«Fontana ha tenuto la mascherina per sé, non l’ha data ai poveri cristi come noi dipendenti»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-28

Gli effetti collaterali della sceneggiata del governatore: «Quando ho visto il presidente che si metteva la mascherina ho pensato: bravo, adesso la darai anche a noi poveri cristi». Invece niente

article-post

Un prevedibilissimo effetto collaterale della sceneggiata di Attilio Fontana con la mascherina – definita “totalmente inappropriata” dallo scienziato Walter Ricciardi – è che adesso i dipendenti della Regione Lombardia si sentono abbandonati dal loro governatore. Racconta oggi Brunella Giovara su Repubblica:

Uno che vota Lega (dal 1995): «Quando ho visto il presidente che si metteva la mascherina ho pensato: bravo, adesso la darai anche a noi poveri cristi». Invece niente. Ieri mattina i dipendenti della Regione Lombardia, nel Palazzo Lombardia che si affaccia su piazza Città della Lombardia, non hanno avuto né quella né il benedetto introvabile gel per disinfettare le mani. Una – previdente – si è portata da casa il Glassex, «che almeno ha dentro l’ammoniaca, e mi sono pulita scrivania e tastiera. E mouse».

Come ogni azienda italiana, anche questo è un microcosmo dove tutti sanno i fatti di tutti, le voci corrono veloci dal piano terra al 35°, su e giù per gli ascensori che però non sono stati disinfettati. Così è esploso il malcontento, con preoccupazione e anche legittima ansia, mentre la notizia che una dipendente dello staff del governatore Fontana era risultata positiva al test rimbalzava nella notte su almeno 2mila cellulari. Sì, c’era un caso di contagio, ma stavano già pulendo e sanificando a tutto spiano.

walter ricciardi

Certo, abbiamo spiegato che la mascherina serve solo per chi ha i sintomi e quindi la sceneggiata di Fontana è inappropriata, ma anche le richieste dei dipendenti lo sono. Ma ormai la miccia della rivolta è innescata al Pirellone:

Ieri mattina, delusione, ai molti ingressi del complesso acciaio e cristalli voluto dall’allora re di tutto questo, Roberto Formigoni. Alla pausa pranzo, pure la rabbia: «Hanno fatto 40 tamponi ai piani alti, allora li facciano a tutti. Vogliamo il test a tappeto». «Al 35° hanno pulito e da noi no», che sia il terzo, quarto o diciottesimo piano. «Al 33° vanno in giro con le mascherine». «Al 32° l’assessore ha chiuso gli uffici e mandato tutti a casa. Il dirigente X è andato a fare il tampone perché ha avuto contatti con la persona contagiata…». E avanti così, «uno della Struttura eventi deve fare il tampone e non è in ufficio». E a scendere, «al 10° è persino finito il sapone nei bagni». Alcuni referenti della sicurezza hanno chiesto sull’intranet di disinfettare tutto il palazzo, «ma non ci hanno risposto».

Leggi anche: Coronavirus: dopo essere guariti è possibile essere contagiati di nuovo?

Potrebbe interessarti anche