Elena Donazzan e il demonio nello spot gender della Diesel

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-16

L’assessora veneta in un meraviglioso video pubblicato sulla sua pagina facebook se la prende con lo spot della Diesel che nasconderebbe il demonio gender, secondo un ragionamento che è assolutamente da ascoltare: “Induce a prendere medicine sbagliate, un farmaco che dovrebbe essere bandito ed è poco rispettosa della fede”

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Elena Donazzan se non ci fosse bisognerebbe inventarla. In un meraviglioso video pubblicato sulla sua pagina Facebook se la prende con lo spot della Diesel che nasconderebbe il demonio gender, secondo un ragionamento che è assolutamente da ascoltare: “Induce a prendere medicine sbagliate, un farmaco che dovrebbe essere bandito ed è poco rispettosa della fede”. Il video è un corto voluto da Diesel per celebrare il mese del Pride, diretto da Francois Rousselet e realizzato con la consulenza di Diversity, in cui protagonista è la modella e attivista canadese Harlow Monroe, 23 anni, transgender dall’età di 16. È la storia di Francesca – che appunto dà il titolo al video – nata maschio e diventata donna che infine lascia i suoi jeans per la tonaca, decisa a entrare in convento e a farsi suora. Sono proprio i riferimenti religiosi, a particolare da una croce cristiana che compare nella primissima inquadratura, a far infuriare l’assessore Donazzan. Senza contare il fatto che per diventare “Francesca”, il/la protagonista non solo si rade le gambe e si trucca, ma soprattutto si imbottisce di pastiglie: «Si usala chimica per cambiare la sessualità, dietro c’è solo il demonio», sbotta l’assessore ed esponente di Fratelli d’Italia.

Donazzan è fissata con il gender, tanto che qualche tempo fa se la prese con i libretti di giustificazione perché c’era scritto “Prima firma” e “Seconda firma” invece che mamma e papà. Uno scandalo. Meno attenta l’assessora si dimostra quando la discriminazione è sulla richiesta dei contributi per i testi scolastici da parte delle famiglie extracomunitarie. L’assessora Donazzan si difende dicendo che ha solo applicato la legge. Ma in realtà la legge dice che i cittadini stranieri godono di parità di trattamento. Perché il “prima gli italiani”è solo uno slogan, non una legge. Ah, poi c’è quella volta che se la prese con i “maghrebini di m…”. Ma questi sono dettagli.

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