Attualità
Il papà della bimba immunodepressa che spiega a Zaia perché l'obbligo vaccinale è importante
Giovanni Drogo 27/06/2017
Quando si trattava di concedere le strutture sanitarie per la truffa Stamina Zaia era in prima linea. Ora che invece con l’obbligo vaccinale potrebbe mettere al sicuro la vita di centinaia di piccoli pazienti oncologici che non possono essere vaccinati Zaia difende le ragioni dei free-vax. Ma che gli ha fatto di male la scienza al Presidente della Regione Veneto?
La tragica vicenda del bambino di Monza malato di leucemia e morto per complicanze dovute al morbillo ha messo sotto gli occhi di tutti una cosa fondamentale. Il motivo per cui le vaccinazioni di massa sono necessarie è per mantenere alta la protezione intorno a chi non può essere vaccinato. Sono i bambini (ma non solo) immunodepressi. Non possono difendersi da soli dalle infezioni e il loro organismo è molto debilitato. Chi non vaccina i propri figli per motivi pseudoscientifici, “etici” o per paura di fare un favore a Big Pharma contribuisce ad abbassare la copertura vaccinale della popolazione e aumenta il rischio che le persone immunodepresse possano contrarre malattie le cui complicanze possono essere fatali.
Perché giocare sulla pelle dei bambini immunodepressi?
Il governo ha deciso di rispondere al calo generalizzato della copertura vaccinale con un decreto che rende obbligatori i vaccini per l’accesso a scuola. Un decreto che presenta molte criticità ma che ha come obietto quello di tutelare la salute della comunità. Ci sono però alcuni presidenti di Regione che contestano il decreto Lorenzin dicendo che le vaccinazioni obbligatorie non servono. Uno di questi è il Presidente del Veneto Luca Zaia che ha impugnato il DL Lorenzin e difende la scelta del Veneto di essere l’unica regione in Italia dove dal 2008 non esiste l’obbligo vaccinale.
Il popolo dei Genitori Preoccupati e dei free-vax ha applaudito alla decisione di Zaia. Ma ci sono anche altri genitori che non sono d’accordo. Si tratta di chi sa che la vita dei propri figli è davvero a rischio. E non per le reazioni avverse da vaccino ma a causa dell’avversione di molti alle vaccinazioni. Uno di questi è Nicola Pomaro, padre di una bambina di cinque anni che è stata ricoverata al Centro Trapianti del Reparto di Oncoematologia di Padova perché affetta da una grave e mortale malattia del midollo osseo.
Pomaro ha deciso di scrivere una lettera aperta a Zaia per chiedergli di tornare sui suoi passi. Perché sono molti i bambini immunodepressi che rischiano ogni giorno la vita a causa della bassa copertura vaccinale dei bambini che li circondano. In Veneto la copertura vaccinale è ampiamente al di sotto della soglia ottimale del 95% e questo espone la figlia di Nicola (e le migliaia di bambini malati di linfoma e leucemia in Veneto) a rischi che potrebbero essere evitati. Rischi mortali, non quello di contrarre un banale raffreddore.
Quando Zaia voleva portare la “cura” Stamina in Veneto
Fino ad oggi gli antivaccinisti hanno sfruttato a loro vantaggio l’immunità di gregge. Hanno potuto decidere di non vaccinare i propri figli perché contavano sul fatto che gli altri vaccinassero i propri e così nessuno si sarebbe ammalato. La propaganda antivaccinista però è vittima del suo successo: più sono le persone non vaccinate più le infezioni si diffondono tra coloro che non sono immunizzati. Il problema è che tra questi ci sono anche bambini che non possono essere vaccinati.
Non è purtroppo la prima volta che Regione Veneto si schiera su posizioni pseudoscientifiche. Nel dicembre 2013 il Veneto si offrì di mettere a disposizione le proprie strutture sanitarie (pagate coi soldi pubblici) per fornire le “terapie” indicate da Vannoni nel cosiddetto metodo Stamina. Un mese prima (novembre 2013) in consiglio regionale i consiglieri di maggioranza avevano presentato una mozione per aprire le porte degli ospedali veneti a Stamina. Già nell’aprile 2013 Zaia aveva espresso tutto il suo rammarico per l’accantonamento della sperimentazione e si augurava che si potesse procedere alla sperimentazione “per rispetto nei confronti dei pazienti che già soffrono di gravi malattie”.
Il tutto senza tenere in considerazione della decisione del Ministero che il 10 ottobre 2013 aveva fermato la sperimentazione su Stamina dopo aver ricevuto i pareri negativi del Comitato Scientifico e dell’Avvocatura di Stato. Insomma si sapeva già che Stamina non poteva funzionare ed anzi era dannosa. Chissà come mai Zaia chiedeva rispetto per i malati di SMA1 ma non ne dimostra – nei fatti – altrettanto per i piccoli pazienti oncologici degli ospedali veneti.