Lucia Borgonzoni torna a Roma e molla l’Emilia-Romagna

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-02-02

Sarà presente al primo consiglio regionale, dice. Ma per Salvini è “indispensabile” a livello nazionale perché deve guidare la sezione Cultura del partito. E allora bye bye regione

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E alla fine Lucia Borgonzoni torna a Roma e molla l’Emilia-Romagna. Dopo aver promesso a più riprese che sarebbe rimasta a guidare l’opposizione nel consiglio regionale in caso di sconfitta e che avrebbe dato le dimissioni da senatrice, ma guardandosi bene dal farlo prima perché acca’ nisciuno è fesso, la candidata sconfitta di Bonaccini ieri in compagnia di Matteo Salvini ha cercato di fregare ancora un po’ gli elettori che l’hanno votata annunciando che sarà presente al primo consiglio regionale. Ma senza dire che tornerà a Roma a brevissimo, come ha già fatto capire il Capitano.

Lucia Borgonzoni torna a Roma e molla l’Emilia-Romagna

Salvini aveva promesso con lei che avrebbero sciolto la riserva e fatto sapere a tutti cosa avrebbe fatto la Borgonzoni in occasione della festa organizzata dalla Lega a Vignola. E infatti ieri il Dinamico Duo si è ben guardato dal farlo. Sulla collocazione di Lucia Borgonzoni nello scacchiere leghista “io ascolterò tutti, poi a me onestamente Lucia serve a livello nazionale nel settore di cui si è occupata”, quello della Cultura, ha detto il segretario della Lega a chi gli chiedeva se avesse deciso per un permanenza della candidata alla presidenza della Regione e senatrice in Emilia-Romagna o se per un suo impegno a Roma. Parlando a Vignola, nel Modenese a margine della ‘Festa del Ringraziamento’ con i sostenitori del Carroccio dopo le Regionali emiliano-romagnole il leader del Carroccio ha poi aggiunto che “lei”, Borgonzoni, “vorrebbe rimanere a livello locale. Io sto lavorando ai dipartimenti a livello nazionale: Giustizia, Esteri, Economia. E Cultura, Arti Visive, Cinema, Spettacolo, Teatro: lei su quello è apprezzata da tutti gli operatori del settore. Proverò a convincerla a rimanere a Roma”.

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E sappiamo tutti cosa significa che Salvini proverà a convincerla: che il Capitano si assumerà la responsabilità della scelta e Borgonzoni potrà così dire di aver dovuto obbedire al partito per non perdere la faccia. Lei ieri ha risposto “Vedremo” a chi le chiedeva se intendesse rimanere in Emilia-Romagna, in qualità di consigliere regionale, o seguire temi nazionali a Roma, come auspicato dal segretario del Carroccio, Matteo salvini. Ad ogni modo, ha aggiunto, sarà presente alla prima seduta del consiglio regionale emiliano-romagnolo.

La promessa di Borgonzoni sulla Regione smentita dai numeri

D’altro canto quando è stata eletta a Palazzo Madama, nel marzo del 2018, Borgonzoni ha lasciato il Consiglio Comunale di Bologna. Non da un punto di vista formale, visto che non ha rassegnato le dimissioni neanche dopo la nomina a Sottosegretario, ma sostanziale:

In tutto il 2019 si è affacciata nella Sala del Consiglio di Palazzo d’Accursio soltanto una volta. E già in precedenza non figurava certo tra i più presenti, tanto che dall’inizio del mandato collezionato in totale 182 assenze, il 57% del totale. A chi l’accusa di assenteismo, però, lei risponde candidamente «Forse io faccio più interrogazioni — ha dichiarato a Radio Città del Capo — di quante non fanno tutti i consiglieri comunali della sinistra messi assieme».

Bonaccini, da questo punto di vista, è agli antipodi. Stando ai dati forniti da viale Aldo Moro, infatti, nel corso del suo mandato è risultato presente al 75% delle 149 giornate di lavoro in cui si è riunita l’Assemblea Legislativa. Non solo: buona parte delle assenze (il 23%) è stata “giustificata per motivi istituzionali”, tanto che in cinque anni si contano solo due assenze ingiustificate.

lucia borgonzoni

Certo, a sua parziale scusante va sottolineato che Borgonzoni è poco presente anche in Senato.

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