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I 18 migranti fuggiti dalla quarantena a Cori

neXtQuotidiano 03/08/2020

Dopo l’appello notturno che aveva certificato l’assenza dei 18 (su un totale di 43), la cooperativa che gestisce la struttura di accoglienza, la Medihospes, ha allertato i poliziotti che presidiavano l’esterno, ma dei fuggitivi non si è trovata nessuna traccia

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Nel corso della notte, 18 migranti trasferiti a Latina lo scorso 28 luglio e ospitati nel centro di accoglienza di Cori (Latina), tutti già sottoposti al tampone e risultati negativi al Covid, si sono allontanati dalla struttura, dove stavano proseguendo il periodo di sorveglianza fiduciaria. Di questi, 13 sono stati rintracciati dalla polizia, molti stavano tentando di salire sui treni diretti a Roma. Proseguono le ricerche degli altri cinque stranieri.

I 18 migranti fuggiti dalla quarantena a Cori

Dopo l’appello notturno che aveva certificato l’assenza dei 18 (su un totale di 43), la cooperativa che gestisce la struttura di accoglienza, la Medihospes, ha allertato i poliziotti che presidiavano l’esterno, ma dei fuggitivi non si è trovata nessuna traccia. I diciotto, 17 tunisini e un egiziano, molti dei quali minorenni, erano scappati da una finestra affacciata su un muro alto quasi tre metri, un punto considerato invalicabile, per poi svanire nei boschi. A quel punto è partita la ricerca, racconta oggi Il Messaggero:

Il questore di Latina,Michele Spina, viene informato e si precipita a Cori con i responsabili di Digos, Squadra Mobile e commissariato di Cisterna e con un nutrito gruppo di agenti. Sono momenti convulsi. La zona è isolata e impervia, il Santuario è circondato da boschi fittissimi. E’ buio pesto e sperare di trovarli è impossibile. Anche perché i fuggitivi a quel punto hanno già un paio d’ore di vantaggio e per questo dai boschi i controlli si spostano a valle, dove corre la ferrovia Roma-Napoli. «Sono diretti lì» si dicono il questore e i suoi uomini. L’intuizione si rivela giusta. I primi sette ragazzi vengono trovati a Cisterna. Non è ancora l’alba. Sono vicino alla stazione, nascosti tra la vegetazione e i rovi, lungo i binari: aspettano il primo treno per Roma invece si trovano circondati. Per prima cosa viene diramato un allerta a Rete Ferroviaria Italiana chiedendo che i treni sulla tratta viaggino a vista, per non mettere in pericolo né i migranti, né gli agenti.

I sette vengono identificati e riportati subito a Cori. «Erano abbastanza sorpresi che li avessimo ritrovati» confida uno degli agenti che era sul posto. Poi, le foto di quelli che ancora mancava all’appello vengono diramate alla Polfer. Altra mossa azzeccata: quando a Termini arrivato il primo treno della mattina da Latina gli agenti riconoscono altri sei fuggitivi e li bloccano un attimo prima che svaniscano per le vie della Capitale. «Sono risultati negativi al tampone e dunque non c’è pericolo sanitario – spiegano dalla Questura pontina -ma si sono sottratti a un provvedimento dell’autorità che gli imponeva la quarantena,per questo sono stati anche loro denunciati, caricati in auto e riportati a Cori».

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