Come Giancarlo Giorgetti spiega a Borghi e Bagnai chi comanda nella Lega

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-14

Il responsabile esteri del Carroccio chiude la porta all’uscita dall’euro: «Io sono il responsabile degli Esteri della Lega. E se dico che non usciamo, non usciamo. Punto».

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Giancarlo Giorgetti oggi torna sul tema dell’uscita dall’euro in un’intervista rilasciata ad Antonio Polito sul Corriere della Sera. Dopo i continui stop & go di Matteo Salvini sull’euro sembra arrivata la scelta di campo. E il numero due del Carroccio non sembra preoccuparsi troppo di come la prenderanno Claudio Borghi e Alberto Bagnai:

«Penso che abbia scelto me perché ho esperienza, ho le mie idee, e la politica estera non può essere frutto di improvvisazione. Bisogna essere pragmatici, il mondo cambia. Si è guardato intorno e ha cercato qualcuno che avesse un’immagine di affidabilità. Speriamo non si sia sbagliato».

Salvini ieri ha detto: non abbiamo la priorità di uscire dall’euro o dall’Europa? Vuol dire che è una scelta solo tattica?
«No. Noi non vogliamo uscire. Ma non siamo più i soli a dire che molto deve cambiare. Per due ragioni: i trattati sono stati scritti in un’altra era geologica; l’epoca Merkel si avvia a conclusione. Così non si regge. Come si fa a competere con i colossi cinesi con le nostre attuali regole sugli aiuti di Stato? Come si fa ad avere un target del 2% di inflazione che oggi non si ottiene più neanche pompando moneta?».

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Ora, è inutile star lì a ricordare a Giorgetti che, al contrario di quello che sostiene, a voler cambiare l’Europa da dentro sono un po’ tutti i partiti che vanno in Europa, tanto che quello è il loro slogan preferito che fino a ieri veniva perculato dai noeuro al grido di “sono tutte chiacchiere, sono tutti traditori”. Meglio notare la risposta alla domanda su Borghi e Bagnai:

Ma nel team dell’economia della Lega ci sono ancora Borghi e Bagnai, fautori dell’uscita dall’euro. Tenete il piede in due staffe?
«Io sono il responsabile degli Esteri della Lega. E se dico che non usciamo, non usciamo. Punto».

Ora si attende la prossima arrampicata sugli specchi per sostenere che il caldo è fretto, il bagnato è asciutto e così via.

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