La Lega presenta l’interrogazione sul Coronavirus creato in laboratorio dai cinesi

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-04-06

Cosa succede quando si è toccato il fondo? Che si può provare a risalire, oppure mettersi a scavare. La Lega di Matteo Salvini, dopo aver toccato il fondo dieci giorni fa usando un servizio di TGR Leonardo del novembre 2015 per sostenere la tesi del Coronavirus creato in laboratorio dai cinesi ha deciso di mettersi a …

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Cosa succede quando si è toccato il fondo? Che si può provare a risalire, oppure mettersi a scavare. La Lega di Matteo Salvini, dopo aver toccato il fondo dieci giorni fa usando un servizio di TGR Leonardo del novembre 2015 per sostenere la tesi del Coronavirus creato in laboratorio dai cinesi ha deciso di mettersi a scavare. E così Eugenio Zoffili, deputato e capogruppo della Lega in Commissione Esteri, annuncia all’AdnKronos il testo dell’interrogazione al governo depositata alla Camera dei deputati di cui è primo firmatario. Nel mirino dei leghisti le due puntate del programma di Rai3 Leonardo, già al centro delle cronache degli scorsi giorni, relativi a esperimenti di laboratorio su virus. “Quali iniziative di competenza – chiedono dalla Lega – il governo intenda assumere per verificare la veridicità dei fatti, con riguardo a quanto riportato nelle due edizioni del programma scientifico televisivo della Rai e all’intervista a RaiNews 24 in particolare “per quanto concerne la ricostruzione delle attività di bio-ricerca condotte in Cina sul virus della Sars e l’eventuale fondatezza delle connessioni con l’epidemia che dalla Repubblica Popolare Cinese si sta propagando in tutto il mondo”.

meloni coronavirus salvini tgr leonardo - 3

Nel testo dell’interrogazione, indirizzata al premier Conte e ai ministri Di Maio e Speranza, si richiama il servizio del “novembre del 2015 un noto programma scientifico televisivo della Rai, ‘Leonardo – Tg della scienza e dell’ambient’» ha trasmesso un servizio in cui si parlava di un coronavirus creato in laboratorio, prendendo lo spunto da un saggio apparso sulla rivista Nature”. “Stando a quanto riportato – scrivono i leghisti- un gruppo di studiosi della Repubblica Popolare Cinese avrebbe innestato una proteina estratta dai pipistrelli nel virus della Sars ricavato dai topi, ottenendo un supervirus suscettibile di infettare con conseguenze letali anche le vie respiratorie dell’uomo”. “E’ noto inoltre il servizio Rai del 17 febbraio 2020, sullo stesso programma scientifico, in cui si ipotizza che il virus sia sfuggito dal laboratorio di Wuhan”, si legge ancora nell’interrogazione.

Il servizio del 16 novembre 2015 andato in onda nella rubrica “Leonardo” della TgR che faceva riferimento a un super virus polmonare dai pipistrelli e topi studiato nei laboratori cinesi “è tratto da una pubblicazione della rivista Nature”, ha spiegato il direttore della testata regionale Rai, Alessandro Casarin, all’epoca: “Proprio tre giorni fa la stessa rivista ha chiarito che il virus di cui parla il servizio, creato in laboratorio, non ha alcuna relazione con il virus naturale Covid-19”. E questo basterebbe a replicare all’interrogazione della Lega.

Anche Roberto Burioni ha smentito: “L’ultima scemenza è la derivazione del coronavirus da un esperimento di laboratorio. Tranquilli, è naturale al 100%, purtroppo”. Il 17 marzo un articolo su Nature – di cui avevamo parlato – aveva smentito la scemenza:

Le sequenze riguardano la «punta» più esterna di quei minuscoli organelli, quasi antennine, con cui il virus viene a contatto con le cellule, in questo caso le nostre. Sono state scelte in particolare due minuscole regioni di cui parleremo fra un attimo. Il risultato è chiaro. Il virus attuale è strettamente imparentato con gli altri virus del passato, appartenenti alla stessa famiglia. Le differenze sono piccole ma significative, originatesi probabilmente per mutazione spontanea. Non c’è nessuna evidenza che possano essere state prodotte in laboratorio.

E giusto per completare, anche l’autore del servizio lo ha smentito:

Tgr Leonardo 16 novembre 2015 salvini meloni 1

Quella che il nuovo coronavirus sia un prodotto sintetico è una delle prime fake news emerse insieme all’epidemia, ma non ha mai avuto nessuna prova scientifica, anzi. A generare la bufala è stata, lo scorso gennaio, un’intervista di un ex ufficiale israeliano al Washington Times, un sito di destra già noto per aver rilanciato altre teorie cospirazioniste, come quella che l’ex presidente Usa Obama fosse musulmano. Pochi giorni dopo lo stesso autore, Danny Shoam, ha smentito parzialmente, dicendo di non avere prove. A rafforzare le ipotesi complottiste c’era poi il fatto che a Wuhan esiste l’unico laboratorio di alta sicurezza della Cina, che però ha avuto l’ok ad operare solo nel 2018, tre anni dopo lo studio citato dal servizio di Tg3 Leonardo. In realtà tutte le ricerche condotte sul Sars-Cov-2 finora non hanno trovato prove di una presunta origine ‘sintetica’. Gli esperti hanno in particolare confrontato il gene per una proteina chiave nel processo infettivo, una proteina dell’involucro esterno del virus (chiamata ‘spike’, da punta o spina) che gli serve per attaccarsi, entrare e infettare le cellule umane. Questa e altre “caratteristiche del virus, la sequenza genetica di RBD e la spina dorsale del virus – hanno concluso gli autori dello Scripps Research Institute di La Jolla – ci portano a scartare l’ipotesi della manipolazione di laboratorio come possibile origine del SARS-CoV-2”. Al coro degli scienziati intervenuti per spegnere le preoccupazioni si è unito Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza e rappresentate Oms, sottolineando come l’ipotesi sia destitutita di ogni fondamento. Con lui la virologa Ilaria Capua, che conferma come l’origine del virus sia assolutamente naturale, proveniente da “un serbatoio selvatico”.

Leggi anche: Cosa c’è dietro Salvini e Meloni che postano “alternative facts” come il video del TGR Leonardo

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