Opinioni
La Lega annuncia lo sciopero in Parlamento contro una legge approvata dalla Lega
di dipocheparole
Pubblicato il 2019-09-30
I capigruppo della Lega Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari sono due tipi tutti d’un pezzo, che non hanno alcuna intenzione di soprassedere e quando minacciano poi mantengono. Per questo bisogna prenderli sul serio quando dicono che “la Lega non parteciperà a nessun lavoro d’aula e di commissione finché il governo non spiegherà questo scandalo e […]
I capigruppo della Lega Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari sono due tipi tutti d’un pezzo, che non hanno alcuna intenzione di soprassedere e quando minacciano poi mantengono. Per questo bisogna prenderli sul serio quando dicono che “la Lega non parteciperà a nessun lavoro d’aula e di commissione finché il governo non spiegherà questo scandalo e quest’ingiustizia sarà sanata”. A cosa si riferiscono? Ma al “reddito di cittadinanza all’ex brigatista Federica Saraceni condannata per l’omicidio di Massimo D’Antona”, che per loro “è un insulto intollerabile per i parenti della vittima e per tutte le persone perbene”.
Ora quindi toccherà spiegare alla Lega che:
a) l’ex brigatista Saraceni percepisce il reddito di cittadinanza in virtù del fatto che la condanna per il reato che ha commesso risale a più di dieci anni fa: la sentenza definitiva della Saraceni risale infatti al 28 giugno 2007;
b) l’ex brigatista Saraceni percepisce il reddito di cittadinanza nonostante sia ai domiciliari perché secondo le regole non può ottenere il sostegno chi è sottoposto «a misure cautelari personali» prima della sentenza: non è questo il caso, visto che la Saraceni è già condannata (come si legge su Wikipedia, infatti, nel febbraio 2009, in virtù dei cinque anni e mezzo scontati tra carcere e arresti domiciliari dal 2005 – sul totale di 25 anni e 4 mesi -, della sua dissociazione dal terrorismo, dei benefici di legge e della sua situazione famigliare, viene posta in detenzione domiciliare su richiesta della procura di Roma; la detenzione domiciliare non è una misura cautelare ma un modo alternativo al carcere di scontare la pena);
Quando tutto questo sarà stato finalmente introiettato dalla coppia del goal Romeo-Molinari, toccherà, con le dovute cautele e avendo fatto bere a entrambi prima una camomilla, che queste regole sono state:
a) approvate dal governo Lega-M5S;
b) modificate dalla maggioranza Lega-M5S alla Camera nel marzo 2018 (il famoso “emendamento anti-clan Spada”);
E poi votate, sia alla Camera che al Senato, anche da Molinari e Romeo oltre che da Lega e MoVimento 5 Stelle. Adesso che lo sanno, possono anche scioperare consapevolmente contro norme votate da loro.
P.S.: Tra parentesi va ricordato che anche Raimondo Etro, ex brigatista rosso condannato per il sequestro Moro, riceve il reddito di cittadinanza. La Lega però non si scandalizzò quando uscì la notizia perché era aprile e all’epoca era ancora al governo con il M5S.
EDIT ORE 16,43: Fratelli d’Italia ricorda come andarono le cose nel marzo scorso:
“Siamo lieti che la Lega abbia capito che il Reddito di cittadinanza, cosi’ come l’ha approvato insieme a M5S, favorisce delinquenti e condannati, e tra questi anche terroristi che si sono macchiati da efferati delitti. Da ultimo il caso dell’ex brigatista Federica Saraceni condannata per l’omicidio di Massimo D’Antona. Dispiace pero’ far notare ai colleghi della Lega che sarebbe bastato poco per evitare tutto questo, e cioe’ che avessero votato a favore degli emendamenti che Fratelli d’Italia aveva presentato, anziche’ bocciarli unendo i loro voti a quelli del M5S. Comunque se la Lega davvero vuole evitare questi effetti perversi della legge, basta riprendere quei miei emendamenti e presentare un disegno di legge che impedisca a delinquenti, malviventi e condannati per gravi reati, come appunto il terrorismo, di accedere al reddito di cittadinanza. E vedremo chi avra’ il coraggio di votare contro ad un ddl che vuole mettere fine a questo scandalo di risorse pubbliche regalate ai delinquenti”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, vicepresidente della Commissione Giustizia.
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