La ὕβϱις di Salvini che ha rovinato il Cazzaro Verde

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-08-29

Ora Salvini fa girare la voce di essere stato fregato da Zingaretti e Renzi, che gli avevano garantito un ritorno alle urne nell’ormai famosa telefonata che lo ha portato a strappare. E non si accorge che se quelli volevano fregarlo, gli italiani non hanno nessuna pietà per chi ammette di essersi fatto fregare. 

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Racconta il retroscena molto informato e di marca giorgettiana di Francesco Verderami sul Corriere della Sera che Matteo Salvini soltanto dopo il quarto messaggio senza risposta inviato a Luigi Di Maio ha capito che there was no more trip for cats, come dicono a Roma. Fino al giorno prima i contatti con Di Maio gli avevano fatto nutrire una flebile speranza, ma gli ultimi appelli caduti nel vuoto sono equivalsi a una sentenza. E oggi in molti chiamano in causa la ὕβϱις del Cazzaro Verde (si può dire, c’è una sentenza di un tribunale) per spiegare cosa ha rovinato il Capitano.

Significa letteralmente “tracotanza”, “eccesso”, “superbia”, “orgoglio” o “prevaricazione”. Si riferisce in generale a un’azione ingiusta o empia avvenuta nel passato, che produce conseguenze negative su persone ed eventi del presente. È un antefatto che vale come causa a monte che condurrà alla catastrofe della tragedia.

Il tema ricorre molto frequentemente nella Divina Commedia di Dante Alighieri in ottica cristiana; qualsiasi peccato può essere ricondotto all’hybris dell’uomo, che tenta di arrivare con la ragione a comprendere i misteri del divino, ponendosi egli stesso come Dio. (Wikipedia)

foto salvini

La tracotanza ha ammazzato Salvini, spiega Verderami:

Sarebbe stata insomma l’ubriacatura dettata dalla tracotanza a indurre il capo del Carroccio a sfidare tutti, alleati e avversari, in Italia e in Europa. Complice quel 34% conquistato nelle urne. A distanza di pochi mesi, invece, sono state le corrispondenze di alcuni quotidiani tedeschi a scrivere l’epitaffio del suo disegno sovranista: raccontando la visita della Merkel in Ungheria, hanno riferito delle «battutine su Salvini» pronunciate dalla cancelliera «insieme a Orban», con cui il vice premier italiano meditava di aprire Bruxelles come una scatoletta di tonno.

Ed è solo una delle «ingenuità» che il Cavaliere gli imputa, insieme alla errata convinzione che bastasse andare a Washington per ottenere la sponda degli Stati Uniti. «Ma l’incontro con il segretario di Stato Pompeo non era andato bene», rivela adesso un autorevole esponente della Lega. E infatti Trump si è speso l’altro ieri con un inusuale endorsement per Conte.

Ora Salvini fa girare la voce di essere stato fregato da Zingaretti e Renzi, che gli avevano garantito un ritorno alle urne nell’ormai famosa telefonata che lo ha portato a strappare. E non si accorge che se quelli volevano fregarlo, gli italiani non hanno nessuna pietà per chi ammette di essersi fatto fregare.

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