Fact checking
Il M5S e lo sgombero furbo del Camping River (mentre la vergogna di Castel Romano…)
Giovanni Drogo 28/08/2017
L’Amministrazione pentastellata si avvia a sgomberare il suo primo campo Rom. Ma quello del Camping River sarà uno sgombero per finta, con tanto di incentivi per l’acquisto di “moduli abitativi”, roulotte e camper. Nel frattempo al campo di Castel Romano mille persone vivono in precarie condizioni igienico-sanitarie, senz’acqua e con bambini affetti da scabbia e rogna
Gli occhi dell’opinione pubblica italiana sono puntati sullo sgombero del palazzo di via Curtatone e dei rifugiati di piazza Indipendenza. Ma mentre un Senatore della Repubblica è impegnato a discutere di una ridicola “trascrizione integrale” del dialogo sullo spezzare le braccia ai migranti a Roma continua a consumarsi il dramma dei residenti dei campi Rom. Anche se la Raggi ha promesso di voltare pagina e chiudere tutti i campi (senza usare i soldi dei romani) le cose stanno diversamente.
La firma “con riserva” per lo sgombero del Camping River
Prendiamo ad esempio il caso del Camping River: la giunta Raggi vuole sgomberarlo e in questi mesi ha fatto forti pressioni sui residenti per convincerli ad accettare l’offerta del Comune. Se se ne andranno il Comune finanzierà l’acquisto di moduli abitativi. Tradotto significa che i Rom del Camping River probabilmente finiranno in qualche altro campo, ma a bordo di camper o roulotte pagati dal Comune. Oppure all’interno di terreni agricoli dando vita a nuovi insediamenti non autorizzati. La prova dei fatti per il momento è fissata al 30 settembre, data in cui i residenti dovranno uscire dal campo. È evidente che l’intento della giunta non è quello di trovare una sistemazione ai residenti del Camping River ma di creare un precedente “positivo” per poter procedere allo sgombero degli altri due campi previsto dal Piano Rom di Roma Capitale: quello della Monachina e quello de La Barbuta.
Se i residenti del Camping River accetteranno le condizioni imposte dall’Amministrazione non ci sarà bisogno di forzare la mano e la Raggi potrà presentare l’operazione come un successo. Ma tutti sanno che i Rom del Camping River non potranno andare ad abitare in case vere, e che di fatto lo sgombero sposterà altrove il “problema” e i suoi residenti. Non certo un buon viatico per il Piano Rom. C’è infine quello che evidenzia oggi Carlo Stasolla, Presidente dell’Associazione 21 Luglio, sul Fatto Quotidiano: i residenti del Camping hanno firmato “con riserva”. Vale a dire – spiega Marcello Zuinisi di Nazione Rom – che nel contratto è stata inserita una postilla in base alla quale i residenti chiedono che il Comune provveda a trovare una soluzione abitativa in una casa vera e propria.
E tutti sanno che al momento i Rom del Camping River non hanno avuto modo di firmare nemmeno un contratto di preaffitto con le agenzie immobiliari, difficile quindi che gli 800 euro mensili stanziati per coprire le spese di locazione possano essere effettivamente utilizzati. Quante probabilità ci sono che i 430 residenti del Camping possano essere trasferiti altrove entro fine settembre? Realisticamente molto poche, ecco quindi spuntare la soluzione dei “moduli abitativi”.
Nazione Rom denuncia il ministro Minniti e la sindaca Raggi
L’aspetto paradossale della gestione dei campi Rom della Capitale è che né quello de La Monachina, né il River né La Barbuta rappresentano il vero problema, la vera emergenza. Il buco nero della gestione capitolina dei campi ha un nome preciso: il campo di Castel Romano. Situato sulla Pontina a 30 km dal centro di Roma è uno degli insediamenti più grandi della Capitale. Con i suoi 1076 residenti rappresenta circa il 24% della popolazione complessiva dei campi Rom romani. Da tempo i residenti e Nazione Rom denunciano la mancanza dei servizi più elementari. A giugno ad esempio il campo era senz’acqua potabile.
Nazione Rom ha quindi presentato una denuncia querela al Minstro dell’Interno Marco Minniti e alla Sindaca Raggi per omissione di soccorso al campo di Castel Romano. Secondo Nazione Rom la vita dei 1076 residenti è
letteralmente a rischio a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie dell’insediamento aggravate dalla presenza di malattie come scabbia e rogna, dalla presenza di liquami fognari sgorganti dal sottosuolo e impianti elettrici non a norma. La situazione – prosegue Nazione Rom – è ingovernabile e irriformabile e si chiede l’immediata evacuazione del campo e la ricollocazione dei residenti. Ma la gestione dello sgombero del palazzo di via Curtatone dimostra che la giunta non ha tempo di occuparsi dei problemi dell’abitare di rifugiati, Rom e migranti. La sindaca Raggi lo ha detto chiaro e tondo: lei deve pensare prima ai romani. Dimenticando che nei campi nomadi di Roma ci sono moltissimi cittadini italiani e romani.