Opinioni

Luigi Marroni: il renziano che accusa Tiziano Renzi

neXtQuotidiano 02/03/2017

“Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire sui commissari di gara per conto del babbo di Matteo e del parlamentare di Ala. Mi dissero che loro erano ‘arbitri’ del mio destino professionale”. Questo avrebbe rivelato ai pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano lo scorso 20 dicembre Luigi Marroni, l’amministratore delegato di Consip. […]

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“Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire sui commissari di gara per conto del babbo di Matteo e del parlamentare di Ala. Mi dissero che loro erano ‘arbitri’ del mio destino professionale”. Questo avrebbe rivelato ai pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano lo scorso 20 dicembre Luigi Marroni, l’amministratore delegato di Consip. Lo scrive L’Espresso che ha diffuso sul sito un’anticipazione di un’inchiesta che sarà pubblicata nel numero in edicola domenica. Marroni è stato sentito come persona informata sui fatti sull’appalto Fm4 da 2,7 miliardi bandito da Consip e sul sistema messo in piedi da Alfredo Romeo. Marroni, assessore regionale in Toscana prima di approdare alla centrale acquisti della pubblica amministrazione, è considerato un renziano di ferro. Eppure, secondo il settimanale, nel corso dell’interrogatorio l’AD “racconta di un vero e proprio ‘ricatto’ subito da un sodale di Tiziano Renzi, l’imprenditore Carlo Russo. Riferisce di pressanti ‘richieste di intervento’ sulle Commissioni di gara per favorire una specifica società; di ‘incontri’ riservati con il papà di Renzi a Firenze; e di ‘aspettative ben precise’ da parte di ‘Denis Verdini e Tiziano Renzi'” sull’assegnazione di gare Consip per centinaia di centinaia di milioni”.

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I protagonisti dell’inchiesta Consip (La Repubblica, 2 marzo 2017)


Marroni inoltre, scrive ancora L’Espresso sottolineando che si tratta di una “ricostruzione tutta ancora da provare”, avrebbe affermato che Carlo Russo, “in occasione di un incontro a due negli uffici romani della Consip gli avrebbe chiesto in modo pressante di favorire una società nel cuore di Denis Verdini, ricordandogli che la sua promozione in Consip era avvenuta proprio grazie ai buoni uffici di Tiziano Renzi e di Verdini”. Ai pm il manager avrebbe aggiunto che “Tiziano e Denis” erano “arbitri del mio destino professionale”, “potendo la coppia ‘revocare’ il suo incarico”. Il settimanale scrive ancora che Marroni ha rivelato come a marzo del 2016 il padre del premier “in persona” gli chiese “un incontro riservato, effettivamente avvenuto – a suo dire – in piazza Santo Spirito a Firenze”. In quel frangente Tiziano Renzi avrebbe chiesto, sempre secondo quanto scrive L’Espresso citando parti dell’interrogatorio, di “‘accontentare’ le richieste di Russo, perché persona di sua fiducia”. E sarebbe stato sempre il padre del premier a presentare Russo a Marroni. Quanto al presunto ruolo di Verdini, il settimanale scrive che gli inquirenti hanno acceso un faro sul “gigante francese Cofely, capofila di un raggruppamento di imprese che avrebbe vinto (in via provvisoria) un numero di lotti assai maggiore rispetto a quelli ottenuti da Romeo”. Nell’interrogatorio Marroni avrebbe sottolineato che “alla fine del 2015” andò “nei suoi uffici Consip il parlamentare di Ala Ignazio Abrignani, uomo vicinissimo a Verdini, che gli avrebbe chiesto senza tanti fronzoli di ‘intervenire’ per favorire il raggruppamento dei francesi nella gara”.
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Il pizzino di Alfredo Romeo con i 30mila euro a T. (da La Verità, 2 marzo 2017)


Di Abrignani parla anche il ‘Fatto quotidiano’ in edicola oggi. In quell’occasione, avrebbe detto Marroni ai pm, “Abrignani parlava proprio ‘per conto di Verdini'” affinché lui “si adoperasse in modo che Cofely si aggiudicasse un lotto in particolare: quello, strategico, di Roma Centro, che comprende i servizi di Palazzo Madama, Palazzo Chigi, ministeri importanti come il Viminale e la Giustizia e il Quirinale”. Il settimanale ha contattato Abrignani che ha confermato l’incontro, spostandolo però di qualche mese più avanti: “sono un deputato di Ala, è vero, ma sono anche avvocato del Consorzio stabile energie locali, che ha partecipato alla gara FM4 insieme alla capofila Cofely…nell’incontro che chiesi a Marroni cercai soltanto di capire quanto tempo ci avrebbero messo a decidere in via definitiva”. In merito alle presunte pressioni di Verdini per far vincere Cofely, Abrignani dice che si è tratta di un “equivoco”. “Verdini – spiega al settimanale – ha questo rapporto di vecchia amicizia con Marroni, anche i figli… Ma sono andato io a informarmi con il capo di Consip, quindi non so davvero come sia uscito che sia stato Verdini a informarsi su Cofely”. Ma è Marroni, sempre secondo l’Espresso, che dice ai pm di aver avuto un “faccia a faccia con Verdini a luglio del 2016”. In quell’incontro “Verdini avrebbe detto che conosceva il contenuto dei suoi colloqui con Abrignani, che era ‘soddisfatto’ e che avrebbe provato a far promuovere Marroni a ‘incarichi’ ancora ‘più prestigiosi'”.

Leggi sull’argomento: Luca Lotti e l’inchiesta Consip

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