La disinformazione di Indovina chi viene a cena sul Glifosato

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-15

Il famigerato veleno della multinazionale cattiva messo a nudo per l’ennesima volta dai giornalisti che ci svelano quanto è bella l’agricoltura biologica (quella che usa i pesticidi ma meglio non parlarne). Chi mai potrà uscirne sconfitto? Ed infatti ieri su Rai 3 è andata proprio così

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«È stato un trauma nazionale quando è emerso che alcune marche di pasta di grano aggiungevano a tavola un ospite non gradito come il glifosato». Ancora una volta un programma d’inchiesta della Rai, questa volta Indovina chi viene a cena di Rai 3, torna a fare terrorismo sul glifosato e a screditare l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Mentre infatti la IARC lo ha classificato tra le sostanze “probabilmente cancerogene” (gruppo 2A, lo stesso nel quale sono state inserite la carne rossa, il caffè, l’estratto di Ginko Biloba, l’acqua ad una temperatura superiore ai 65° o l’aloe vera) EFSAOMS e FAO hanno invece espresso un parere diverso sostenendo che è improbabile che sia cancerogeno «come conseguenza dell’esposizione attraverso l’alimentazione».

Perché la pasta “al glifosato” non è al glifosato

La storia della pasta “al glifosato” non è nuova e ce la portiamo dietro da qualche anno. Da quando nel novembre del 2017 è stata rinnovata l’autorizzazione per l’utilizzo del glifosate in agricoltura a livello europeo. Il rinnovo dell’autorizzazione ha durata di cinque anni, quando generalmente questo genere di proroghe ha durata di 15 anni. Non senza una ragione (politica): non tutti erano d’accordo sulla proroga. Ma tanto è bastato per scatenare una vera e propria psicosi. E poco importa che già nel 2016 la rivista Il Test (ex Salvagente) avesse calcolato che in base ai livelli di contaminazione da glifosato nella pasta italiana per assumere quantità di glifosato che possano costituire un rischio per la salute si dovrebbero mangiare più di 200 kg di pasta al giorno per tutti i 365 giorni dell’anno.

indovina chi viene a cena rai 3 glifosate glifosato - 3Questo dato, significativo se ci pensate quando si sta lanciando un allarme su una sostanza, non è stato dato nella puntata del programma di Sabrina Giannini andato in onda ieri sera. Ieri sera si sono invece cantate le lodi all’agricoltura biologica, senza però far notare che il “diserbo meccanico” (quello svolto con un’aratura del terreno più profonda) è altrettanto dannoso per l’ambiente. Non perché vengono usate sostanze poco “ecologiche” ma perché per la sarchiatura di un campo sono necessari più passaggi, fatti con il trattore. Mezzo che fino a prova contraria produce CO2 visto che va a gasolio. Allo stesso tempo alcuni pesticidi consentiti nell’agricoltura biologica (perché ne vengono usati) hanno una tossicità acuta superiore a quella del glifosate. Ad esempio il rame: che ha un simpatico difetto: non degrada mai.

Quanto glifosato bisogna mangiare per ammalarsi?

Su Rai 3 si parla invece dei bei tempi andati in cui la nostra agricoltura non era stata colonizzata dai pesticidi. Peccato che senza i pesticidi e il glifosato non sarebbe stato possibile ottenere quelle rese necessarie ad aumentare la produzione agricola. Quella che serve per sfamare il pianeta, uomini ed animali da allevamento. C’è parecchia confusione sul glifosate, si dice che è “cancerogeno” e si collega la dichiarazione della IARC ad una sentenza statunitense che ha “dimostrato” che il prodotto della Monsanto (oggi di proprietà della tedesca Bayer) è appunto cancerogeno. Si evita però di dire in modo chiaro che in quel caso non si parlava di ingestione della sostanza tramite il cibo ma di una esposizione al prodotto di un lavoratore.

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Per la verità nemmeno gli agricoltori quando spruzzano il glifosate vengono a contatto con la sostanza “pura” visto che generalmente si utilizzano – spiega l’esperto di eco-tossicologia Donatello Sandroni nel libro Orco Glifosato – concentrazioni tra lo 0,75% e l’1% di Roundup che corrispondono a loro volta a 0,27%-0,36% di glifosate. «Un abbattimento di cento volte rispetto ai prodotti tali e quali, ovvero quelli presi in considerazione dalla IARC», scrive Sandroni. Per un normale consumatore invece, uno che mangia pasta ed altri prodotti (Rai 3 cita senza nominarla la Nutella) assumere la dose giornaliera media di glifosato tale da costituire un rischio per la salute è assai difficile. Si dovrebbero ad esempio mangiare 126 kg di pasta al giorno o bere 40 tonnellate di acqua “contaminata” al dì. Ed infatti anche la ex ministra della Salute Grillo a marzo aveva rilasciato un comunicato nel quale rendeva noto che la concentrazione di glifosato nel grano di importazione usato per fare la pasta italiana (il grano italiano non è sufficiente) era entro i limiti di legge.

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Perché la IARC per “dimostrare” che il glifosato è “probabilmente cancerogeno” (come il tè caldo o il brodo caldo) si è basato su studi su animali da laboratorio che venivano costantemente esposti alla sostanza. Ma anche chi non è un agricoltore sa che il famoso (o famigerato) erbicida non si dà 365 giorni all’anno. Al tempo stesso la IARC ha scelto di non tenere conto degli studi degli enti di regolamentazione, quelli che decidono se un prodotto può essere commercializzato o meno. Se lasciamo per una attimo da parte le cause intentate contro la Monsanto cosa abbiamo “contro” il glifosato? Da una parte lo studio della IARC (per la quale vie è una “limitata evidenza di cancerogenità”) dall’altra i rapporti di agenzie come OMS, EFSA, FAO, EPA ed ECHA (l’Agenzia europea delle sostanze chimiche che ha sede ad Helsinki).  Dal punto di vista scientifico conteranno pur qualcosa? Ma su Rai 3 invece ci si concentra a spiegare che gli organismi comunitari sarebbero stati influenzati da Monsanto e dalle lobby dei pesticidi, un modo per screditare decine di scienziati che lavorano negli enti che si occupano di regolamentazione sui prodotti commerciali. Quelle degli scienziati che dicono che il glifosato è “sicuro” sono ricerche ad orologeria pubblicate al momento “conveniente”. Guarda caso proprio quando l’UE stava per decidere se rinnovare o meno l’autorizzazione. Ma se non in quel momento quando le Autorità di controllo avrebbero dovuto dire la loro sul glifosato? Naturalmente è un complotto. E alla fine quello che si ottiene è di screditare le agenzie europee che si occupano della salute dei cittadini. Che ci sia dietro la lobby del biologico?

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