Lucia Borgonzoni sottosegretaria alla Cultura: l’incredibile candidatura della leghista che si vanta di non leggere

di Maria Teresa Mura

Pubblicato il 2021-02-22

Tutte le gaffe di Lucia Borgonzoni, la papabile sottosegretaria alla Cultura che pensava che l’Emilia Romagna confinasse con il Trentino e che gli ospedali in regione fossero chiusi il fine settimana

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Sono voci non confermate, questo è vero: ma se Lucia Borgonzoni fosse davvero nominata sottosegretaria alla Cultura come paventano in queste ore diversi retroscena il Governo dei migliori nella sua squadra aggiungerebbe un’altra poltrona alquanto discutibile

Lucia Borgonzoni sottosegretaria alla Cultura: l’incredibile candidatura della leghista che si vanta di non leggere

Le nomine dei sottosegretari arriveranno a breve. C’è maretta tra le forze politiche sulla distribuzione dei posti. A partire dal Movimento 5 Stelle che, a causa della “scissione” potrebbe veder ridimensionata la propria rappresentanza. Ma anche dalle parti del Partito Democratico non se la passano bene, dopo le critiche sollevate per le nomine solo maschili dei ministri DEM. E infine c’è la questione Lega. Salvini preme per avere uomini di fiducia nei ministeri chiave, a partire da quello dell’Interno, simbolo del suo potere durante il governo gialloverde. La questione femminile diventa cruciale: Draghi non vuole perdere tempo e già oggi, al massimo mercoledì, dovrà decidere chi farà parte della rosa, e si parla di un 60% di presenze femminili. Anche per questo motivo la nomina di Lucia Borgonzoni all’Università potrebbe essere più di una voce di corridoio. Racconta il Corriere che la Lega punta ad avere 9 sottosegretari, tra cui proprio l’ex candidata alla presidenza della regione Emilia Romagna:

La Lega punta ad avere da 8 a 9 caselle. Salvini schiera Stefano Candiani (Interno), Massimo Bitonci (Economia), Lucia Borgonzoni (Cultura), Edoardo Rixi (Infrastrutture), Vanna Gavia (Transizione ecologica), Gian Marco Centinaio (Salute o Sport), Andrea Giaccone o Claudio Durigon (Lavoro)

Borgonzoni era già stata sottosegretaria alla Cultura nel primo governo Conte, quello con Lega e Movimento 5 Stelle: allora si distinse per il suo speciale orgoglio nel dichiarare di non leggere un libro da tre anni: : “Leggo poco, studio sempre cose per lavoro. L’ultima cosa che ho riletto per svago è Il Castello di Kafka, tre anni fa. Ora che mi dedicherò alla cultura magari andrò più al cinema e a teatro”, aveva raccontato a Un giorno da pecora. Ma anche come candidata alla regione la Borgonzoni si tolse diverse soddisfazioni. Come non ricordare quando, interrogata sui confini dell’Emilia Romagna, candidamente spiegò che l’Emilia Romagna confinava con il Trentino? Anche quella volta fatale fu la sua partecipazione a Un giorno da pecora. Ma le sue gaffes non sono finite. Ad esempio indimenticabile è stata la proposta di tenere gli ospedali aperti tutti i giorni: “Tra i primi provvedimenti ci sarà l’attenzione ai più deboli, gli ospedali saranno aperti di notte, di sabato e di domenica, come in Veneto”. Allora Bonaccini ebbe gioco facile nel rispondere: “Informo la cittadinanza che in #EmiliaRomagna anche questo fine settimana il servizio sanitario sarà attivo, efficace ed efficiente come sempre. Salvini, non essendo di questa Regione, può certamente non saperlo (dovrebbe però immaginarlo, avendo proprio il suo Governo indicato la nostra Sanità come modello per le altre regioni). È più preoccupante che a non sapere queste cose sia la mia sfidante: chi si candida a presidente qualcosa dovrebbero prima impararlo. L’Emilia-Romagna è una grande Regione, non merita improvvisazione”.

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Non è stato un caso se poi, per mancanza di argomenti, la campagna di Borgonzoni si ridusse quasi esclusivamente a parlare di Bibbiano. E non è stato casuale che Salvini abbia condotto comizi e incontri elettorali in prima persona, oscurando la candidata. Del resto Borgonzoni ha evitato più volte il confronto diretto con Bonaccini in tv. Cosa avrebbe potuto dire oltre a criticarlo per non aver pubblicato cagnolini sui propri social?

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