“Più armi per tutti” e “la difesa è sempre legittima”: cosa può andare storto?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-29

Da un lato si fa credere ai cittadini che la difesa sia “sempre” legittima, spingendo magari qualcuno ad armarsi. Dall’altra i deputati della Lega avanzano proposte per rendere più facile la concessione di licenze per armi “per difesa personale” perché come dice l’onorevole Cattoi «Chi fa la vita reale sa che occorre avere un’arma per difendere la propria famiglia». Ma sono tutte mosse pericolose che contribuiranno a far credere ai pistoleri di turno che sparare a qualcuno sia sempre concesso

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Ogni mattina Luigi Di Maio si alza e sa che dovrà correre più veloce di Matteo Salvini per dimostrare che è lui a comandare nella coalizione di governo. Il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle però non si è accorto che da ieri – grazie al fantastico contratto di governo – la Lega ha un’arma in più: la “nuova” legittima difesa. Ed è in fondo del tutto naturale che ora che il cittadino può difendersi (lo poteva farlo anche prima ma non ditelo in giro) servano le armi per farlo. E così per funzionare lo spot elettorale della legge sulla legittima difesa ha bisogno di un’altra operazione di propaganda: quella per l’acquisto delle armi.

Legittima difesa e vendita di armi vanno di pari passo

Salvini nega che ci sia un collegamento tra le due cose e proprio ieri, commentando l’approvazione al Senato della riforma, aveva detto che con il provvedimento voluto dalla Lega «non si distribuiscono armi e non si legittima il Far West, ma si sta con i cittadini per bene: quindi da oggi i delinquenti sanno che fare i rapinatori in Italia è più difficile: è un mestiere ancora più pericoloso». Eppure a ottobre 2018 la deputata trentina Vanessa Cattoi, assieme ad altri 70 deputati della Lega, aveva presentato una proposta di legge recante Modifiche agli articoli 2 della legge 18 aprile 1975, n. 110, e 11 della legge 21 dicembre 1999, n. 526, in materia di armi comuni da sparo. Oggi la Lega fa sapere che si tratta di «una proposta di iniziativa parlamentare come ce ne sono tante» e che «non è una priorità della Lega» anche perché la proposta è cronologicamente slegata dall’iter per l’approvazione della riforma.

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Eppure quello del possesso di armi è un vecchio pallino di Salvini. Ad esempio nel 2017 su Facebook l’allora eurodeputato leghista si scagliava contro la decisione del Parlamento Europeo di approvare una proposta di legge «per rendere più difficile il possesso legittimo delle armi con la scusa (ridicola!) di combattere il terrorismo». Alla faccia della legittima difesa, chiosava Salvini, lasciando intendere che facilitare l’acquisto di armi andava di pari passo con la possibilità di difendersi dai ladri. E ignorando l’esistenza del problema di quei terroristi che le armi le comprano legalmente e poi massacrano 50 persone innocenti.

Cosa dice la proposta di legge di Vanessa Cattoi

Che la questione della legittima difesa sia legata alla possibilità di acquistare armi legalmente è un fatto pacifico. Come è altrettanto evidente che le due questioni sono una la causa dell’altra nella proposta di legge Cattoi. Proposta che inizia così: «Onorevoli Colleghi! Procurarsi un’arma da fuoco, nel nostro Paese, non è un’operazione molto semplice, almeno per chi vuole farlo nel rispetto delle norme vigenti» e continua «le licenze concesse per la detenzione di armi in casa sono poco più di 5 milioni, il che significa che un italiano su dieci è in condizioni di utilizzare un’arma, anche se il numero delle licenze che consentono a coloro che le acquistano di portarle con sé è largamente inferiore». Il problema non riguarda tanto il tiro sportivo o la caccia quanto la difesa personale. Troppo difficile ottenere la licenza in questo caso.

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Si legge nella proposta Cattoi che «È invece molto complesso ottenere il permesso per difesa personale. In questo caso solo un ristretto numero di persone può ricevere il placet per portare con sé un’arma. Le procedure sono molto lunghe, bisogna dimostrare di saper maneggiare correttamente l’arma, ma soprattutto di essere in uno stato psico-fisico pressoché perfetto». Ma visto che la Lega ha approvato una legge con cui modifica la formulazione dell’eccesso colposo di legittima difesa. Che non viene eliminato (significa che è ancora previsto dal codice penale) ma che viene escluso se la persona «ha agito in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto». Ci si stupisce che chi chiede il porto d’armi per difesa personale debba essere in uno stato psico-fisico “pressoché perfetto”? Forse perché usare una pistola non è semplicemente saper premere il grilletto.

«Chi fa la vita reale sa che occorre avere un’arma»

Sul Messaggero oggi la Cattoi si difende e spiega che la sua proposta, che andrebbe ad aumentare da 7,5 a 15 joule «la potenza delle comuni armi da sparo al di sopra della quale è necessario avere il porto d’armi» non darà via al Far West perché «Con una potenza di 15 joule non uccidi nessuno, ma non devi stare addosso al ladro per proteggerti, non sei costretto ad avvicinarti a lui. Chi fa la vita reale sa che occorre un’arma per difendere la propria famiglia, basta guardare i telegiornali per capire cosa succede».

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Ed è vero che con 15 joule non si uccide nessuno (ad esempio una cartuccia 9mm “parabellum” ha un’energia cinetica allo sparo di circa 500 joules) ma molto dipende poi dalle circostanze, perché se la persona cade ed ha un trauma cranico le cose si complicano. E se non è letale ed è appena più potente di un’arma da tiro a segno c’è da chiedersi quanto effettiva possa essere nella difesa.  C’è anche da dire che nella vita reale generalmente – come ha ricordato ieri Gianrico Carofiglio a Otto e Mezzo – le persone si affidano alle forze dell’ordine per la salvaguardia della propria sicurezza.

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Quando Di Battista e Di Maio lottavano contro la lobby delle armi

Non servono più cittadini armati. Non serve una legge sulla legittima difesa (i procedimenti giudiziari di questo tipo si contano sulle dita di una mano negli ultimi 5 anni) che consenta di sparare “sempre” in maniera legittima. Delegare la gestione della sicurezza ai cittadini, persone non preparate ad affrontare un aggressore, rischia di generare altri problemi. Al solito è un altro spot della Lega. E il MoVimento 5 Stelle è costretto nuovamente a ribadire con Luigi Di Maio che l’Italia  non ha bisogno di più armi in circolazione. Anche perché, come spiegava Di Battista sotto un’analogo post di tre anni fa: «il dramma è sempre lo stesso, lo strapotere delle lobbies delle armi, anche quelle da fuoco». Dibba ci aveva quasi visto giusto, il dramma per Di Maio è sempre lo stesso: lo strapotere della Lega nel governo in cui il M5S è maggioranza.

Leggi sull’argomento: Giulia Bongiorno: le contraddizioni di un ministro che dice di difendere le donne

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