Politica
«Le tessere per il reddito non si stampano? Questo lo dice lei»
neXtQuotidiano 09/12/2018
L’ineffabile Laura Castelli colpisce ancora: anche oggi supera il record di negazione dell’evidenza con le tessere per il reddito di cittadinanza
La campionessa mondiale di ribattuta Laura Castelli, nel tempo perso (ed è proprio tempo perso) viceministra all’Economia del governo Lega-M5S, ieri si è cimentata in una nuova impresa dopo il “Questo lo dice lei” rifilato al “collega” Pier Carlo Padoan qualche tempo fa e il meraviglioso discorsetto sulla Panda di ieri. Siamo sempre da Massimo Giannini su Radio Capital e stavolta l’argomento è la balla delle tessere per il reddito di cittadinanza che il governo (non) ha dato l’ordine di stampare (perché non c’è nessuna legge e non c’è nessuna possibilità di farlo). Nel discorso Giannini fa notare che non c’è nessuno che sta stampando e Castelli risponde: “Questa è una sua impressione, le dico che c’è già chi stampa le tessere per il REI: lo fa Poste Italiane” E poi: “Questo lo continua a dire lei”.
Come sappiamo, le tessere per il reddito di cittadinanza non le sta stampando nessuno ma il M5S ha in mente di usare la convenzione per la social card di Tremonti per velocizzare le procedure con Poste e Mastercard:
Lo stampatore, oltre che circuito finanziario, sarà Mastercard. All’epoca intascò 1,898 euro su base annua per ciascuna carta emessa, come rivelò l’allora sottosegretario all’Economia Casero in Parlamento. Mentre a Poste andarono 1.149.221 euro per la sola spedizione a casa della tessera. Se ne produssero 2 milioni, ma fu un flop. Meno di 600 mila ricariche, per i requisiti troppo stringenti. Il ministro Di Maio ne vuole 5-6 milioni. Anche se le famiglie in povertà assoluta sono 1 milione e 800 mila, che certo corrispondono a 5 milioni di poveri. Compresi anche i bambini, però.
Ecco quindi svelato l’arcano: il ministero di Di Maio sta quindi lavorando sulle tessere per il reddito di cittadinanza sulla base della legge per la social card, anche se è probabile che ci saranno significative differenze da colmare con una legge tra i due provvedimenti. Questo intendeva Di Maio con la sboronata sui cinque-sei milioni di tessere che aveva dato ordine di stampare.