Fondo indennizzi risparmiatori: i soldi anche agli speculatori?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-19

Tra gli «aventi diritto» ci sono anche quelli «che hanno acquisito dai “risparmiatori” la proprietà degli strumenti finanziari delle banche in liquidazione successivamente alla data del provvedimento di messa in liquidazione

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La bozza di decreto attuativo sugli indennizzi ai risparmiatori truffati dai crac bancari dice che per quanto concerne i risarcimenti per le azioni o le obbligazioni subordinate delle banche saltate — Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Etruria, Marche, CariFerrara e Carichieti – tra gli «aventi diritto» ci sono anche quelli «che hanno acquisito dai “risparmiatori” la proprietà degli strumenti finanziari delle banche in liquidazione successivamente alla data del provvedimento di messa in liquidazione e sono anche in possesso dei medesimi titoli alla data della presentazione della domanda di indennizzo» al fondo («Fir»).

Se quel testo va preso alla lettera, questo significa che vanno rimborsati (quasi interamente) anche coloro che hanno acquistato (a prezzo stracciato) le azioni dopo le notizie sul crac. Ovvero chi li ha comprati o ricomprati sperando proprio di poter usufruire di una situazione del genere. Chi sono allora questi altrisoggetti? «Non ho idea, credo si cerchi di tutelare il più ampiamente una platea di soggetti», commenta con il Corriere della Sera oggi l’avvocato Guerino De Santis, segretario del Movimento Risparmiatori Traditi. «Però potrebbe esserci in effetti qualcuno che abbia potuto acquistarli pensando fossero titoli idonei per insinuarsi al passivo».

decreto crac bancari
I soci delle banche saltate e il decreto sui rimborsi (Corriere della Sera, 19 febbraio 2019)

Intanto va anche superato il vaglio della Commissione Europea, che ha chiesto informazioni e potrebbe contestare gli aiuti di Stato: «Gli uffici stanno lavorando ad una risposta, che ha un forte carattere politico oltre che tecnico», ha detto il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci. Gli 1,575 miliardi in tre anni arrivano dai conti dormienti «e quindi si tratta di una procedura corretta».

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