Il grande pasticcio in arrivo sulla legge sulle vaccinazioni obbligatorie

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-07-04

Il ministero sta lavorando ad una semplificazioni degli oneri documentali che i genitori devono presentare per iscrivere i figli a scuola. La ministra oggi in Aula ha detto che nella legge Lorenzin non c’è scritto da nessuna parte che la “documentazione comprovante” deve essere per forza il certificato vaccinale…

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Mancano sei giorni al 10 luglio e il ministero della Salute non ha ancora fatto sapere come “salverà” i figli dei free-vax consentendo loro di entrare a scuola anche se non vaccinati. Già questo è interessante, il ministero dovrebbe tutelare la salute pubblica e si preoccupa se alcuni bambini i cui genitori non rispettano una legge dello Stato non potranno iscriversi all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia. Da giorni però si parla di una fantomatica “circolare” che dovrebbe “risolvere” il problema. Il problema in questione però è una legge, non un’altra circolare. La confusione regna sovrana, dentro i gruppi “free-vax” e a quanto pare anche al Ministero. Ne ha dato dimostrazione oggi la ministra della Salute Giulia Grillo rispondendo al Question time alla Camera in merito alle vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione al prossimo anno scolastico con la scadenza del 10 luglio per la presentazione della documentazione relativa.

Giulia Grillo vuole “alleggerire” l’onere documentale a carico dei genitori

La ministra Giulia Grillo spiega che «L’articolo 3 comma 1 del decreto legge 73/2017 non prescrive che venga necessariamente consegnato alle scuole un certificato di avvenuta vaccinazione ma più in generale qualsivoglia documentazione che possa essere considerata idonea a comprovare l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie». Ed è vero, il comma 1 dell’articolo 3 della Legge Lorenzin dice i dirigenti scolastici delle istituzioni del sistema nazionale di istruzione ed i responsabili dei servizi educativi per l’infanzia soono tenuti, all’atto dell’iscrizione del minore a richiedere ai genitori «la presentazione di idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie».

La ministra sembra suggerire che quindi non è necessario presentare esclusivamente il certificato vaccinale. Infatti nel rispondere all’interrogazione del deputato Andrea Cecconi (l’ex M5S espulso in seguito allo scandalo dei rimborsi) spiega che la misura allo studio del Ministero «non è una semplice proroga, ma una significativa semplificazione dell’onere documentale a carico dei genitori dei minori di anni sedici, che frequentano le scuole di ogni ordine e grado e i servizi educativi per l’infanzia». La Grillo conclude dicendo che non si tratterà di una misura temporanea “a tampone” ma un insieme di accorgimenti che hanno l’obiettivo di rendere più pacifico il rapporto tra genitori e istituzioni sanitarie.

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L’articolo 5 della legge Lorenzin [Fonte]

Non è chiaro quindi che forma assumeranno questo insieme di accorgimenti, AdnKronos parla di una circolare che consentirà l’autocertificazione e che sarà presentata domani. C’è però un punto su quale l’interpretazione della legge da parte della ministra rischia di creare qualche problema. Come è noto l’articolo 5 della “legge Lorenzin” prevedeva che per l’anno scolastico 2017/2018 la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie potesse essere sostituita «dalla dichiarazione resa ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445».

Quali sono i documenti che provano l’avvenuta vaccinazione?

In parole povere, come è avvenuto, si poteva sostituire la documentazione comprovante con una autocertificazione. La suddetta documentazione comprovante però doveva essere presentata – come è noto a tutti i free-vax – entro il 10 marzo 2018. È chiaro quindi che leggendo il testo della legge non per iscrivere i bambini a scuola non è sufficiente “qualsivoglia documentazione” ma una documentazione comprovante. 

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Fonte

Ora le parole della ministra sembrano lasciare intendere che al fine di alleggerire l’onere documentale si possano utilizzare altri tipi di documentazione. Va da sé che solo un’autocertificazione potrebbe essere considerata come un “alleggerimento” dell’onere documentale. Però non solo il testo di legge contrappone la documentazione comprovante all’autocertificazione. Anche nella circolare operativa del 16 agosto 2017 è ben specificato in cosa consista tale documentazione comprovante: «copia del libretto delle vaccinazioni vidimato dal competente servizio della ASL ovvero il certificato vaccinale, oppure l’attestazione datata rilasciata dal competente servizio della ASL, che indichi se il soggetto sia in regola con le vaccinazioni obbligatorie previste per l’età». Ed è questa documentazione che costituisce requisito di accesso ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia. Inoltre, e i genitori free-vax che hanno studiato la legge lo sanno bene – l’autocertificazione non risolve minimamente il problema dell’accesso a scuola dei bambini non vaccinati. Se infatti nell’autocertificazione il genitore scrivesse il falso (ovvero che il figlio è in regola con le vaccinazioni) commetterebbe un reato, ben più grave del non adempimento dell’obbligo. Motivo per cui lo scorso anno scolastico in tutte le “linee guida” delle associazioni free-vax era scritto chiaramente di non presentare l’autocertificazione. È questo il genere di alleggerimento che ha in mente la ministra?

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