Governo giallorosso: il Conte Bis in arrivo?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-08-19

Si alzano le quotazioni dell’attuale premier per la guida di un esecutivo con il PD. Ma i conti si stanno facendo senza l’oste della crisi. Che ancora manca di una sua ufficiale parlamentarizzazione

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“Tutto sarà nelle mani di Mattarella e dei partiti, ma se dovessimo scommettere un euro, o una lira padana, diremmo che di Salvini il nuovo governo farà benissimo a meno, mentre della correttezza istituzionale di Conte ci sarà bisogno”: la previsione, riportata oggi da Marco Palombi sul Fatto, è di uno che di come si fa politica se ne intende e la prova sono i pullman al congresso di +Europa: Bruno Tabacci.

Il Conte Bis prossimo venturo

Ma il compagno libertario, liberista e liberale BR1 non è certo l’unico a pronosticare un Conte Bis per risolvere la Crisi di Ferragosto: anche perché nel frattempo si è scoperto che il governo vuole andare avanti nella nomina del commissario europeo, dopo i nomi inviati da Salvini che probabilmente sono caduti insieme all’appoggio della Lega all’esecutivo. A parlarne è ancora Palombi sul Fatto:

Il nome al momento è un mistero, ma il profilo – individuato all’indomani della rottura di Salvini, dopo i tentativi di piazzare un leghista nella prossima Commissione europea –è di quelli pensati apposta per scavare un ulteriore solco col suo ministro dell’In terno: europeista, membro dell’establishment, gradito a Bruxelles, dal curriculum impeccabile e destinato in teoria alla prestigiosa poltrona della Concorrenza.

conte fiducia salvini

Tutte caratteristiche che fanno pensare che non sarà Conte il commissario, come si pronosticava nei giorni scorsi al grido di promoveatur ut amoveatur. Anche Tommaso Labate sul Corriere della Sera immagina che il governo giallorosso che prenderà il posto di quello gialloverde

La rete della trattativa tra Pd e M5S è politicamente circoscritta. A dispetto dei rumors che davano una pattuglia forzista in marcia di avvicinamento verso la maggioranza, Silvio Berlusconi ha già detto ai suoi che Forza Italia rimarrà all’opposizione, saldamente ancorata al centrodestra. Ma è anche geograficamente circoscritta, ieri, l’area della trattativa.

Ci si può sentire al telefono ma se ci fosse bisogno di vedersi, trovandosi a metà strada, basterebbero due ore di macchina. E proprio all’interno di questo perimetro che ieri, dal fronte del centrosinistra, è partita una precisa disponibilità a vagliare anche il nome di Giuseppe Conte tra quelli che potrebbero guidare il governo giallorosso. Certo, l’operazione è tutt’altro che semplice. Ma, come dice una fonte di primo livello del centrosinistra, «siamo comunque disponibili a ragionare».

Il governo giallorosso prossimo venturo?

Di certo c’è che i conti si stanno facendo senza l’oste della crisi. Che ancora manca di una sua ufficiale parlamentarizzazione: domani ufficialmente Conte si presenterà in Parlamento per le sue comunicazioni, al termine delle quali ci sarà spazio per le mozioni dei partiti. Ma la Lega non ha nessuna voglia di calendarizzare in fretta la sua sfiducia perché se cade il governo cade anche il ministro dell’Interno e Salvini invece si è messo in testa di voler rimanere al Viminale anche se cade il mondo. Intanto dal vertice di ieri in cui il M5S ha chiuso a Salvini arrivano anche dubbi sul PD e sul percorso di governo, che appare ancora molto accidentato: troppo per darlo per scontato.

salvini galera

Il punto però adesso è che «non sappiamo neanche con chi parlare nel Pd – è stato detto – perché chi ci garantisce che Zingaretti tiene i suoi?». Dubbi espressi anche da Casaleggio («Per questo non dobbiamo avere paura del voto», ha aggiunto). Quando a fine vertice è stata diramata una nota ufficiale, c’era un passaggio curioso: «Dispiace per il gruppo parlamentare della Lega con cui è stato fatto un buon lavoro in questi 14 mesi». Della serie: se il Carroccio molla Salvini, o se Salvini si fa da parte, il governo può continuare. Un modo per provare a creare qualche problema interno all’ex alleato. «È chiaro a tutti, anche a molti leghisti, che la colpa di questa inverosimile situazione sia solo sua. Adesso che hanno fatto la frittata, che hanno tradito, non vengano a piangere da noi…», ci hanno poi messo il carico da novanta Patuanelli e D’Uva.

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