«Giorgia Meloni sull’APP IMMUNI è ignorante e irresponsabile»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-24

La leader di Fratelli d’Italia all’attacco di IMMUNI dice che il Parlamento doveva doveva dare certezze sui dati raccolti e che i dati fanno gola alle case farmaceutiche. Vediamo se è vero. Intanto gli avversari non l’hanno accolta bene

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“Non ho scaricato l’app Immuni e invito tutti a non scaricarla”: stamattina la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, ospite di “Non è un Paese per giovani”, su Radio2 ha invitato al boicottaggio seguendo le stesse orme di Salvini, anche se con argomenti diversi dal Capitano (per lui il problema erano i soci cinesi, anche se usa TikTok che è in effetti cinese).

«Giorgia Meloni sull’APP IMMUNI è ignorante e irresponsabile»

La Meloni invece ha usato altri argomenti: “Non c’è stata una gara pubblica, è un’iniziativa fatta in violazione delle norme italiane. Sarebbe stato doveroso un passaggio in Parlamento e avere delle certezze circa il fatto che i dati raccolti non diventino uno strumento da Grande fratello per lo Stato. Non c’è stato nulla di tutto questo. I dati sulle condizioni sanitarie e sugli spostamenti di milioni di italiani sono forse il business più appetibile del mondo anche per le case farmaceutiche”, ha detto. Le critiche di Meloni sono curiose in primo luogo perché non è il Parlamento che in Italia garantisce per i dati personali ma una cosa che si chiama Garante della Privacy, il quale ha dato il suo ok all’app. E in secondo luogo l’unico dato sanitario di IMMUNI è la positività a SARS-COV-2, per il quale attualmente non esiste né una cura né un vaccino (né arriverà nei prossimi quindici giorni) quindi non si capisce cosa c’entrino le case farmaceutiche.

Giorgia Meloni, Raffaele Fitto, Matteo Salvini
Giorgia Meloni, Raffaele Fitto, Matteo Salvini

In ogni caso le parole di Meloni non sono state granché apprezzate dai suoi avversari: “Le parole di Giorgia Meloni sull’app Immuni sono un biglietto di visita della destra populista doppiamente ignorante, in senso tecnico. Per un verso, infatti, sostiene che manchi una sanzione per l’uso illegittimo dei dati presenti sull’app, mentre questo comportamento integra gli estremi non solo di illeciti amministrativi in materia privacy (sanzionati fino a 40 milioni di euro o al 20% del fatturato), ma anche di gravi delitti previsti dal codice privacy, puniti con la reclusione anche fino a sei anni. Per altro verso, la campionessa di assenze in aula, pur essendo deputata, ignorando che proprio la Camera stia per approvare definitivamente in queste ore la legge di conversione che disciplina l’uso di Immuni, continua a invocare una legge in questa materia”, ha detto il deputato democratico Franco Vazio, vice presidente della commissione Giustizia. “In maniera del tutto irresponsabile oggi la Meloni, in scia a Salvini, invita i cittadini a non scaricare l’app Immuni farneticando menzogne a puro scopo elettorale. L’app Immuni non solo è uno strumento utile per il contenimento dei contagi ma può salvare la vita a tante persone. Eppure neanche questo basta a fermare la macchina della propaganda, che evidentemente si è già messa in moto in vista delle regionali. Meloni sa che sono previste tutte le garanzie a tutela della privacy secondo i più alti standard internazionali validati anche dal Parlamento stesso, ma sceglie di diffondere fake news con il solo risultato di danneggiare gli italiani. In un momento così delicato per il Paese ci saremmo aspettati un atteggiamento più serio, non attacchi incomprensibili e disinformazione”, ha dichiarato invece il Sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano.

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