Economia
Alitalia si mangia i 900 milioni di soldi pubblici
neXtQuotidiano 19/04/2019
Non c’è più una data fissa entro la quale i 900 milioni devono essere restituiti allo Stato. E intanto secondo il Fatto stanno per arrivare i Benetton
Mentre si vanta perché finalmente riesce a far arrivare gli aerei in orario (anche se con tutti i miliardi che ha incamerato a quest’ora avrebbe dovuto portarci sulla luna con tariffe low-cost), Alitalia incamera i 900 milioni di prestito-ponte. Racconta oggi Gianni Trovati sul Sole 24 Ore che il governo ha cancellato il termine del 30 giugno prossimo per la restituzione del prestito di 900 milioni di euro concesso dal ministero dell’Economia ad Alitalia dopo il commissariamento.
Dopo tre proroghe, il governo ha deciso di abolire la scadenza che era stata fissata «non oltre il termine 30 giugno 2019», nel decreto semplificazioni del dicembre scorso. La novità è prevista nelle prime bozze del decreto legge crescita, nell’articolo 38, la norma «volta a consentire l’eventuale ingresso del Mef nel capitale sociale della Newco Nuova Alitalia».
La norma prevede che il Mef possa usare i proventi degli interessi sul prestito, «stimati in 145 milioni», per sottoscrivere quote di capitale dell’ipotizzata «nuova Alitalia», la società che verrà costituita se avrà successo il progetto delle Ferrovie dello Stato con altri soci per comprare l’aviolinea commissariata (finora le adesioni sono insufficienti, limitate al 60% del capitale della «newco», incluso il 15% del Mef).
A meno di modifiche nel testo finale del decreto, che sarà esaminato il 24 aprile dal Consiglio dei ministri, non c’è più una data fissa entro la quale i 900 milioni devono essere restituiti allo Stato. La bozza stabilisce che i 900 milioni del «prestito ponte» saranno restituiti al Mef «nell’ambito della procedura di ripartizione dell’attivo dell’amministrazione straordinaria a valere e nei limiti dell’attivo disponibile di Alitalia Società aerea italiana Spa in amministrazione straordinaria». E c’è di più. Mentre Repubblica dice che i Benetton non hanno intenzione di entrare in Alitalia, secondo Carlo Di Foggia sul Fatto è vero il contrario:
Fonti finanziarie però spiegano al Fatto che la società si prepara a convocare un cda straordinario il 26 aprile prossimo per discutere dell’ingresso nella nuova Alitalia. L’investimento sarebbe intorno ai 300 milioni. Se arriverà l’ok, le Fs chiederanno ai commissari che gestiscono la compagnia aerea in amministrazione straordinaria altre due settimane per chiudere l’operazione.
Bisognerà infatti trovare un altro investitore che copra la parte restante (intorno al 5-10%), anche perché nessuno degli attori in causa vuole diventare l’azionista di controllo, che significherebbe consolidare a bilancio i conti della nuova Alitalia (e le eventuali nuove perdite). Prima, però, a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte convocherà i ministeri coinvolti, dallo Sviluppo economico, guidato da Di Maio, alle Infrastrutture e al Tesoro per dare il via libera politico.
Ma se i Benetton aiutano il governo per Alitalia, tutti quei discorsi sulla loro “inadeguatezza” che avrebbe portato al crollo del Ponte Morandi dove finiscono?
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