ILVA, Di Maio non ha fretta ma l’azienda perde 30 milioni al mese

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-31

Ieri primi segnali di insofferenza dall’investitore privato, che dice che più di così non è possibile. Ma il ministro vuole ancora altro

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Luigi Di Maio non ha fretta di trovare una soluzione per ILVA e ieri ha detto che il piano ambientale proposto da Arcelor-Mittal non basta.  In sintesi, AM si impegna a ridurre del 15% le emissioni di anidride carbonica per tonnellata di acciaio liquido prodotto, abbattendo rispettivamente del 30% e del 50% (rispetto alle bat europee) le polveri e le diossine derivanti dalla sinterizzazione, grazie a filtri ibridi di ultima generazione. La multinazionale assicura che a Taranto, dal 2020 in poi, non ci saranno più wind days: le conclusioni dei lavori per la copertura dei parchi, carbone e minerali, sono anticipate rispettivamente a giugno e gennaio 2020. Si tratta comunque di scadenze già previste dal protocollo Mise-enti locali di maggio: alcuni obiettivi, precisa Mittal nel documento, sono già in discussione con il Comune di Taranto. Spazio anche alle tecnologie low carbon, previo studio di fattibilità, a piano concluso e per le tonnellate eccedenti i limiti produttivi ambientali.

ILVA DI MAIO ITALIA
Il nuovo piano ambientale di Arcelor-Mittal per ILVA (Il Sole 24 Ore, 31 luglio 2018)

Il Sole 24 Ore però registra che per la prima volta i rappresentanti di ArcelorMittal avrebbero iniziato a mostrare un po’ di insofferenza per il pressing governativo. In conferenza stampa, a una domanda esplicita su che cosa intenda fare nel caso di annullamento della gara in autotutela, se ripartire con una nuova procedura o chiudere l’impianto e abbandonare l’acciaio, il ministro ha risposto fornendo solo elementi sull’iter giuridico. Perché è evidente che dopo la fuga in avanti del commissariamento protratto per altri tre mesi Di Maio non ha un’idea precisa di come portare a compimento la vicenda. Di più: ogni scelta rischia di fare molti scontenti, soprattutto tra ambientalisti e sindacalisti, i quali ieri auspicavano che ILVA usasse tutta la sua forza-lavoro per portare a compimento un piano ambientale così ambizioso. Ciascuno porta acqua al proprio mulino. Ma se l’Avvocatura e gli altri dovessero sconsigliare l’annullamento della gara sarebbe Di Maio a trovarsi con il cerino acceso in mano.

Leggi sull’argomento: La melina di Di Maio sull’ILVA

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