Luca Lotti e il caso Consip

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-03-02

Luca Lotti ha pubblicato poco fa su Facebook un lungo status per difendersi dalla mozione di sfiducia che il MoVimento 5 Stelle ha annunciato nei suoi confronti in relazione all’inchiesta sulla Consip. Lotti è indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio dopo le dichiarazioni di Luigi Marroni, amico del sottosegretario di Renzi, diventato capo …

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Luca Lotti ha pubblicato poco fa su Facebook un lungo status per difendersi dalla mozione di sfiducia che il MoVimento 5 Stelle ha annunciato nei suoi confronti in relazione all’inchiesta sulla Consip. Lotti è indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio dopo le dichiarazioni di Luigi Marroni, amico del sottosegretario di Renzi, diventato capo della Consip, che ha parlato anche del generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, anche lui indagato per le stesse ipotesi di reato. Scrive Lotti su Facebook:

Se non fosse una cosa seria, ci sarebbe da ridere. Oggi il Movimento 5 Stelle ha presentato nei miei confronti la mozione di sfiducia. Si parla di tangenti, di arresti, di appalti. Tutte cose dalle quali sono totalmente estraneo.
Per essere ancora più chiaro: non mi occupo e non mi sono mai occupato di gare Consip, non conosco e non ho mai conosciuto il dottor Romeo.
La verità è che due mesi fa mi hanno interrogato su una presunta rivelazione di segreto d’ufficio. Si tratta di un reato che si ripete tutti i giorni in alcune redazioni ma che io non ho mai commesso. Lo ripeto con forza e sfido chiunque oggi dica il contrario ad attendere la conclusione di questa vicenda così paradossale.
Attendo che eventualmente si celebri il processo, nelle aule di tribunale e non sui giornali: contano gli articoli del codice penale, non dei quotidiani. Ma voglio dirlo chiaramente: se qualcuno pensa di far passare il messaggio che siamo tutti uguali, che noi siamo come gli altri, che “tutti rubano alla stessa maniera”, avete sbagliato destinatario. Noi siamo gente seria e perbene. Abbiamo governato per anni Firenze e l’Italia senza farci trascinare nel fango. La verità non ha paura del tempo. E noi abbiamo pazienza e forza per sopportare la vergognosa campagna di queste ore.

luca lotti consip
Tutto parte appunto da Marroni. L’amministratore della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana incarica una società di rimuovere eventuali cimici dai suoi uffici. La caccia va a segno. Le microspie vengono rimosse. Erano le microspie della procura di Napoli che allora indagava per corruzione in relazione alla gara FM4, proprio quella in cui voleva entrare Alfredo Romeo. Anche per questo i pm sentono Marroni  e alla fine l’amministratore di Consip – che sa di essere stato ascoltato – su domanda specifica risponde: “È stato il presidente della Consip Luigi Ferrara a dirmi che lo aveva messo in guardia il Comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette”. Secondo Marroni a rivelare l’esistenza delle cimici è stato proprio Lotti in una telefonata che risale al luglio 2016. Lotti ha sempre respinto tutte le accuse. Il 27 dicembre al pubblico ministero di Roma Mario Palazzi il ministro rivela che Filippo Vannoni gli ha detto di aver fatto il suo nome a Napoli:

Dice a verbale Lotti: il pomeriggio del 21, mentre “stavo rientrando in ufficio, ho trovato Vannoni, voleva parlarmi”. Vannoni, prosegue Lotti, “imbarazzato e con modi concitati, mi ha informato di essere stato sentito da Woodcock a Napoli e di avergli riferito di aver ricevuto da me informazioni riguardo l’esistenza di indagini su Consip; alle mie rimostranze circa la falsità di quanto affermato, lui ha ammesso di aver mentito e quando ho chiesto il perché si è scusato in modo imbarazzato, ottenendo una mia reazione stizzita, tanto da avergli detto ‘non ti do una testata per il rispetto del luogo nel quale siamo’, congedandolo”.

C’è poi il caso degli sms inviati al governatore della Puglia Michele Emiliano: in questi messaggi Lotti consigliava a Emiliano di incontrare Russo che voleva proporgli un affare in zona. In un’occasione Russo si presentò a Emiliano proprio come emissario di Matteo Renzi.

Leggi sull’argomento: Perché la politica trema per le accuse a Romeo

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