La dipendente del Comune licenziata perché era al bar reintegrata con stipendio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-20

Era stata la prima licenziata con la legge Madia. Ora il tribunale la reintegra e il Comune di Roma le deve un anno di stipendio

article-post

La storia di Letizia Beato è stata raccontata come quella della prima dipendente pubblica licenziata con la legge Madia. Il 20 aprile 2017 la donna si è recata negli uffici di via della Greca e ha timbrato alle 7,59. Dieci minuti dopo è uscita senza strisciare il badge per prendere una camomilla visto che aveva avvertito un malore. La bevanda calda non è disponibile alle macchinette dell’ufficio. Mentre rientrava è inciampata su un marciapiede in via dei Cerchi e a causa della caduta è stata trasportata al pronto soccorso del Fatebenefratelli, che si trova non lontano dall’ufficio.

L’infortunio è stato refertato nel modulo Inail come «caduta accidentale in via dei Cerchi mentre si recava a lavoro». Ma, come abbiamo appena scritto, la donna era già entrata al lavoro come dimostra il cartellino. L’assenza della timbratura d’uscita che «rientra nella fattispecie della falsa attestazione». Per questo è stata licenziata. La donna si è difesa affermando di “non aver timbrato l’uscita perché da una parte l’intento era di rientrare al volo e quindi confidavo in un rientro immediato in ufficio e in più nello stato di malessere in cui mi trovavo non ho realizzato che avrei dovuto timbrare, quindi ho commesso una mancanza, ma non avevo nessuna intenzione di rimanere fuori dall’ufficio”. Il Comune ha applicato il nuovo rito dei licenziamenti che comporta la sospensione immediata del dipendente e il licenziamento entro 30 giorni dalla contestazione.

Nel marzo 2018 la donna è stata reintegrata dal tribunale del Lavoro che le ha dato ragione e ieri è arrivato l’accordo con il Comune per chiudere la vicenda:  vale a dire, spiega l’avvocato Torcicollo, che «le verranno trattenuti in busta paga 10 giorni di stipendio. In questo modo abbiamo accontentato la dirigenza capitolina. Ma siamo riusciti ad ottenere che l’amministrazione paghi le retribuzioni non percepite, e stiamo parlando di oltre un anno di stipendio, cioè il periodo di allontanamento della mia assistita dal lavoro. E abbiamo ottenuto anche che nel computo siano inclusi gli eventuali scatti di anzianità o le possibilità, perse, di carriera. Ci sarebbe da fare ricorso alla corte dei Conti: perché i soldi pubblici devono essere sprecati in questo modo?».

Leggi anche: Marcello De Vito arrestato per corruzione

 

 

Potrebbe interessarti anche