Giorgia Meloni e il Recovery Fund che è anche merito suo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-28

Giorgia Meloni parla oggi con La Stampa del Recovery Fund nonostante ieri lei e Salvini avessero perso improvvisamente la voce e nel colloquio con Francesco Bei riesce nell’impresa di dire che lo stanziamento è (anche) merito suo

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Giorgia Meloni parla oggi con La Stampa del Recovery Fund nonostante ieri lei e Salvini avessero perso improvvisamente la voce e nel colloquio con Francesco Bei riesce nell’impresa di dire che lo stanziamento è (anche) merito suo:

«Se qualcosa si è mosso penso sia stato anche per le nostre critiche e punzecchiature. Detto questo sì, 500 miliardi a fondo perduto sono pochi. Non lo dico io: è stato il commissario Gentiloni a parlare di 1500 miliardi».

Ma si riferiva a tutto il complesso di aiuti, che ammonteranno comunque a duemila miliardi contando Bce, Bei, Sure e Mes. Non rischiate di fare la figura dei Pierini, che dicono sempre: più uno?
«Veramente Gentiloni si riferiva al solo Recovery Fund. Comunque ora le spiego le mie perplessità. La prima è legata ai dettagli, che ancora non si conoscono. La seconda alla tempistica, perché a noi quei soldi servono subito, vanno usati ora per salvare famiglie e imprese dal disastro che abbiamo di fronte. Se ce li danno il prossimo anno e magari li spalmano su sette annualità, stiamo freschi! Quello che proveranno a salvare sarà già morto. Poi, se sono vincolati ai programmi europei precovid, vuol dire che lorsignori non hanno compreso che il mondo è cambiato».

E qui vale la pena ricordare che giusto ieri Giorgia Meloni voleva chiedere i soldi al Fondo Monetario Internazionale, come ha proposto lei stessa sul Corriere della Sera. Con due dettagli: i maggiori azionisti sono USA e Cina (ahahah) e quelli, evidentemente, sarebbero arrivati più tardi di questi soldi visto che la trattativa doveva essere ancora intavolata. Questo per dire la lucidità.

veronica de romanis giorgia meloni

Ma non è tutto, perché nell’intervista prima Meloni si schiera contro le tasse verdi assumendo la stessa posizione critica dei Padroni del Vapore…

“Lorsignori”, cioè Bruxelles? Be’ dalla proposta “Next Generation” si capisce che quelle risorse dovrebbero essere dirottate sulle priorità Ue come il Green deal e il digitale e verso i settori più colpiti dalla crisi. Cosa c’è che non va?
«Prendiamo il Green Deal: è una cosa bellissima, siamo tutti a favore dell’economia verde. Ma con tutte le restrizioni, le plastic tax, le carbon tax, le imprese finisci per ucciderle. Qui va ridiscusso tutto perché la priorità assoluta è salvare il sistema produttivo. Invece già intravedo il tentativo di inserire condizionalità… A monte sappiamo che c’è una fortissima opposizione dei paesi “falchi” o “frugali” che hanno già avvertito che il negoziato sarà molto lungo.Vedremo».

E poi nega che i suoi alleati siano contrari agli aiuti dell’Europa:

Veramente il rischio maggiore per l’Italia arriva proprio dai vostri amici sovranisti negli altri paesi Ue, tutti contro i miliardi a fondo perduto agli “spreconi” del Mediterraneo…
«I nostri amici sovranisti? Come l’Olanda del premier liberale Mark Rutte, l’amico di Renzi? O i socialdemocratici svedesi? L’unico partito di governo che fa parte insieme a noi del gruppo Ecr sono i polacchi, che si stanno comportando in maniera corretta. Quello sui presunti amici sovranisti è un dibattito capzioso, ci sono dinamiche nazionali non di schieramento. Tutte le famiglie europee sono spaccate e quelli che più di tutti difendono i loro interessi nazionali sono proprio gli “europeisti” Merkel e Macron».

Come abbiamo raccontato, ad opporsi agli eurobond in Olanda c’erano anche  Thierry Baudet, leader del partito Forum per la Democrazia e “strenuo difensore del MEF”, e poi con Geert Wilders, leader del Partito della Libertà. Ovvero questo tizio qui sotto:

salvini meloni olandesi

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