Roberto Burioni vi spiega perché non vaccinare i bambini è una follia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-02-21

The doctor is in: il Dottor Roberto Burioni intervistato da Next quotidiano ci spiega l’importanza delle vaccinazioni in età pediatrica e mostra come le opinioni di chi è contro i vaccini siano fondate sul nulla. Un piccolo vademecum da tenere presente per affrontare l’assurdo “dibattito” sull’obbligo vaccinale

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Quando si parla di vaccinazioni in età pediatrica i genitori hanno la cattiva abitudine di fidarsi di persone non competenti che invece che spiegare a cosa servono i vaccini e l’importanza delle vaccinazioni non fanno altro che alimentare la paura e l’ignoranza. La paura che nei vaccini ci siano sostanze tossiche e pericolose che possono causare gravi danni ai nostri figli se non addirittura provocare l’autismo. Per poter spaventare i genitori quindi si citano ricerche scientifiche che non sono tali (come ad esempio quella sulla correlazione tra vaccino MMR e autismo) oppure si lancia l’allarme sulla contaminazione da metalli pesanti lasciando intendere che nelle fiale di vaccino ci sono “pezzi” di metalli nocivi anche se non è così.

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Il pericolo delle mancate vaccinazioni di massa in una semplice infografica

Il dilagare delle “opinioni” sui vaccini

Ma gli antivaccinisti non si limitano ad instillare paure infondate nelle menti dei genitori, la paura da sola non basterebbe e per convincere che i vaccini sono il male è necessario costruire un corollario di teorie pseudoscientifiche che faccia da supporto all’assunto principale. Ecco quindi che vengono elaborati fantasiosi piani che, con l’obiettivo dichiarato di abolire le vaccinazioni obbligatorie, propongono soluzioni alternative ai piani vaccinali come “migliorare il più possibile le condizioni igieniche delle scuole in modo da ridurre ulteriormente il rischio infettivo” oppure “sostenere la corretta e sana educazione alimentare per rafforzare il sistema immunitario“. Concetti presi dalle teorie di un famoso medico antivaccinista che di recente ha coraggiosamente abiurato. Si tratta di persone che si oppongono all’obbligo vaccinale – in Italia ad eccezione del Veneto le vaccinazioni pediatriche obbligatorie esistono ancora – considerandolo una ingiusta coercizione e limitazione della libertà ma che non si fanno alcuno scrupolo a promuovere la vaccinazione (sì, quella considerata così pericolosa e odiosa) per specifici gruppi di persone (ad esempio rifugiati ed immigrati). Altri invece sostengono che la vaccinazione debba essere somministrata solo dopo accurate analisi del piccolo paziente in modo da stabilire se per quel singolo bambino sia opportuna o meno. Un sistema del genere metterebbe a rischio l’efficacia dei piani vaccinali che puntano ad immunizzare le giovani generazioni in modo da garantirsi – in futuro – una popolazione al riparo da infezioni che – grazie ai vaccini – sono facilmente prevenibili. Queste opinioni sulla presunta e non provata pericolosità dei vaccini sono dannose per la salute pubblica perché spingono i genitori a non vaccinare i propri figli al punto che l’assessore regionale alla sanità del Veneto Luca Coletto ha recentemente lanciato l’allarme sul calo della copertura vaccinale dovuto alla non obbligatorietà:

Il Veneto dal 2008, in accordo con il Ministero della Salute, ha sperimentato con buoni risultati la non obbligatorietà, pur mantenendo una sorveglianza attiva semestrale che ci consente sempre di sapere quanti bambini non sono stati vaccinati e quanti sì, e di valutare quando si dovesse superare la soglia di rischio del ripresentarsi di malattie ormai eradicate e spesso mortali. Purtroppo negli ultimi tempi le campagne contrarie, soprattutto sul web, si sono moltiplicate, accompagnate anche da una serie infinita di vere e proprie bufale, e ora registriamo un calo delle adesioni
Durante gli ultimi 4 anni, 2012-2015 (coorti dei nati 2010-2013), si è passati da una copertura del 95,4% per le vaccinazioni ex-obbligatorie (difterite, tetano, poliomielite ed epatite B) ad una del 91,3 % con un calo di 4 punti percentuali.
La copertura per morbillo, parotite e rosolia ha subito un calo analogo passando da una copertura del 92,5% ad una dell’87,1% per il medesimo periodo. Il calo si è riscontrato su tutto il territorio regionale.

Da qualche tempo l’opinione pubblica ha preso coscienza – anche dopo una serie di episodi epidemici in California dovuti proprio alla scarsa copertura vaccinale – dell’importanza dei vaccini e dei pericoli insiti in chi fa pseudoscienza. Un problema che è emerso in questi ultimi tempi è quello delle trasmissioni televisive che con la scusa di fare informazione e nascondendosi dietro un distorto concetto di par condicio danno spazio e dignità ad argomentazioni che non sono basate su prove scientifiche. Non serve infatti andare a cercare nei recessi dell’Internet o in sperdute sale di convegni le teorie degli antivaccinisti perché in nome dell’audience e di un’idea distorta della divulgazione scientifica le troviamo in prima serata: su Virus, a Openspace o più di recente a Piazza Pulita. Il copione è sempre lo stesso: un medico (o uno scienziato) contro un ciarlatano (o un genitore preoccupato).

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La differenza tra i casi di polio in Germania Ovest (sopra) e Germania Est (sotto) dopo l’introduzione della vaccinazione di massa (rispettivamente nel 1962 e nel 1960)

Ma il vaccino non è un opinione, è prevenzione

Il pubblico ha così l’impressione che le due opinioni si equivalgano e che in fondo la verità possa essere da entrambe le parti e che la scelta sia solo frutto di una preferenza individuale basata sul fatto che questa o quell’opinione risulta “più convincente” dell’altra. Oppure lo spettatore dopo aver visto una trasmissione dove due medici sono su posizioni diametralmente opposte potrebbe essere persuaso a pensare che tutta la comunità medica è spaccata a metà sui vaccini. In questo modo l’informazione televisiva distorce la realtà facendo credere che c’è la possibilità che molti medici siano contro i vaccini (addirittura c’è chi crede che i pediatri o i medici non vaccinino i propri figli perché “sanno che rischi corrono”). Ma non è così perché le evidenze scientifiche a favore dei vaccini esistono, quelle invece a sostegno delle tesi degli antivaccinisti semplicemente non ci sono e in un dibattito su un argomento di carattere medico-scientifico l’abbondanza di prove e di dimostrazioni è l’unica cosa che conta. Ed è per questo motivo, cioè per dare ai genitori preoccupati delle risposte sensate e scientificamente fondate che NeXtquotidiano ha contattato il Dottor Roberto Burioni professore Ordinario di Microbiologia e Virologia, specialista in Immunologia Clinica ed Allergologia, direttore della Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia presso l’università Vita e Salute San Raffaele. Burioni da qualche tempo si occupa di divulgazione scientifica sui vaccini sulla sua pagina Facebook e lo scorso anno ha pubblicato il libro “Il vaccino non è un opinione” dove spiega come su questioni così delicate affidarsi alle opinioni non scientificamente fondate sia estremamente dannoso per la società.
Dottore, che differenza c’è tra le vaccinazioni obbligatorie e quelle raccomandate?
«È una distinzione che non ha senso ed è solo un retaggio di vecchie leggi: le vaccinazioni incluse nel piano vaccinale sono tutte importantissime. Anzi, è senz’altro vero che vaccini importantissimi– sto pensando a quelli contro il morbillo, l’emofilo di tipo B, il meningococco e la pertosse – sono tutti facoltativi. Privare un neonato della importantissima protezione derivante da questi vaccini senza una precisa controindicazione medica è letteralmente una follia.»
Dal punto di vista medico-scientifico un vaccino esavalente è “meno sicuro” di singoli vaccini?
«No, il vaccino esavalente ha dimostrato sul campo una notevolissima sicurezza ed efficacia e non esiste nessun motivo, se non una insensata superstizione, per “dividere” i vaccini. Peraltro fare diciotto punture invece di tre ad un bambino io la trovo una inutile crudeltà.»
È vero che i vaccini sono contaminati?
«Proprio per rispondere a queste preoccupazioni l’agenzia francese per la sicurezza dei medicinali ha condotto uno studio approfondito che, paragonando la purezza dei vaccini a quella di altri farmaci da utilizzarsi per via iniettiva, ha dimostrato che sia i vaccini sia i farmaci sono perfettamente “puliti”. Alcuni sedicenti “ricercatori indipendenti” sostengono il contrario, ma la qualità degli studi è talmente misera da avere la stessa attendibilità degli esperimenti fatti con il piccolo chimico.»
In che modo cambierebbero le cose rendendo disponibile un vaccino tetravalente (obbligatorio) e singoli vaccini “monovalenti” per le vaccinazioni raccomandate?
«Come ho detto sopra, non solo non ha alcun senso distinguere tra vaccini obbligatori e raccomandati e una simile soluzione potrebbe infine avere l’effetto di privare alcuni neonati di una importantissima protezione contro pertosse ed emofilo B, due malattie molto gravi se contratte nei primi mesi di vita. Insomma, è come acquistare un’automobile e poi fare togliere due airbag, è pura superstizione senza alcuna base scientifica e non può essere assecondata, altrimenti prima o poi ci chiederanno di potere scegliere il segno zodiacale del medico che somministra il vaccino.»
Una sana alimentazione ed un miglioramento delle condizioni igieniche potrebbero sostituire le vaccinazioni nel proteggere i bambini?
«No, nel modo più categorico. Una sana alimentazione e delle buone condizioni igieniche sono auspicabili, ma un bambino sano che vive in condizioni igieniche ideali e perfettamente alimentato può comunque contrarre il morbillo e morire. I vaccini sono indispensabili e insostituibili nel prevenire gravissime malattie.»
È possibile effettuare esami per prevedere e quindi prevenire reazioni avverse gravi?
«No: le reazioni avverse gravi alle vaccinazioni sono rarissime (un caso su oltre un milione) e non sono prevedibili. Consistendo sostanzialmente in gravi reazioni allergiche, dette “anafilassi”, è sufficiente rimanere nella sala d’aspetto per una mezz’ora in modo da potere avere il medico a disposizione nella rarissima ipotesi che il problema si presenti. Bisogna considerare che il rischio di reazione anafilattica è molto più alto nel caso di arachidi o altri farmaci che anche gli antivaccinisti assumono senza problemi. Gli “esami prevaccinali” servono dunque solo ad arricchire chi li prescrive e li esegue.»
Quale potrebbe essere a suo avviso una soluzione per garantire la copertura vaccinale della popolazione?
«La vaccinazione non è un atto di protezione individuale, ma un gesto di responsabilità sociale. Una comunità con un basso tasso di vaccinazione è più debole e più vulnerabile e di questa vulnerabilità possono farne le spese i più sfortunati: bambini che stanno facendo una chemioterapia e non si possono vaccinare, bambini che non si sono ancora vaccinati, bambini che non hanno risposto ai vaccini. Lo stato li deve proteggere. Il lasciare ai genitori la libertà di non vaccinare i figli corrisponde a esporre tutti gli altri (adulti compresi) a rischi gravi ed evitabili: per questo io ritengo che, così come non si può immatricolare un’auto senza freni perché si costituirebbe un pericolo per se stessi e per gli altri, non si debba consentire l’iscrizione a scuola di bambini non in regola con il calendario vaccinale.»

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