sono entrambi consiglieri comunali nel pieno del loro mandato, un compito sacro per il grillino di una volta, che puntava il dito contro chi invece sommava gli incarichi e usava la politica come un moltiplicatore economico. E infatti la cosa non è passata inosservata:

Mentre le polemiche si concentrano sulla paga di Rocco Casalino, il portavoce che a 180 mila euro è pagato più del premier (114 mila euro), svelando così i limiti del pauperismo anti-Casta un tempo predicato da Grillo, nelle chat dei parlamen tari 5 Stelle non si fa altro che parlare di Bugani: «Noi prendiamo 60 mila euro, lui fa il consigliere pagato, il socio di Rousseau e adesso, non contento, prende anche 80 mila euro», è il senso di molti messaggi.

«Mentre ti dedichi al mandato elettivo – fanno sapere dal M5S a difesa di Bugani – puoi anche lavorare». Certo, ma se lavori per l’associazione di un’azienda privata e fai il consigliere comunale forse non dovresti finire a Palazzo Chigi. Ma Max sembra che tutto possa.

Leggi sull’argomento: L’indagine sui soldi di Parnasi al PD

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