Tutte le domande che Formigli ha dimenticato di fare a Virginia Raggi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-19

Microfoni aperti ieri a Piazza Pulita per consentire alla sindaca della Capitale di ripetere a voce quello che aveva già scritto su Facebook in merito all’audio della conversazione con l’ex Ad di AMA Bagnacani. Certo se Formigli avesse fatto qualche domanda in più magari i cittadini romani avrebbero avuto la possibilità di capire cosa sta succedendo in AMA e perché la città continua ad essere sporca anche se la Raggi passa il tempo a cacciare i dirigenti che nomina ai vertici della società

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La prima domanda che Corrado Formigli ha fatto ieri a Virginia Raggi è semplice e diretta: «Allora sindaco: che cosa è successo?». Sul tavolo c’è la questione della registrazione del colloquio tra la sindaca di Roma e l’ex Ad di AMA – la municipalizzata romana dei rifiuti – Lorenzo Bagnacani. In quella registrazione la Raggi chiede, ordina, a Bagnacani (un manager nominato dalla sua amministrazione) di cambiare il bilancio della società.

Se Roma è sporca per colpa dei dirigenti di AMA, chi li ha nominati?

«Perché le premeva così tanto cambiare un bilancio, perché ha fatto una pressione così forte su quello che è un manager che ha delle responsabilità?» chiede Formigli. La Raggi, come al solito cambia discorso. «Il manager ha delle responsabilità: tenere la città pulita», insomma sembra quasi che Bagnacani sia il responsabile della sporcizia in città e dell’emergenza rifiuti (emergenza che per Raggi e l’ex assessora all’Ambiente Montanari non esiste). Naturalmente la sindaca nega di aver fatto alcuna pressione sull’amministratore delegato della società di cui il Comune di Roma è socio unico: «io non ho fatto nessuna pressione, io come vertice dell’Amministrazione mi sono limitata a riportare al manager di questa società una cosa che mi è stata detta dal ragioniere generale di Roma Capitale, dal direttore generale di Roma Capitale, dal segretario generale, dall’assessore al bilancio, dai dipartimenti e dal collegio dei revisori».

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Si arriva al punto centrale, secondo la sindaca il problema era che «il bilancio così non era approvabile, perché non era veritiero e corretto» e che lei non consente «a nessuno di dire che io volevo approvare il bilancio rosso». A quel punto Formigli avrebbe potuto chiedere qual era il problema di questo bilancio, ma non serve perché la Raggi lo anticipa e spiega che era tutta una questione di soldi. Non di quelli che il Comune doveva dare ad AMA (18 milioni di euro) ma di quelli dei premi che Bagnacani, i dirigenti e i dipendenti di AMA si sarebbero intascati se il bilancio fosse stato approvato in attivo «anche se la città è sporca».

Perché il Comune non voleva che AMA mettesse a bilancio quei 18 milioni di euro?

Però senza quei 18 milioni di euro il bilancio va in rosso. E allo stesso tempo la sindaca dice che non consente a nessuno di dire che lei voleva fa approvare un bilancio in passivo. Formigli avrebbe potuto ricordare alla Raggi alcune cose. La prima è che Bagnacani è il terzo Amministratore Delegato di AMA nominato – e cacciato – dalla Raggi. Ci sono stati Alessandro SolidoroAntonella Giglio e infine Bagnacani. La città rimane sporca, come è possibile? Sarebbe stato interessante sapere la risposta della sindaca ma Formigli non ha osato chiedere ragione di questo rutilante movimento di dirigenti di AMA promosso dall’amministrazione comunale.

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Fonte: L’Espresso

Sarebbe stato interessante anche capire il contesto dell’intercettazione. Perché la Raggi dice che «quell’audio che voi avete visto arriva dopo mesi di balletto tra AMA e il comune di Roma». Ma Formigli non lo ritiene necessario. Eppure gli spettatori  magari erano curiosi di sapere che nel 2017 il CDA di AMA aveva presentato un bilancio in attivo per 500mila euro. Un bilancio approvato dal collegio sindacale e dai revisori dei conti, ma non dal Campidoglio. Non è vero quindi – come dice la Raggi a Piazza Pulita – che tutti i pareri erano negativi. Il Comune non voleva riconoscere il credito da 18 milioni di euro per i servizi cimiteriali e all’improvviso a fine 2018 il collegio sindacale cambia idea sul bilancio. Non è vero nemmeno che Bagnacani è l’unico a impuntarsi sul bilancio, perché anche l’ex dirigente del dipartimento Tutela Ambiente Rosalba Matassa, dimessasi a dicembre, ha raccontato che il dg di AMA Giampaoletti le ha fatto pressioni per certificare che i 18 milioni per i servizi cimiteriali non fossero dovuti ad AMA. 

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Ma c’è soprattutto una domanda che Formigli non ha fatto, una domanda a cui la sindaca avrebbe dovuto rispondere proprio perché i soldi di AMA sono soldi dei cittadini romani. Perché il Comune non voleva che la società di cui è socio unico mettesse a bilancio quei 18 milioni di euro che il Campidoglio deve ad AMA? La Raggi vorrebbe far credere che sono soldi che sarebbero finiti nelle tasche dei dipendenti e dei dirigenti (da lei nominati) come premio. Ma in realtà i premi sono di entità decisamente minore. E quindi perché il Comune di Roma ha deciso di bloccare l’approvazione del bilancio mandando in crisi la società? Qualcuno ipotizza – scrive oggi Sergio Rizzo su Repubblica – che dietro ci sia un piano assai diabolico: mandare a gambe all’aria la municipalizzata per poi affidare il servizio di raccolta dei rifiuti ad ACEA, la multiutility controllata dal Comune dove il M5S aveva messo quel famoso Lanzalone, l’avvocato-consulente arrivato a Roma passando per Livorno, la città dove l’Assessore al Bilancio Lemmetti è stato assessore nella giunta Nogarin. Chissà se è così, Formigli avrebbe potuto chiederlo direttamente alla Raggi.

Leggi sull’argomento: Alitalia si mangia i 900 milioni di soldi pubblici

 

 

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