Letizia Beato: la prima dipendente pubblica licenziata con la legge Madia è stata reintegrata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-03-19

Il Comune di Roma l’aveva cacciata perché aveva lasciato l’ufficio senza timbrare il cartellino. Oggi in udienza ci ha ripensato

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La prima dipendente pubblica licenziata con la legge Madia è stata reintegrata. Letizia Beato, 60 anni, dipendente da oltre trent’anni del Comune di Roma, nel maggio 2017 venne licenziata dal Comune di Roma perché, secondo l’accusa, si era allontanata dal posto di lavoro senza timbrare il cartellino.

La prima dipendente pubblica licenziata con la legge Madia è stata reintegrata

La storia è questa: il 20 aprile 2017 la donna si è recata negli uffici di via della Greca e ha timbrato alle 7,59. Dieci minuti dopo è uscita senza strisciare il badge per prendere una camomilla visto che aveva avvertito un malore. La bevanda calda non è disponibile alle macchinette dell’ufficio. Mentre rientrava è inciampata su un marciapiede in via dei Cerchi e a causa della caduta è stata trasportata al pronto soccorso del Fatebenefratelli, che si trova non lontano dall’ufficio.

licenziata madia

L’infortunio è stato refertato nel modulo Inail come «caduta accidentale in via dei Cerchi mentre si recava a lavoro». Ma la donna era già entrata al lavoro come dimostra il cartellino: l’assenza della timbratura d’uscita «rientra nella fattispecie della falsa attestazione». Per questo è stata licenziata.Il Comune ha applicato il nuovo rito dei licenziamenti che comporta la sospensione immediata del dipendente e il licenziamento entro 30 giorni dalla contestazione.

Il Comune ritira il licenziamento

Ne è seguito il prevedibile ricorso da parte di Letizia Beato. E oggi il Comune di Roma durante l’udienza, presentata dall’avvocato Giuseppe Pio Torcicollo, ”di fronte al giudice ha annunciato di essere disposto ad annullare il licenziamento. Un fatto mai avvenuto prima”, ha detto l’avvocato all’Adn Kronos. “È stata una vera e propria sorpresa anche per il giudice perché non era mai accaduto che il Comune non solo decida di conciliare in una causa del genere ma proponga anche di corrispondere alla dipendente i mesi in cui la donna è stata allontanata dal posto di lavoro – sottolinea il legale – Per 10 mesi il Comune di Roma ha tenuto duro e non ha voluto revocare in nessun modo il licenziamento e oggi invece c’è stato il grande colpo di scena”.

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“Dopo la richiesta di conciliazione il Giudice – prosegue Torcicollo – di fronte alla proposta del Comune di convertire il licenziamento in una sanzione conservativa e cioè convertire il licenziamento in 10 giorni di sospensione della retribuzione ha fatto una controproposta e ha chiesto al Comune di ridurre la sanzione a due giorni. Inoltre il Comune è stato condannato al pagamento delle spese di lite par una somma pari a 1.500 euro più il rimborso del contributo unificato. È stata una grande vittoria – aggiunge Torcicollo – è la prima volta che in una prima udienza viene ritirato il licenziamento e questo si traduce in un’ammissione di colpa. Il Comune ha riconosciuto di aver sbagliato. La ratifica del verbale è stata fissata per il 26 marzo e se tutto andrà bene, a firma raggiunta, la signora verrà immediatamente reintegrata dopo 11 mesi di assenza“, conclude.

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