I pericolosi bambini della Mare Jonio che per “papà Salvini” minacciano la sicurezza dell’Italia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-08-29

Davvero Matteo Salvini, Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta ritengono che una nave con a bordo 98 migranti tra cui 26 donne (otto sono incinte) e 22 bambini piccoli rappresentino un serio rischio per la sicurezza nazionale? Cosa si inventeranno ora i patridioti che credono alla storia dei “bambolotti” e dei taxi del mare?

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Sta per nascere il governo Conte-bis, e Matteo Salvini come ultimo regalo al M5S ha firmato il divieto di ingresso per la Mare Jonio. La nave – battente bandiera italia – della Ong italiana Mediterranea ha salvato 98 persone a bordo di un gommone in acque internazionali a 70 miglia dalle coste della Libia. Tra di loro ci sono ventisei donne (otto sono incinte) e ventidue bambini di età inferiore ai 10 anni e altri sei minori. Cecilia Strada – che è a bordo dell’imbarcazione – ha soprannominato la Mare Jonio la nave dei bambini.

La disumanità di Salvini, Toninelli e Trenta

Il provvedimento emanato da Salvini è stato controfirmato nella serata di ieri anche dai ministri del M5S Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. Quest’ultima probabilmente spinta da uno degli slanci di umanità che hanno contraddistinto il suo mandato. Se ce ne fosse bisogno un’altra ragione per sostituire i titolari dei Trasporti e della Difesa nel prossimo governo. Magari Salvini contava proprio sulle firme dei suoi colleghi per mettere in luce le contraddizioni del MoVimento 5 Stelle. Ma quale che sia la spregiudicata strategia politica del leader della Lega questa viene portata avanti sulla pelle di donne incinte e bambini piccoli.

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Che cosa possono dire infatti i vari patridioti di fronte alla Mare Jonio e il suo carico di disperati? Sono persone che fuggono dalla guerra, perché in Libia c’è la guerra civile. Non ci sono solo uomini giovani ma anche donne, alcune di loro in dolce attesa. E ci sono anche i bambini, quelli che quando annegano per i complottisti diventano “bambolotti”. Bambini molto piccoli, alcuni devono ancora essere allattati, quindi i nostro valorosi difensori della Patria non possono nemmeno dire che al momento dello sbarco dichiareranno di avere più di diciotto anni.

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E quelli che parlano dei taxi del mare? A loro non resta che ricordare come ad oggi non ci sia nemmeno un rinvio a giudizio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a carico delle Ong. Anzi quasi tutte le inchieste sono state archiviate. Ma più che gli atti giudiziari parlano i fatti: quei 98 migranti stavano da due giorni in mezzo al mare, su un gommone con un tubolare già mezzo sgonfio e senza soccorsi (e la guardia costiera libica?). Alcuni di loro portano sul corpo «segni evidenti dei maltrattamenti e delle torture subite in Libia». Stando ai racconti dei migranti sei persone sono annegate prima dell’arrivo dei soccorsi.

Cosa farà il Governo Conte-bis con il Decreto Sicurezza?

Ieri il MRCC di Roma, il Centro di coordinamento dei soccorsi della Guardia Costiera italiana, ha assunto il coordinamento dell’operazione di salvataggio e chiesto “a competenti Autorità Italiane” l’assegnazione di un place of safety alla Mare Jonio. In base ai trattati internazionali lo sbarco deve avvenire in un porto indicato dal MRCC. Le Autorità Competenti – che sarebbero il Viminale e il il Ministero dei Trasporti – non hanno indicato un POS ma si sono limitate a ribadire che una nave battente bandiera italiana non ha il permesso di sbarcare (e nemmeno di avvicinarsi) alle acque territoriali italiane.

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Senza l’indicazione di un POS la Mare Jonio non può nemmeno andare verso Malta, le autorità maltesi direbbero che è Roma che sta coordinando i soccorsi. Mediterranea quindi non può fare altro che dirigersi verso le coste italiane (le più vicine al momento sono quelle di Lampedusa). E in mezzo al mare ci sono anche i 101 migranti a bordo della nave Eleonore della ONG tedesca Lifeline. Lo sappiamo già come finirà questa storia: i migranti sbarcheranno lo stesso. Come è sempre successo da quando Salvini e Toninelli hanno inaugurato la strategia dei porti chiusi; sono oltre tremila i migranti sbarcati in Italia negli ultimi tre mesi. Imbarazzante poi la posizione espressa dalla ministra della Difesa Trenta che questa mattina su Facebook ha scritto di aver firmato “l’ennesimo decreto interministeriale” che vieta lo sbarco perché “dal punto di vista militare non vi erano ostacoli a ciò”. Al tempo stesso Elisabetta Trenta ci tiene a far sapere come è umana lei e dice che le persone ha bordo della Mare Jonio hanno il “sacrosanto diritto” (scrive proprio così) di essere soccorse. “Per fortuna”, conclude la Trenta, che ci sono norme internazionali e norme interne che lo impongono. Ponzio Pilato può solo imparare.

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Anche il Prefetto Mario Morcone – direttore del Consiglio italiano rifugiati – oggi in un’intervista al Fatto Quotidiano esprime tutto il suo sconcerto per la decisione di vietare l’ingresso alla Mare Jonio e fa sapere che «il decreto Sicurezza bis a mio avviso va abolito» perché «in più punti è anticostituzionale» così come la chiusura dei porti che «ha dei riflessi molto discutibili, non soltanto sotto l’aspetto costituzionale, ma anche sotto quello dei trattati internazionali». Se serviva un punto programmatico per il nuovo esecutivo eccolo qui. Magari dopo aver allontanato Trenta e Toninelli dalle rispettive poltrone.

Leggi sull’argomento: La ὕβϱις di Salvini che ha rovinato il Cazzaro Verde

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