Giorgia Meloni e la matematica dei contagi Covid italiani che non torna

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-08-03

La leader di Fratelli d’Italia parla di «delirio immigrazionista del Governo PD-M5S» che «colpevolizzare i cittadini perché IN ITALIA il 75% dei contagiati sarebbero italiani e “solo” il 25% immigrati. Non gli consentiremo di scaricare le loro responsabilità sugli italiani! #BastaSbarchi, basta bugie». Vediamo chi dice davvero bugie

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A Giorgia Meloni non la si fa certo facilmente quando si tratta di “deliri immigrazionisti”. Ecco perché la leader di Fratelli d’Italia grida il suo #bastasbarchi brandendo un’intervista a Vincenzo Boccia al Corriere della Sera in cui il ministro degli Affari Regionali ha detto che il 75% dei contagiati dal Coronavirus SARS-COV-2 è italiano.  Da questo Meloni deduce che il 25% di contagiati è immigrato.

Ma davvero in Italia il 25% dei contagiati sono immigrati?

Ora, è sicuramente una coincidenza che l’uscita di Giorgia Meloni sia identica alla prima pagina della Verità che dice più o meno la stessa cosa. Anzi, ad essere precisi dice che è colpa dei migranti “1 contagio su 4”. Ma forse sarebbe il caso di andare a rivedere cosa dice di preciso Boccia nel colloquio con Monica Guerzoni del 2 agosto. Eccolo qua:

Non teme che molti italiani impauriti possano dare ragione a Salvini, quando accusa Conte di aprire le frontiere a tanti «clandestini positivi al Covid»?
«Il 75% dei positivi sono italiani, contagiati da altri italiani. Si passa dalle feste senza regole, all’imprenditore irresponsabile che, tornato dall’estero, è andato in giro con i sintomi. Quanto ai positivi stranieri salvati in mare, vengono tutti sottoposti a test e tamponi e molti di loro ripartono immediatamente. Non mi pare il tema»

giorgia meloni 25% stranieri contagiati

Ora, posto che quello che dice Boccia senza citare fonti è – appunto – solo quello che dice Boccia (e quindi non sappiamo da dove abbia preso i dati e come li abbia interpretati), Boccia dice che il 75% dei positivi sono italiani contagiati da altri italiani; questo significa per logica che nel 25% restante, sempre secondo il ministro degli Affari Regionali, ci sono le seguenti categorie: italiani contagiati da stranieri, stranieri contagiati da italiani, stranieri contagiati da stranieri. E questo dovrebbe già bastare a capire che il sottoinsieme degli sbarcati (che è Giorgia a chiamare in causa nell’hastag) è chiamato in causa inopportunamente. Anche perché nella categoria “stranieri” rientrano anche quelli che nel frattempo sono partiti per tornare nella loro patria e sono tornati in Italia contagiati ma sono regolari in Italia. È il caso di molti della comunità del Bangladesh a Roma (soltanto alcuni di quelli trovati positivi erano effettivamente irregolari in Italia). In più, molti di quelli che oggi arrivano in Italia non è che ripartano “immediatamente”, come dice Boccia, ma di sicuro hanno altre destinazioni finali rispetto all’Italia. Mentre chi viene salvato in mare viene sottoposto a quarantena e quindi ha scarse possibilità di contagiare gli altri.

Giorgia Meloni e la matematica dei contagi Covid italiani che non torna

Valga per tutti il caso di Treviso, dove i contagi alla caserma Serena non hanno riguardato gente che era sbarcata da poco, ma persone che si trovavano in Italia da anni. Vero è che alcuni di quelli che sono arrivati in Italia negli ultimi giorni sono fuggiti, ma nel caso di Cori si parlava di persone già sottoposte a tampone con esito negativo. Andrebbe poi ricordato che sulla storia dei migranti infetti colpevoli della seconda ondata di COVID-19 l’Ordine dei Medici di Torino ha provveduto a sbugiardare il governatore di centrodestra Alberto Cirio: “La realtà è che il tasso di positività al Covid tra i migranti è intorno all’1,5%”, aveva ribattuto il presidente Giustetto, in una nota firmata anche dal professor Paolo Vineis, epidemiologo dell’Unità di crisi regionale. “Ogni migrante che giunge in Italia è sottoposto a tampone e posto in isolamento se positivo e in quarantena se negativo – aggiungono -. Prima di essere trasferiti e distribuiti tra le regioni, sono sottoposti a test sierologico. All’arrivo a Torino sono nuovamente sottoposti a tampone e posti in isolamento fino a quando giunge il risultato. Per tutti questi motivi, i migranti irregolari sono forse le persone più controllate e l’ultimo problema nel contenimento della pandemia. Forse siamo più ‘pericolosi’ noi due, veri piemontesi, che non abbiamo fatto né tampone, né sierologico”.

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Infine, anche l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco aveva spiegato qualche tempo fa che “La circolazione del virus è asincrona, cioè l’intensità di circolazione varia a causa di tanti fattori nei diversi Paesi del mondo: la ripresa delle attività produttive, l’intensità locale dei contatti sociali, (forse) fattori climatici. Capita dunque che un Paese come l’Italia, che ha già subìto una prima ondata, debba prevenire l’aumento della circolazione virale e, soprattutto, evitare che l’aumento della circolazione virale faccia sviluppare una seconda ondata di casi clinicamente rilevanti. L’aumento della circolazione avviene sia per ripresa della attività virale autoctona pre-esistente, sia per importazione di casi da paesi ad elevata attività e conseguente circolazione autoctona. Tanta prudenza e non abbassare la guardia visto che il virus è fra noi, anche d’estate. Perché i fattori che favoriscono la circolazione – da qualunque parte arrivi il virus – SONO FATTORI LOCALI. E’ dunque su questi che dobbiamo concentrarci. Capiamo bene che il caso importato, soprattutto se l’importazione avviene da parte di poveri extracomunitari, faccia notizia. Capiamo anche che alcune forze politiche cavalchino questa tigre non avendo altri argomenti”. Due opinioni molto più autorevoli di quelle di Boccia e di Meloni.

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