Cultura e scienze

Coronavirus: dopo essere guariti è possibile essere contagiati di nuovo?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-28

Succede per tutte le malattie per le quali esiste la possibilità di costruire un vaccino, quelle appunto con un profilo immunologico stabile. Il coronavirus sembra dare una risposta immunitaria non variabile.

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Il Corriere della Sera oggi pubblica un approfondimento sulla questione delle guarigioni dal Coronavirus SARS-CoV-2 e dalla malattia COVID-19 dopo il caso della donna in Giappone che potrebbe aver avuto una ricaduta. Risponde Gloria Taliani, direttore malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma.

Cosa significa guarire da una malattia infettiva come la Covid-19?
La guarigione è legata a due criteri, clinico e virologico. Andiamo per gradi. La guarigione clinica consiste nella scomparsa dei sintomi, in questo caso tosse, raffreddore, febbre, malessere generale, difficoltà del respiro e, nelle situazioni più gravi, polmonite. È a questo punto che scatta la convalescenza. Poi c’è la guarigione virologica: un paziente risultato positivo al virus e sottoposto all’esame periodico del tampone faringeo a un certo punto diventa negativo. Tra le due guarigioni ci può essere una minima sfasatura. Anche chi non ha più il virus può dover restare in ospedale in attesa di recuperare completamente. Come in tutte le malattie infettive, anche in questa sono frequenti i casi di persone positive e senza sintomi, gli asintomatici. Per loro la guarigione è solo virologica. Significa che il virus viene eliminato, non è dimostrabile la sua presenza.

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Coronavirus 2019-nCov: i sintomi e il contagio (Il Messaggero, 31 gennaio 2020)

Il sintomo spia è la febbre, segnale della difesa dell’organismo contro un nemico estraneo. Cosa si intende per febbre?
Una temperatura superiore ai 37 gradi. Fino a 36,9 non è considerata tale.

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Coronavirus: infezioni, sintomi e test del tampone (La Repubblica, 24 febbraio 2020)

Chi guarisce può essere contagiato una seconda volta?
È verosimile che una volta guariti si mantenga lo scudo contro lo stesso agente patogeno. È un tema dibattuto, sono descritti casi di ricomparsa di positività ma è difficile sapere se il presunto ritorno dell’infezione sia legato alla modalità del test del tampone. In genere chi prende l’influenza acquisisce un’immunità totale al virus che lo ha colpito, gli anticorpi che lo hanno difeso continuano a farlo anche dopo. Succede per tutte le malattie per le quali esiste la possibilità di costruire un vaccino, quelle appunto con un profilo immunologico stabile. Il coronavirus sembra dare una risposta immunitaria non variabile.

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