Cultura e scienze
Il Fatto e la tesi copiata: con la Madia leoni, con la Azzolina…
Giovanni Drogo 13/01/2020
Sulla storia della “tesi copiata” di Marianna Madia il giornale di Marco Travaglio è andato avanti un anno tra indagini, analisi e approfondimenti. Per quella del ministro dell’Istruzione pentastellato invece la questione è stata liquidata rapidamente
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si difende da chi la accusa di aver copiato la tesi spiegando che «non è né una tesi di laurea né un plagio né null’altro» ma solo la relazione finale della Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario (la Ssis). Non una tesi di laurea, non una tesi di dottorato quindi. Il problema è che Lucia Azzolina è attualmente il ministro dell’Istruzione e che la Ssis – utile o disastrosa che sia stata – era la scuola di specializzazione biennale che gli aspiranti docenti delle scuole superiori dovevano frequentare come corso di formazione all’insegnamento.
Lucia Azzolina e l’elaborato finale della Ssis
Ma non stiamo qui a discutere se il plagio (o meglio le mancate citazioni) siano una colpa grave. Del resto il partito della Azzolina, il MoVimento 5 Stelle, “copiò” senza citare le fonti intere parti del suo programma elettorale del 2018. All’epoca ci pensò Dino Giarrusso – poi chiamato nell’ufficio del viceministro Fioramonti – ad arrampicarsi sugli specchi negando l’evidenza spiegando che era falso che era stato copiato (e invece era vero) e che semmai era stato il PD a copiare (ma che c’entra?).
E proprio seguendo lo stesso identico copione oggi la Azzolina si rammarica perché è costretta a parlare di queste cose mentre è in visita ad Auschwitz ricordando che lo scorso anno il suo predecessore, il leghista Bussetti, non era andato in visita al campo di sterminio nazista. Di nuovo, cosa c’entra? Nulla. Ma il punto non è nemmeno il fatto che il ministro dell’Istruzione abbia “copiato” nella “tesi” di specializzazione per diventare docente. Non è nemmeno rilevante che – come scrive Christian Raimo su Facebook – l’elaborato finale della Ssis sia «una formalità che nessuno legge» oppure che «la qualità dei testi sarebbe abissalmente bassa. La maggior parte sarebbe probabilmente impresentabile». Insomma così fan tutti, e tutte.
Il Fatto e il M5S che tacciono sulla tesi senza citazioni della ministra dell’Istruzione
Il punto è semmai che il M5S in occasioni diverse si sia preoccupato di chiedere le dimissioni dell’allora ministro Marianna Madia, beccata a copiare la tesi di dottorato all’IMT. A rivelare della tesi “copincollata” della Madia fu il Fatto Quotidiano che dedicò una serie di articoli alla vicenda. Articoli per i quali il giornale diretto da Marco Travaglio venne addirittura querelato dalla Madia. Oggi lo stesso quotidiano, fustigatore inflessibile del malcostume italico, dedica appena un trafiletto alla vicenda, riportando la difesa della ministra sull’elaborato di fine tirocinio, incluse le velate accuse al linguista Massimo Arcangeli (che ha rivelato la questione) per ricordare che «è stato presidente della commissione d’esame di Azzolina nel concorso per diventare dirigente scolastico: prima l’ha promossa, poi ha pubblicato e commentato le sue performance negative». Insomma, è anche colpa sua.
Riguardo alla tesi della Madia invece il Fatto nel 2017 parlava di «indagine segreta che salva la Madia» perché l’IMT di Lucca aveva deciso di non procedere o avviare alcun procedimento contro il presunto plagio scoperto dal Fatto Quotidiano nella tesi di dottorato del 2008 dell’allora ministro della Pubblica Amministrazione.
La vicenda non si è chiusa qui per il quotidiano di Travaglio che qualche mese dopo, nel 2018, tornava sull’assoluzione pubblicando la perizia sulla tesi di dottorato che «certifica le scorrettezze». Nell’articolo si leggeva che «l’analisi del Fatto per la quale il ministro ha minacciato querela (mai arrivata) “risulta confermata” ma è tutto a posto, perché in economia copiano tutti» (per la cronaca il secondo capitolo era “copiato” da un paper pubblicato l’anno precedente dalla stessa Madia e dalla sua collega di dottorato mentre nel terzo mancano le citazioni di alcune fonti).
Ma siccome l’Economia è un settore che “ha una prassi di riciclo testuale molto diversa da quella degli altri settori, e la tesi esaminata non appare deviare particolarmente da tale prassi” l’Ateneo non prese nessun provvedimento nei confronti della ministro. Il Fatto era scandalizzato dall’idea che si potesse giustificare un presunto plagio dicendo che tutti fanno così, come mai non si preoccupa se a far tutti così sono i docenti formati dalla Ssis e segnatamente il ministro dell’Istruzione (e lasciamo perdere per un attimo che la Azzolina abbia partecipato al concorso per dirigenti scolastici mentre era membro della commissione cultura).
Il Fatto Quotidiano però ha continuato ad indagare sulla tesi di dottorato della Madia, almeno fino al febbraio del 2018, cioè poco prima delle elezioni politiche quando ormai il destino (ministeriale) della Madia era segnato.
Al Fatto evidentemente non si arrendevano all’idea che la Madia potesse averla fatta franca (e nel frattempo presentato una richiesta di danni). Quando però è una ministra del MoVimento 5 Stelle ad essere al centro dello stesso genere di problema il giornale di Marco Travaglio se la prende comoda. Chissà perché.
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