Luciana Lamorgese spiega a Salvini che gli irregolari sono aumentati per colpa sua

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-01-15

Ieri sera ad Otto e Mezzo la ministra dell’Interno ha spiegato a cosa è dovuto l’aumento dei migranti sbarcati a settembre e arrivati dalla Tunisia (non dalla Libia) e come proverà a risolvere il problema delle “risorse salviniane”: i migranti irregolari creati dal Decreto Sicurezza di Matteo Salvini

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Ieri sera la ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a Otto e Mezzo ha ribadito alcuni fatti noti che la propaganda leghista ha tentato – e tenta tutt’ora – di presentare diversamente. A partire dalla immaginaria questione dei porti chiusi da Matteo Salvini e dei porti aperti dal nuovo Governo. Come aveva già detto il sindaco di Lampedusa si tratta di pura propaganda. La titolare del Viminale infatti a ribadito che «i porti non sono mai stati chiusi perché è vero che c’era il divieto di sbarco ma poi regolarmente sbarcavano su indicazione della magistratura». E non solo, perché i porti erano “chiusi” solo per le ONG ma apertissimi per tutti gli altri.

Perché sono aumentati gli sbarchi?

Lamorgese ha anche spiegato la ragione dell’aumento degli sbarchi a partire da settembre. Un dato sul quale Matteo Salvini ha più volte puntato il dito contro Conte Bis spiegando che è quello che succede quando si “riaprono i porti” alle ONG. Ma non solo quei migranti non sono arrivati grazie alle ONG, quindi non sarebbero stati bloccati nemmeno dal predecessore di Lamorgese la quale ha spiegato che «la maggior parte veniva dalla Tunisia – dove non c’era un governo e quindi una situazione di instabilità – e quasi nessuno dalla Libia. Non sapendo con chi prendere accordi in quanto mancava il ministro dell’Interno tunisino e ancora adesso non c’è un governo in Tunisia quello va ad incidere sulla situazione generale dei flussi migratori». Parole molto diverse da quelle di Salvini, che prima di tornare ad essere un semplice senatore raccontava che la Tunisia era un paese sicuro perché gli italiani ci andavano in vacanza.

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Ma dal Governo ci si aspetta, soprattutto da parte del PD, un intervento di revisione dei Decreti Sicurezza, meglio ancora se un’abolizione completa. L’abolizione non ci sarà, perché la ministra Lamorgese lascia intendere che ci sarà al massimo una lieve rimodulazione che comprende multe più basse per le ONG – o meglio un ritorno a quanto previsto dal primo Decreto Sicurezza – e qualche passo indietro sui permessi di soggiorno per motivi umanitari.

Come Lamorgese vuole risolvere i problemi creati dal Decreto Salvini (senza abrogarlo)

Non un ripristino però. La titolare del Viminale spiega che è necessario «ampliare la categoria dei permessi umanitari per evitare quello che stava succedendo a dicembre e sul quale siamo dovuti intervenire». La frase non è molto chiara, perché la categoria in questione è stata completamente abrogata. Ma il senso del discorso invece è perfettamente comprensibile: «tutti quelli che non avevano il permesso umanitario in base al Decreto poi venivano buttati fuori per strada e quindi ce li trovavamo nelle piazze nelle strade e nelle stazioni». È il problema degli irregolari creati proprio dal Decreto Sicurezza e dall’abolizione della protezione umanitaria.

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via Twitter.com

Il Viminale infatti è dovuto intervenire per concedere una proroga di sei mesi – dal 1 gennaio al 30 giugno 2020 – dei servizi ex Sprar che oggi sono i Siproimi (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) che accolgono i migranti cui è stata concessa la protezione umanitaria proprio per evitare che migliaia di migranti finissero in mezzo alla strada. Allo stesso tempo la ministra non ha intenzione di tornare al sistema degli Sprar e sembra ritenere che la scelta di dare una stretta ai permessi umanitari per coloro che non ottenevano la protezione internazionale non sia stata completamente sbagliata perché «eravamo l’unico paese che eravamo al 28%, gli altri paesi erano al 3-4%» (ora siamo intorno al 2%, scrive Matteo Villa dell’ISPI su Twitter). È chiaro però che proprio la stretta sui permessi umanitari ha contribuito ad aumentare il numero degli irregolari (il ministro però evita di fornire le cifre).

Secondo Matteo Villa a settembre 2019 «il numero di stranieri irregolari in Italia sfiora i 640.000. Sono 87.000 in più da fine maggio 2018, cioè dall’entrata in carica del Governo Conte I». Di conseguenza con il Decreto Salvini in Italia oggi ci sono almeno 26mila stranieri irregolari in più rispetto ad uno scenario in cui quella forma di protezione internazionale fosse stata mantenuta. Ora la ministra, che rivendica maggiore sobrietà rispetto alle felpe salviniane, ritiene che una revisione del Decreto Sicurezza possa far rientrare l’emergenza creata da Salvini, quello che chiudeva i porti ma nel frattempo creava migliaia di irregolari tra i migranti già sbarcati e presenti in Italia.

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