Fact checking
Perché la proposta di legge della Lega sulla legittima difesa non serve a nulla
Giovanni Drogo 21/06/2018
Il Carroccio ritiene di poter arginare il fenomeno dei furti in casa consentendo a tutti i cittadini di sparare perché secondo i leghisti la “legittima difesa” così com’è non funziona. Ma in realtà la legge funziona, lo dimostrano le sentenze di archiviazione dei casi di cronaca degli anni scorsi. E nel frattempo il M5S che tre anni fa era contro la lobby delle armi ora se ne sta zitto
Dopo aver risolto il problema dell’invasione dei migranti (che i numeri dicono essere inesistente) e dato un colpo di ruspa ai rom la Lega procede spedita con la realizzazione del suo programma di governo. È ora il turno della legittima difesa. Nel contratto di governo con il M5S c’è scritto che «si prevede la riforma ed estensione della legittima difesa domiciliare, eliminando gli elementi di incertezza interpretativa». Con gli immigrati ormai fuori gioco e i Rom pronti per l’espulsione c’è da chiedersi come mai la riforma della legge sulla legittima difesa sia così urgente e necessaria. Non erano infatti queste due categorie di persone a costituire il rischio per la sicurezza?
Le dimensioni del fenomeno dei furti e delle rapine in abitazione
Il dubbio è che, al di là dei proclami, Salvini non abbia risolto nulla. In alternativa è possibile che la Lega voglia continuare ad rimestare nel torbido delle paure della popolazione. E sarebbe interessante poter leggere i dati aggiornati sul numero delle rapine e dei furti in abitazione e di quanti effettivamente abbiano luogo quando i proprietari sono all’interno. Gli ultimi dati, pubblicati sul sito del Ministero risalgono al 2015 ed evidenziano come il numero dei furti denunciati, pur essendo notevolmente aumentato tra il 2004 e il 2012 (un dato comune a molti paesi europei ad eccezione del Regno Unito e legato alla crisi del 2008) ha registrato una leggera flessione tra il 2014 e il 2015. Il fenomeno esiste e non va sottovalutato. Le risposte però le deve dare il governo, non i singoli cittadini ognuno per sé.
Un rapporto del centro studi Transcrime (su un campione di dati del Ministero) ha dimostrato che i furti si concentrano prevalentemente nei mesi da ottobre a gennaio, nei giorni di venerdì e sabato e tra le 8 e le 10 del mattino o tra le 17 e le 20 di sera, vale a dire quando le persone non sono in casa. Insomma nella maggior parte dei casi il ladro non entra in casa di notte quando i proprietari stanno dormendo ma – sorpresa – quando non c’è nessuno a poter difendere la proprietà. Anzi generalmente tende a preferire i furti “facili”. Nello stesso periodo il numero delle rapine (ovvero il furto commesso mediante un atto di violenza su un soggetto) denunciate sia calato in maniera drastica passando dalle 80,20 ogni centomila abitanti del 2004 alle 57,74 del 2014.
Cosa prevede la proposta di legge della Lega sulla legittima difesa
Nei giorni scorsi il sottosegretario al Ministero dell’Interno, il leghista Nicola Molteni, ha annunciato di aver depositato la proposta di legge sulla legittima difesa della quale è il primo firmatario. Molteni ha dichiarato di averne già parlato con il ministro Salvini «Ne ho già parlato con Matteo. Senza sicurezza non c’è nessuna libertà, appena si insedieranno le commissioni partirà l’iter, partiremo da quel testo. Con il ministro Bonafede c’è sempre stata grande intesa, per 5 anni abbiamo lavorato fianco a fianco in Commissione». La proposta di modifica dell’articolo 52 del codice penale è sostanzialmente quella già presentata dallo stesso Molteni nel 2016.
In un post su Facebook il deputato leghista riassumeva i dieci punti della sua proposta di legge che prevede il superamento della proporzionalità tra offesa e difesa, la cancellazione dell’eccesso colposo di legittima difesa e l’introduzione del concetto di difesa sempre legittima. Inoltre Molteni riteneva che un cittadino che si fosse difeso – con un arma regolarmente denunciata – da un criminale nella usa abitazione non meritasse MAI di essere indagato o processato. Eppure in molti casi l’iscrizione nel registro degli indagati di chi risponde sparando ad un ladro serve soprattutto per garantire la possibilità al “difensore” di nominare un legale e quindi di poter essere tutelato durante le indagini. Nell’articolo 1 della proposta di Molteni viene enunciato il nuovo principio cardine della legittima difesa: «Si considera che abbia agito per legittima difesa colui che compie un atto per respingere l’ingresso o l’intrusione mediante effrazione o contro la volontà del proprietario o di chi ha la legittima disponibilità dell’immobile, con violenza o minaccia di uso di armi di una o più persone, con violazione di domicilio». La legge attuale dice che «Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa».
Quando Di Maio e il M5S erano contrari alla modifica dell’articolo 52 del codice penale
La legge sulla legittima difesa, quella attuale, funziona. Lo dimostrano l’archiviazione del procedimento a carico di Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d’Adda che sparò e uccise un ladro nella sua abitazione; e in precedenza l’archiviazione delle accuse nei confronti di Graziano Stacchio, il benzinaio che sparò contro alcuni rapinatori che avevano assaltato una gioielleria. Nessuno di loro è stato processato. La Lega però si attacca al caso di Ermes Mattielli, che sparò 14 colpi contro 2 ladri di rame che stavano scappando (quindi avevano già desistito dal furto) e che venne condannato per eccesso di legittima difesa. Il comma b) dell’art. 52 del Codice penale prevede infatti che c’è legittima difesa «quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione». Proprio questo comma, che ora la Lega vuole abrogare era stato fatto introdurre nel 2006 su proposta della Lega Nord. L’idea era quella di creare un ulteriore deterrente ai malviventi. Ora la Lega vorrebbe modificare la legge per “ammorbidire” la definizione di legittima difesa e creare un nuovo deterrente. Il gioco potrebbe andare avanti all’infinito.
Lo stesso vale per il discorso della proporzionalità o quello della discrezionalità del magistrato. Nessuno deve “chiedere” al ladro quali siano le proprie intenzioni o verificare, accendendo la luce e facendo domande se l’intruso sia armato o meno. Può accadere infatti che chi si difende commetta l’errore di sentirsi minacciato quando in realtà non è in pericolo, questa eventualità è prevista ed è la cosiddetta legittima difesa putativa che nasce appunto dalla convinzione di trovarsi in pericolo.
Molteni dice che nel governo c’è sintonia. Eppure c’è stato un tempo in cui Luigi Di Maio diceva che «La detenzione di armi va ridotta drasticamente. Non siamo una società abbastanza serena per prenderci questi rischi» con una proposta drastica: «Togliamo le armi dalle case degli italiani». Nei commenti Alessandro Di Battista se la prendeva con la lobby delle armi e rivelava il suo timore che diventassimo come gli USA (ora che il Dibba è negli States a visitare ghetti e quartieri difficili potrà esprimersi ancora meglio sull’argomento). In un post sul Blog delle Stelle Igor Gelarda spiegava che ammorbidire l’articolo 52 del codice penale abrogando il reato di eccesso colposo di legittima difesa avrebbe portato al rischio di un Far West. Il “Far West” non è solo l’avere i cittadini con la pistola nel cassetto ma il sapere che i ladri, per evitare il rischio professionale, saranno magari più propensi alla violenza, visto che corrono il rischio di essere ammazzati. Molteni non è d’accordo visto che ha detto che «non ci sarà nessun Far West, il Far West ce l’abbiamo già». Un po’ come l’invasione dei migranti o l’emergenza sicurezza costituita dalle 20 mila persone rom, sinti e romanì che vivono nei campi.