Zaia che oggi non vuole a scuola i bambini in arrivo dalla Cina è lo stesso che due giorni fa ce li voleva?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-02-03

Dopo i porti chiusi le scuole chiuse. Il presidente del Veneto e quelli di Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e della provincia autonoma di Trento hanno scritto una lettera al ministro della Salute per chiedere di poter tenere fuori dalle scuole per 14 giorni gli alunni tornati dalla Cina. Peccato che pochi giorni fa Zaia affermasse l’esatto contrario

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Non c’è solo la Lega che chiede i porti chiusi per scongiurare “l’invasione” del nuovo coronavirus 2019-nCoV. Parallelamente a quelli che chiedono di applicare il Decreto Sicurezza per impedire al contagio di estendersi anche all’Italia ci sono alcuni presidenti di Regione che chiedono di isolare i bambini di qualsiasi nazionalità in arrivo dalla Cina tenendoli fuori dalle scuole. Guarda caso a chiederlo sono proprio i presidenti della Lega.

Zaia, Fontana, Fedriga e Fugatti e la “quarantena” per gli alunni che tornano dalla Cina

Stando a quello che riferisce l’agenzia Dire i presidenti di Veneto (Luca Zaia), Lombardia (Attilio Fontana), Friuli-Venezia Giulia (Massimiliano Fedriga) e Trentino (Maurizio Fugatti) stanno preparando una lettera da inviare al ministro alla Sanità Roberto Speranza, per chiedere che i bambini di qualsiasi nazionalità in arrivo dalla Cina siano tenuti fuori dalle scuole per un periodo di osservazione di 14 giorni anche se in età dell’obbligo, in modo da scongiurare l’eventualità di diffusione del Coronavirus «in ambienti confinati come sono quelli delle scuole».

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Ad annunciarlo è stato Luca Zaia che ha voluto subito precisare che «non c’è la volontà di ghettizzare nessuno», quanto invece quella di «dare una risposta alle tante famiglie preoccupate che hanno i loro figli che nell’età dell’obbligo vanno a scuola». La bozza della lettera, che con ogni probabilità sarà inviata nelle prossime ore, è già stesa, spiega Zaia. «A me sembra una regola sanitaria minimale», conclude il presidente leghista ricordando che si tratta di una misura che «prendiamo anche per la meningite e per la tbc». C’è però da rilevare che ormai – al di là dei nostri connazionali rimpatriati dalla Cina – è assai poco probabile che ci siano altri alunni in arrivo dalle aree colpite dall’epidemia che in linea di massima sono già tutti rientrati in Italia dopo le vacanze natalizie e quindi sono già in classe da quasi un mese.

A cosa serve chiudere le scuole a chi arriva dalla Cina oggi?

Zaia è lo stesso che due giorni fa affermava che «tutte le persone tornate dalla Cina che non abbiano sintomi possono frequentare le nostre scuole o i nostri posti di lavoro» anche perché questo si legge nella circolare diramata dal Ministero della Salute agli Uffici Scolastici Regionali  al fine di uniformare la gestione nell’ambito degli istituti di istruzione di ogni ordine e grado. Nella circolare non è prevista alcuna misura di quarantena per studenti che sono rientrati dalla Cina nelle ultime 2 settimane o per gli studenti «ai quali è stato comunicato dall’autorità sanitaria, o che sono venuti in altro modo a conoscenza, di aver effettuato un viaggio insieme ad un paziente nCoV – con qualsiasi tipo di trasporto – e/o di aver coabitato con un paziente nCoV, entro un periodo di 14 giorni» i quali oltre a generiche misure di precauzione sono invitati anche a «telefonare tempestivamente al 1500 o ai centri di riferimento delle regioni, per le misure di sorveglianza».

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Le stesse indicazioni valgono per  i servizi educativi per l’infanzia, le scuole primarie e secondarie con l’aggiunta che per quanto riguarda questa fascia d’età «si suggerisce che gli adulti facenti parte del personale scolastico (docente e non) prestino particolare attenzione a favorire l’adozione di comportamenti atti a ridurre la possibilità di contaminazione con secrezioni delle vie aeree, anche attraverso oggetti (giocattoli, matite, etc.)». Al tempo stesso in Veneto di recente la Giunta Zaia ha abolito l’obbligo di presentare il certificato medico oltre i cinque giorni di assenza da scuola. Senza contare che il Veneto è stata l’unica regione a fare ricorso contro la legge Lorenzin e l’obbligo vaccinale proprio per l’accesso ai servizi educativi dell’infanzia. Zaia dovrebbe decidere se per un alunno italiano sono più pericolosi morbillo e varicella oppure il coronavirus. Senza contare che allo stato attuale secondo uno studio descrittivo del The Lancet – pubblicato in data 30 gennaio – ad esempio, presi in considerazione 99 pazienti che hanno contratto il 2019-nCov, il 67% di questi sembrava già essere affetto da malattia cronica. Si tratta di dati parziali e preliminari su un campione molto ridotto di pazienti ma secondo Lancet la media d’età di contrazione del virus si attesta attorno al 55.5 anni e nessun individuo al di sotto dei 15 anni è stato contagiato a Wuhan (New England Journal of Medicine), a maggioranza, pero’, i contagi (64%) riguardano i lavoratori autonomi.

 

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