Fact checking
Giulia Bongiorno: le contraddizioni di un ministro che dice di difendere le donne
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2019-03-29
Lo strano caso della ministro e fondatrice di un’associazione a difesa delle donne vittime di abusi che propone sconti di pena con la castrazione chimica e insulta le vittime di violenze suggerendo che possono essere delle isteriche. Eppure quando si tratta di legittima difesa la Bongiorno è nettamente dalla parte delle vittime, come mai?
Giulia Bongiorno è fatta così: prima festeggia per l’approvazione dell’ennesima riforma della legge sulla legittima difesa e poi insulta le donne che denunciano violenze e maltrattamenti lasciando intendere che molte di loro sono delle isteriche. Andiamo con ordine. Ieri il Senato ha approvato le modifiche agli articoli del codice penale sulla legittima difesa. La ministro della Pubblica Amministrazione ha esultato dichiarando che «finalmente la difesa è legittima davvero». Spiegando che «chi entra in una casa per violentare, uccidere o rubare deve mettere in conto che ci possa essere reazione da parte della vittima».
Giulia Bongiorno e le “isteriche” che denunciano violenze sessuali e abusi
Poco dopo la Bongiorno ha spiegato la legge denominata “Codice Rosso” contro la violenza sulle donne. Secondo la ministro la norma prevede che quando una donna sporge denuncia per una violenza debba essere ascoltata entro tre giorni da un pubblico ministero o dalla polizia giudiziaria «così si può appurare immediatamente se si ha a che fare con un’isterica o con una donna in pericolo di vita, e in tal caso salvarla». Ci sono molte cose che non tornano in questa affermazione. La prima è l’utilizzo del termine “isterica” che un tempo – stiamo parlando del periodo tra la fine del 1800 e i primi decenni del 1900 – identificava una precisa psicopatologia tipicamente femminile.
Senza tirare in ballo Michel Foucault basti dire che l’isteria è stata a lungo definita come un disturbo derivante proprio dalla costituzione biologica della donna. Non a caso deriva dal tardo latino histerëcus, che significa “utero” ed è quindi anche etimologicamente radicato quindi nel suo essere femmina. L’isteria come categoria nosologica ha a lungo rappresentato una delle declinazioni del potere maschile sul corpo femminile. Ora le cose in medicina sono cambiate, ma ancora nel linguaggio comune si utilizza il termine “isterica” come insulto per indicare una donna che – in preda ad una “crisi isterica” – non sta ragionando ma è quasi “posseduta” dalla sua femminilità. Al punto ad esempio di accusare falsamente una persona di averla violentata.
L’atroce maschilismo di Giulia Bongiorno
Ora la cosa grave è che la Bongiorno oltre ad essere un avvocato è anche la co-fondatrice di un’associazione – Doppia Difesa, fondata assieme a Michelle Hunziker – che si occupa di difendere le donne dalle violenze e dagli abusi. La Bongiorno quindi ha dimostrato poca sensibilità, perché non solo avrebbe potuto usare un termine più neutro come ad esempio “verificare la fondatezza delle accuse” ma anche perché dipingendo come potenziali “isteriche” le donne che denunciano violenze e abusi non fa altro che ribadire quello stereotipo in base al quale una donna che denuncia una violenza domestica sta solo esagerando o reagendo in maniera eccessiva a normali dinamiche della vita di coppia. Ed è grave che la presidente di un’associazione che difende le donne che sono vittime di abusi non si renda conto che quando una vittima va a denunciare una violenza non è in uno stato d’animo rilassato e che per questo è facile farla passare per un’isterica.
Ma la cosa più interessante è un’altra. Nella legge sulla legittima difesa per viene escluso il reato di eccesso colposo di legittima difesa se la persona «ha agito in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto». Quindi da un lato si dice sostanzialmente che è giusto sparare ad una persona disarmata se ci si trova in uno stato di grave turbamento emotivo dall’altra la ministra Bongiorno sostiene che se una donna va a denunciare una violenza, magari proprio in stato di turbamento emotivo, bisogna per prima cosa appurare in tempi brevi se si tratta di un’isterica.
Probabilmente il ragionamento è sempre lo stesso ovvero quello di “evitare un calvario giudiziario”, solo che in questo caso bisognerebbe tutelare la vittima e non il presunto aggressore. E un colloquio con il magistrato in genere non è sufficiente per stabilire se un’accusa è fondata, motivo per cui il nostro ordinamento prevede indagini e addirittura – udite udite – tre gradi di giudizio. Verrebbe quasi da pensare che ad una donna vittima di violenza convenga sparare all’aggressore e invocare la legittima difesa (con annesso grave turbamento) piuttosto che andare a denunciare l’autore degli abusi. Incredibilmente quando si tratta di sparare liberamente il governo si mette dalla parte della vittima, quando invece si tratta di un caso di violenza (magari del tipo più diffuso: quella domestica) invece coltiva i dubbi sulle “isteriche”.
La castrazione chimica? Un’altra “truffa elettorale” della Lega
Ma le polemiche non finiscono qui perché la Bongiorno difende anche la decisione della Lega di introdurre nella legge “Codice Rosso” l’ipotesi della cosiddetta castrazione chimica per gli stupratori. In cambio della castrazione chimica gli stupratori otterrebbero uno sconto di pena e uscirebbero prima di galera. Una proposta che la Bongiorno difende così: Da circa 10 anni parlo di questa misura. Noi ci limitiamo a proporre che il soggetto nel caso in cui sia reo confesso e magari gli è stata abbattuta la pena, possa avere questo bonus ulteriore, questo regalo di ulteriori 2 anni senza andare in carcere purché, quando torna in circolazione, magari si faccia curare. La castrazione chimica non è come la castrazione fisica. È un trattamento farmacologico. È una pillola che porta all’inibizione della libido. Non è un qualcosa di preistorico ma anzi all’avanguardia». E detto da una che parla di isteria e che andrà al WCF di Verona non si sa bene di che avanguardia si stia parlando, forse di quella di certi rigurgiti “medievali”?
La proposta però non piace ai 5 Stelle. La ministra della Salute Giulia Grillo ha dichiarato: «Sono ministro della Salute e anche un medico, quindi non posso essere a favore di un provvedimento che riduca l’integrità psicofisica di una persona» sottolineando che l’obiettivo è l’inasprimento delle pene, non il contrario. Ancora più dura la ministra della Difesa Elisabetta Trenta che al Corriere della sera commenta così l’idea all’avanguardia «Guardi, da donna le dico che mi sento offesa, perché è una presa in giro verso tutte le donne, si sta cavalcando il terrore che ogni donna nella sua vita sente, a suo modo. E mi sorprende che il ministro Bongiorno l’abbia sostenuta». La Trenta sottolinea poi come la proposta della castrazione chimica non possa essere applicata nel nostro ordinamento: «qui parliamo di una misura che si applica nei casi di minore entità in cui è prevista la condizionale, quindi non si colpiscono gli stupratori. Il nostro ordinamento giuridico per fortuna per chi è accusato di stupro non prevede la condizionale. Per intenderci dunque, con questo provvedimento si va a colpire chi compie un palpeggiamento in bus, che è una cosa disgustosa, ma è diverso. La violenza sulle donne è una cosa seria». Insomma se uno palpeggia una donna su un bus, un reato disgustoso, se la può cavare con la castrazione chimica. Solo se accetta ovviamente perché tutto è su base volontaria. Ci si chiede come questa cosa possa proteggere le donne dalle violenze più gravi. Ma poi ci ricordiamo subito: quelle sono isteriche. Parola di ministro.
EDIT: Giulia Bongiorno ha cancellato il tweet sulle isteriche che denunciano le violenze
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